Una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli ha evidenziato che un elevato consumo di cibi ultra-processati aumenta il rischio di mortalità nei pazienti con diabete di tipo 2. Gli alimenti ultra-processati sono prodotti che hanno subito intensi processi di trasformazione, spesso realizzati con sostanze non comuni in cucina e contenenti diversi additivi per migliorarne il sapore, l’aspetto e la durata di conservazione.
Lo studio ha coinvolto 1.066 partecipanti con diabete di tipo 2, e nel corso di 12 anni di osservazione, è emerso che coloro che consumavano una dieta ricca di cibi ultra-processati avevano un rischio di mortalità per tutte le cause del 60% superiore rispetto a coloro che ne assumevano quantità minori. Il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, già frequenti tra i pazienti diabetici, aumentava più del doppio.
Ciò che rende preoccupante questa scoperta è che il rischio associato ai cibi ultra-processati persiste anche se il paziente si attiene a una dieta mediterranea, quindi un’alimentazione considerata sana. Anche chi sceglie alimenti salutari ma inserisce cibi intensamente lavorati nella propria dieta, annulla i benefici di una dieta sana, aumentando il rischio per la salute.
I ricercatori sottolineano l’importanza di considerare il grado di lavorazione degli alimenti, poiché questo può avere un impatto significativo sulla salute dei pazienti diabetici e potrebbe influenzare le linee guida future per la gestione del diabete di tipo 2. Si suggerisce di limitare il consumo di cibi ultra-processati e si propone di includere informazioni sul grado di lavorazione degli alimenti nelle etichette e indicazioni dei prodotti, in modo che i consumatori possano prendere decisioni informate sulla loro dieta.