Il governo Meloni è alla prossima riforma dell’Irpef. Ed ecco che si parla dell’imposta reddito delle persone fisiche.
L’obiettivo del governo è “addolcire” le aliquote dell’Irpef, puntando poi a portarle dalle attuali quattro a tre, come voleva fare l’esecutivo Draghi con la riforma fiscale saltata con la fine della scorsa legislatura. In ogni caso rimane la necessità di individuare le dovute coperture, senza scostamenti di bilancio. Quindi nessun colpo di testa: la linea dell’esecutivo sui conti pubblici rimarrà estremamente prudente. Sull’Ires si punta a premiare i redditi reinvestiti in capitale e lavoro e razionalizzare la base imponibile. Quanto all’Iva, l’obiettivo è un’armonizzazione a livello comunitario, in termini di aliquote, base imponibile ed applicazione. Ci dovrebbero essere però nei prossimi mesi dei primi sconti su questa tassa per il settore del turismo. L’Irap, invece, va profondamente rivista, nel quadro di un percorso già intrapreso da tempo. In pratica si tenterà di cancellarla tutta o quasi tutta il prima possibile. Per ora, poi, sarà valutata un’eventuale estensione della flat tax incrementale ai dipendenti. Sarà analizzata in fase di riforma fiscale, con un generale obiettivo per creare un sistema più equo e senza disallineamenti tra le diverse categorie di reddito.
Maurizio Leo, viceministro dell’Economia
Lo scopo è anche introdurre il quoziente familiare. Un nuovo metodo di calcolo delle imposte legato ai redditi del nucleo familiare. A oggi fino a 15mila euro di reddito si paga il 15% di Irpef, che sale al 25% tra i 15mila e i 28mila. Al 35% dai 28mila ai 50mila e al 43% oltre i 50mila.
Il governo vuole arrivare entro il 2027 a tre aliquote. Si potrebbero accorpare due scaglioni intermedi, entrambi portati al 27%. Si può ridurre la spesa improduttiva e garantire un maggior gettito dal recupero tasse non pagate con nuovi strumenti e nuove facilitazioni per i contribuenti. In sintesi, si paga il dovuto, quantificato dopo un’interlocuzione preventiva con l’Amministrazione finanziaria.