Un team di ricercatori internazionali guidati dall’ Università di Göttingen, ha appena annunciato la scoperta di ben sette nuove specie di insetti foglia (Phasmatodea, Phylliidae). Gli insetti foglia, che fanno parte dello stesso ordine degli insetti stecco, sono noti per il loro aspetto: sembrano parti di piante come foglie, ramoscelli o corteccia. Questo travestimento è un’arma potentissima contro i predatori. Ma qui sta il trucco: alcune di queste specie sono così abili nel mimetizzarsi che non puoi riconoscerle solo guardandole. La loro somiglianza con le piante è così incredibile che, a volte, anche individui di specie diverse sembrano appartenere alla stessa specie. Ecco dove entra in gioco la scienza. Utilizzando analisi genetiche sofisticate, i ricercatori sono riusciti a scoprire nuove “specie criptiche”. Questi insetti sembrano identici all’esterno, ma all’interno portano segreti genetici che li distinguono nettamente. Per esempio, è stato scoperto che alcuni insetti provenienti dall’India, che si pensava appartenessero a una specie già conosciuta del sud-est asiatico, sono in realtà una nuova specie completamente diversa di insetti foglia. Questa scoperta ha importanti implicazioni per la conservazione. Ad esempio, se una specie si estingue in una determinata area, non stiamo solo perdendo alcuni individui, ma stiamo facendo sparire un’intera specie unica.
3500 varietà di insetti foglia
Per far luce su queste meraviglie nascoste, i ricercatori dell’Università di Göttingen hanno collaborato con esperti di tutto il mondo. Insieme hanno identificato nuove specie di insetti foglia, portando così il totale delle specie conosciute a oltre 3.500. Nello studio in oggetto sono stati descritti alcuni di questi taxa, tra cui Phyllium iyadaon dell’isola di Mindoro, Filippine; Phyllium samarense dell’isola di Samar, Filippine; Phyllium ortizi dell’isola di Mindanao, Filippine; Pulchriphyllium heracles del Vietnam; Pulchriphyllium delislei del Kalimantan meridionale, Indonesia e Pulchriphyllium bhaskarai di Giava, Indonesia. Diversi esemplari aggiuntivi di queste specie e una settima specie descritta, Pulchriphyllium anangu dall’India sud-occidentale, sono stati incorporati in un nuovo albero filogenetico. Inoltre, due taxa originariamente descritti come specie, ma che negli ultimi decenni sono stati trattati come sottospecie, sono stati riportati allo status di specie per riflettere la loro morfologia unica e l’isolamento geografico, creando nuove combinazioni. Il dottor Sven Bradler, un esperto che da più di vent’anni si dedica a studiare gli insetti stecco e foglia presso l’Università di Göttingen, spiega: “Anche se rappresentano solo una piccola frazione della diversità degli insetti, la loro straordinaria e sorprendente apparenza li rende veramente unici“.