Il 25 agosto 2022 arriverà nelle sale italiane Bullet Train, l’ultima fatica di David Leitch, il regista ex stuntman reduce dalla direzione di Fast & Furious – Hobbs & Shaw, che, come ogni altro lavoro che si rispetti dell’autore texano, scommette tutto sulla sua componente action / comedy, affidandosi per buona parte alla sua capacità di gestione del ritmo (fondamentale per entrambi i generi), e sulla nascita di una chimica irresistibile in un cast pieno di stars.

A proposito di stars, alcune di queste hanno preso parte alla Global Press Conference del film, organizzata in quel di Parigi domenica 17 luglio scorso.

All’evento stampa non poteva mancare ovviamente la più grande e splendente tra tutte, chiamata, non a caso, a guidare le altre, un Brad Pitt istrionico come non mai, che non a caso ha fatto parlare di sé (info shock, click here for more) oltre che della pellicola di cui è protagonista. Accanto a lui “davanti” ai giornalisti si sono presentati Brian Tyree Henry, una delle due star di Atlanta presenti nel film, Aaron Taylor-Johnson, ormai specializzatosi nei ruoli che lo vedono ricoprire la parte di un gemello, e Joey King, il nome più giovane e meno esperto tra tutti quelli che compongono il pool di attori.

Insieme a loro c’era il regista, per forza o per amore, e Kelly McCormick, moglie di Leitch e, soprattutto, produttrice Sony Pictures, alle cui dichiarazioni lasciamo il compito di introdurre il film:

Un gruppo di attori fuori dall’ordinario, che salgono su un treno per raccontare una storia commerciale, una commedia. Ma la verità è che essa è un racconto che si occupa principalmente del destino e della piega che prendono gli eventi per svolgersi in una maniera predeterminata.

Bullet Train è liberamente tratto dal romanzo I sette killer dello Shinkansen (Maria Bītoru) scritto da Kōtarō Isaka e racconta la storia di alcuni assassini di professione, i quali, inconsapevolmente, salgono a bordo del medesimo treno ad alta velocità da Tokyo a Kyoto, ognuno per una ragione diversa, salvo poi accorgersi, durante il viaggio, che i loro incarichi sono tutti fatalmente connessi.

Oltre ai nomi già citati l’ensemble d’eccezione della pellicola è composto da Masi Oka, Logan Lerman, Andrew Koji, Zazie Beetz, Bad Bunny, Hiroyuki Sanada, Michael Shannon, Karen Fukuhara e Sandra Bullock.

Bullet Train arriva nelle sale italiane il 25 agosto 2022, dopo aver debuttato sul grande schermo il 3 agosto in occasione dell’apertura del Festival di Locarno. 

Conferenza stampa di Bullet Train

Una delle forze motrici della pellicola di David Leitch, come annunciato poco sopra, è la chimica, quella che c’era nel gruppo di lavoro all’inizio della produzione, quella che si sperava nascesse in un cast così variegato e importante. Dopo tutto è un film corale, c’è bisogno che lo spettatore possa godere di un certo tipo di melodia.

La chimica è anche il motivo per cui è nato il sodalizio tra il regista e Brad Pitt, che sono amici e colleghi ormai da anni, come racconta l’attore vincitore del Premio Oscar:

David è un mio caro amico. Per la prima volta ci siamo incontrati sul set di Fight Club e da lì abbiamo lavorato insieme parecchie volte, per esempio in Troy, ma anche in tanti altri film (Ocean’s Eleven, Mr. & Mrs. Smith). All’epoca faceva gli stunt, ma ora è a capo di un progetto importante e questo è stato uno dei motivi per cui ho accettato di partecipare. L’ho vista come una sorta di chiusura di un cerchio perfetto.

Dopo di ché sono arrivati nel cast tutti gli altri ed è stato bellissimo, anche perché nella pellicola non c’è una reale distinzione tra ruoli da protagonisti o da co-protagonisti: ogni personaggio ha la sua storia e il suo compito con le cose da fare, sono tutti contro tutti e alla fine le storie finiscono per incrociarsi su questo treno. C’è un incredibile livello di talento generale, motivo per cui è stata un’esperienza veramente bella.

Dopo una presentazione del lavoro e del rapporto tra lui e il regista, Pitt si è dedicato a stilare un profilo psicologico essenziale del suo personaggio, di fatto il protagonista di Bullet Train, Ladybug:

Ladybug rappresenta un tipo di personaggio con un carattere che si sposa molto con quello che a me diverte interpretare.

È un tizio ironico, che cerca di vivere con filosofia quello che gli succede, sarcastico di fronte a qualsiasi situazione e sempre alle prese con qualcosa da mettere sotto i denti, un po’ come ai tempi di Rusty Ryan (l’iconico personaggio interpretato da Brad Pitt nella trilogia di Ocean’s Eleven).

Quando lo incontriamo per la prima volta lo troviamo nel momento in cui è reduce da un forte esaurimento nervoso, che è appena riuscito a superare grazie ad un percorso terapeutico,  anche se è ancora un po’ scosso dall’esperienza. Ecco il motivo per il quale cerca di approcciarsi alla vita nel modo più pacifico possibile, anche se questo, ovviamente, non lo terrà lontano da tutti i guai che si profilano all’orizzonte.

Infine l’attore si è lasciato andare ad un commento sulla qualità tecnica della pellicola. Non scordatevi che il film è tutto ambientato in un treno che corre sulla linea Tokyo – Kyoto, nonostante la stragrande maggioranza della troupe abbiamo messo neanche mezzo piede in Giappone, infatti le riprese si sono svolte quasi interamente all’interno degli Studios Sony a Los Angeles.

Potete prendere a riferimento quanto accadeva nei film di Hitchcock, in cui veniva usata una retroproiezione degli sfondi in movimento quando si giravano le scene con gli attori all’interno di una macchina.

Ecco, il concetto per noi in questo film è stato più o meno lo stesso, dato che sono stati adoperati dei giganteschi videowall lunghi tre carrozze di treno e alti sei metri in cui venivano costantemente proiettate le riprese effettuate dai ragazzi che sono andati a filmare in loco tutto il viaggio Tokyo-Kyoto.

Bullet Train

Per quanto il tono della pellicola sia generalmente scanzonato e sempre leggero, come è quello di tutti i lavori di Leitch, la produzione non si è svolta in una situazione così serena e divertita come il risultato del film lascia presupporre. Parola di regista:

Abbiamo girato il film all’inizio della pandemia, quindi capite bene che si trattava di una situazione piuttosto insolita. Durante la scrittura pensavo a quanto ci saremmo potuti divertire andando a girare in Giappone e invece in pratica ci siamo ritrovati a rimanere chiusi all’interno di un corridoio dentro a una scatola per la maggior parte del tempo.

Dopo la malinconia una parola per il suo protagonista:

Una volta che Brad si è unito al progetto, abbiamo deciso di costruire intorno a lui un cast spettacolare. Arrivato a questo punto della mia carriera ho fatto diversi film, eppure questa esperienza è stata speciale, perché questi non sono solo grandi attori ma anche grandi esseri umani.

Tra tutti quanti i titoli diretti da Leitch, questo Bullet Train, soprattutto nei toni scelti e nel mix di generi che si è cercato, ricorda soprattutto l’impostazione che ha voluto dare a Deadpool 2, ancor di più di quella che ha lo spinoff di Fast & Furious sopracitato.

Non a caso il regista texano ha voluto spendere due parole sul titolo con protagonista il villain Marvel più irriverente di sempre:

In occasione di Deadpool 2 ho avuto l’incredibile possibilità di lavorare con un grande attore come Ryan (Reynolds), che è una persona molto divertente e, soprattutto, è un vero genio dell’improvvisazione.

Ho cercato di portare quell’esperienza e quel modo di lavorare anche sul set di Bullet Train, perché la cosa che più mi interessa e mi soddisfa quando creo una pellicola è quella di lavorare sulla contaminazione della commedia, che è senza dubbio il mio genere preferito.

E dunque, anche in questo caso, attraverso la componente action, la violenza e il black humour si vuole arrivare ad affrontare temi diversi e complessi, come la fratellanza, il destino, la redenzione e, in generale, analizzare le modalità in cui le persone riescono (o meno) a connettersi tra di loro, nonostante le molteplici differenze.

Solo la commedia mi consente di riuscire a parlare di questi argomenti, anche alti, in modo soddisfacente, all’interno di un format da film puramente commerciale.

Bullet Train

E chi sono questi grandi attori e grandi essere umani? Iniziamo con i “gemelli” assassini Lemon e Tangerine, rispettivamente interpretati da Brian Tyree Henry e Aaron Taylor-Johnson.

Del loro rapporto sul set e di quello tra i due personaggi ha cominciato a parlare Henry:

Ho avuto la possibilità di lavorare con un compagno con il quale sono riuscito a essere completamente e totalmente stupido, una cosa molto rara nel nostro settore.

Aron si è rivelato un collega su cui poter fare affidamento. Ci vogliamo bene e abbiamo costruito la relazione tra i nostri personaggi partendo da questo punto di partenza, fondamentale. Il loro rapporto è radicato in una cura ed una protezione reciproca ormai lungo datata nel momento in cui sono all’interno della storia narrata nel film e volevamo portare questo passato sullo schermo in modo che anche gli spettatori potessero arrivare ad avere a cuore Lemon e Tangerine così come li avevamo a cuore noi.

Il momento storico in cui giravamo è stato molto pesante, motivo per il quale è stata una gioia ancora maggiore del solito quella di poter lavorare in un ambiente così divertente e vivace.

Alle dichiarazioni al miele del collega si sono aggiunte quelle, altrettanto dolci, di un’entusiasta Taylor-Johnson:

Mi ritengo molto fortunato ad avere avuto la possibilità di lavorare con un attore e una persona come Brian. Voglio dire, non c’è dubbio che sia nata sul set una grande collaborazione tra tanti grandi talenti ed è stato ovviamente molto bello collaborare con attori come Brad, Joey e anche con tutti gli altri, ma con Brian è nato qualcosa di veramente speciale.

Lui è diventato il mio socio e senza di lui non avrei mai potuto costruire il mio personaggio. Non parlo solo della confidenza che è nata tra noi, il prendersi in giro, lo scherzo, ma anche l’affetto fraterno, il supporto reciproco. Sono sempre stato un suo grande fan, e tra noi è nata veramente una chimica istantanea.

I nostri personaggi hanno un passato molto corposo e questo fattore, insieme ai grandi meriti di David, che ci ha messi in condizione di lavorare benissimo, di poter improvvisare e sperimentare, garantendoci una comfort zone, ci hanno permesso di prendere decisioni coraggiose.

Non poteva esserci un Tangerine senza Lemon.

Joey King

Dulcis in fundo, ha preso la preso la parola l’altro componente femminile presente nella conferenza stampa, nonché un grande fattore all’interno di Bullet Train, ovvero Joey King, la giovanissima interprete di Prince, l’ambigua ragazzina russa presente sul treno ad alta velocità.

La cosa ironica, colta anche durante l’evento, è che l’attrice losangelina è reduce dall’esperienza sul set di The Princess, in cui veste i panni la protagonista, che è nota come, appunto, Princess… Quante volte è capitato durante la carriera di un interprete di passare dall’essere principessa a principe nello stesso anno?

Chiusa questa parentesi (la battuta l’hanno fatta sul serio in conferenza, non prendetevela con me), torniamo alle dichiarazioni della King:

Una delle cose che mi hanno chiesto più spesso è quanto somiglio al personaggio che interpreto. Ecco, ve lo dico subito, questa volta non veramente che dire, anche perché cosa possa avere in comune con una killer psicopatica? Non le somiglio per niente, non sono un’assassina vendicativa!

A parte gli scherzi, vestire i panni di questo personaggio mi ha dato la possibilità di costruirla quasi da zero. Ho potuto scegliere che tipo di psicopatico poteva essere, chiusa nei suoi completini super eleganti, con indosso le sue scarpette e sempre con quell’aria da bambina innocente. Ho cercato di darle diverse sfumature, così che David in fase di montaggio potesse scegliere cosa tenere tra ciò che secondo lui potesse andare meglio per il personaggio che aveva in mente.

Se ci pensate c’erano molti modi in cui questo personaggio poteva essere caratterizzato: potevo essere minacciosa, oppure potevo essere gelida, o, ancora, premere sull’acceleratore della pazzia e giocare su quanto potessi, in effetti, risultare ancora più psicotica. Alla fine diciamo che ho fatto un po’ tutto ciò che David mi ha concesso, volevo che l’ultima parola spettasse a lui.

In conclusione un momento filosofico sul significato esistenziale dei treni di cui si è reso protagonista Brian Tyree Henry (e per un buon motivo che non vi sveliamo qui perché spoileremo troppo, vi citiamo solo un nome “Il trenino Thomas“):

I treni hanno la funzione di unire Paesi distanti tra loro e di connettere le persone e l’esperienza di un film non è poi tanto diversa, perché la gente si siede in sala e per due ore resta in silenzio mentre è compie insieme un viaggio trasportati dalla storia sullo schermo.

Per tutti i personaggi di Bullet Train la destinazione può essere la stessa, ma il viaggio per ognuno è decisamente diverso.

 

Bullet Train è disponibile nelle sale italiane il 25 agosto 2022 con Warner Bros..