Il satellite Kepler è rivolto alla ricerca e l’osservazione di pianeti extrasolari. Lanciato nel 2009, è essenzialmente una grande quanto precisa macchina fotografica – costituita da 42 sensori per un totale di 95 Gigapixel – e rivolta a scrutare una parte di cielo tra le costellazioni del Cigno e della Lira.
Questa apparentemente piccola sezione del cielo, poco al di fuori del piano galattico, contiene più di mezzo milione di stelle: per anni Kepler ha tenuto sotto controllo circa un quarto di queste stelle, cercando di captarne le più piccole fluttuazioni di luce.
Quando un pianeta passa davanti alla sua stella crea infatti una microscopica eclissi che ne riduce la luminosità: un pianeta come la super terra di qualche tempo fa (Kepler-452b), ha causato variazioni dello 0.01%, mentre uno come Giove diminuirebbe la luminosità della stella dell’1%.
KIC 8462852 è un sistema binario, sito a circa 1500 anni luce da noi, la cui stella principale è del 40% più grande del Sole.
Quello che ha destato sorpresa e perplessità tra i ricercatori è stata l’osservazione di molteplici abbassamenti della luminosità, fino al 20%, che suggeriscono il passaggio davanti alla stella di un oggetto grande almeno venti volte Giove.
700 giorni dopo il primo evento, è stato osservato un altro abbassamento, seguito da una serie di fluttuazioni che indicano come l’oggetto sia accompagnato da uno sciame di frammenti molto più grandi della terra.
Escluso l’errore strumentale, un preprint considera le possibili origini astronomiche di questa anomalia: protonube planetaria o sciami di comete. Non può essere un pianeta perché un oggetto così grande dovrebbe diventare una stella, con i processi di fusione nucleare innescati dall’immensa forza di gravità.
L’ipotesi più divertente, ma anche la più improbabile, è che si tratti di un artefatto alieno.
La maggior parte dei lavori scientifici escludono questa ipotesi proprio per le immense dimensioni dell’oggetto che, come dicevamo, è almeno 20 volte più grande di Giove.
In un lavoro sottomesso all’Astrophysical Journal si ipotizza sia quali siano i vari tipi di megastruttura di cui potrebbe trattarsi sia di che tipo di segnale potrebbe essere rivelato da Kepler.
La “madre” di tutte le megastrutture aliene, anche per dimensioni, è la sfera di Dyson, ma questa possibilità va subito esclusa. Il geniale scienziato Freeman Dyson, che prese parte sia al progetto Manhattan che al progetto Orione per la realizzazione di astronavi a propulsione nucleare, ipotizzò che civiltà estremamente avanzate potessero catturare tutta la luce della loro stella costruendo una immensa sfera del raggio di centinaia di milioni di km.
La sfera potrebbe ruotare su se stessa generando così, per forza centrifuga, una gravità apparente. Le risorse e la tecnologia necessaria per costruire un tale oggetto sono, per noi, oltre l’impensabile, ma non per questo possono essere escluse a priori.
Purtroppo, paradossalmente, l’oggetto osservato in KIC 8462852 non può essere una Sfera di Dyson perché è troppo piccola: una sfera completa assorbirebbe tutta la luce della stella rendendola completamente invisibile alla rivelazione del nostro satellite.
Anche l’ipotesi che si tratti di una sfera di Dyson posta attorno ad una seconda stella è improbabile perché, in questo caso, sarebbe la seconda stella ad essere troppo piccola (a meno che non si tratti di una stella di neutroni o un buco nero!).
Il mistero permane, e presto i radiotelescopi puntati in quella regione di cielo ci potranno dire se ci sono segnali di civiltà aliene. In alternativa, uno dei successori di Kepler potrà cercare la presenza di forme di vita extraterrestre osservando la composizione dell’atmosfera e rivelando la presenza di gas di origine artificiale.