Nella giornata di oggi Google ha presentato ufficialmente Bard, il suo chatbot basato sulla tecnologia LaMDA. Di Bard si era parlato intensamente negli scorsi giorni, dopo che numerosi report avevano rivelato che il colosso di Mountain View stava lavorando in fretta e in furia ad una risposta a ChatGPT, il popolare chatbot sviluppato da OpenAI.
Bard viene descritto come un servizio sperimentale di intelligenza artificiale conversazionale basato su LaMDA, il modello di linguaggio proprietario di Google presentato ormai due anni fa. La tecnologia di Google è in grado di capire il contesto delle conversazioni e identificare con successo le diverse sfumature del linguaggio umano. Forse vi ricorderete di quella notizia assurda, rimbalzata praticamente su ogni quotidiano, di un ingegnere di Google che si era convinto che un’IA a cui stava lavorando fosse diventata senziente. Beh, di vero c’era poco o nulla ma in compenso vi basti sapere che quell’IA si basava proprio sul modello LaMBA.
Google ha spiegato che un domani Bard aiuterà gli utenti potenziando i risultati e le funzionalità del suo motore di ricerca. Google ha suggerito alcune delle query a cui Bard può rispondere in maniera più convincente di un classico motore di ricerca. “È più facile imparare a suonare il pianoforte o la chitarra?”, recita uno degli esempi.
Bard, ad ogni modo, si basa su una versione semplificata di LaMDA e fa della rapidità di risposta e della scalabilità, cioè la possibilità di servire milioni di utenti contemporaneamente, i suoi principali punti di forza.
È solo l’inizio. Secondo il NY Times, Google si appresta a presentare diversi altri prodotti basati sull’intelligenza artificiale, molti di questi verranno annunciati nel corso del 2023.