Sir Kenneth Charles Branagh, o più comunemente Kenneth Branagh, è un nome molto importante nell’universo attoriale britannico, anche se il grande pubblico potrebbe non ricollegare istantaneamente il nome con il volto visto in tantissimi film di generi anche molto distanti tra loro.
Abbiamo quindi deciso di presentarvi i 10 film imperdibili di Kenneth Branagh, che solo nell’ultimo mese è arrivato in sala con ben due film: Assassinio sul Nilo e Belfast, il primo per Disney e il secondo con Universal.
Irlandese, classe 1960, dalla grande formazione teatrale (primo amore a cui torna spesso) e legato a doppio filo alle opere di William Shakespeare, Branagh è stato attore, regista e sceneggiatore, interprete di supporto e protagonista, sia a teatro che al cinema che in tv: una carriera poliedrica che lo ha visto fronteggiare classici rivisitati (ad esempio, la versione live action di Cenerentola) ed action thriller come Jack Ryan – L’iniziazione. È stato il Commissario Wallander in tv e un improbabile cattivo al cinema nel Wild Wild West con Will Smith.
Innumerevoli i riconoscimenti alla carriera, tra cui otto nomination ai Premi Oscar. Signori, ecco a voi dieci pellicole da (ri)scoprire con Sir Branagh.
Enrico V
Kenneth Branagh è inseparabile dalla sua esperienza shakespeariana: la sua formazione, come quella di quasi tutti gli attori teatrali inglesi, naturalmente si fonda sulle opere del Bardo, ma Branagh lo ha studiato e rappresentato in tutti i modi possibili, sia a teatro che in pellicola, come interprete e come regista, in pellicole dal setting classico o rivisitazioni.
Molto rumore per nulla, Othello, Riccardo III – Un uomo, un re, Hamlet, Pene d’amor perdute, Casa Shakespeare… ogni amante del genere e dell’autore originale può indicarvi un momento o un’interpretazione diversa, come preferita, ma per molti, il momento preferito rimane il discorso di Enrico V° alla vigilia di San Crispino, declamato da un ancora giovanissimo Kenneth.
Frankenstein di Mary Shelley
Momento spesso sottovalutato nella carriera di Branagh è la sua direzione del film basato su Frankenstein: secondo film della serie di horror ispirati ai grandi classici vittoriani, dopo il grande successo dell’imperituro “Dracula di Bram Stoker” diretto da Francis Ford Coppola è il turno di un altro Classico con la “C” maiuscola. Il film vede Branagh cimentarsi sia alla regia che nel ruolo del celebre Dottore del titolo, con Robert De Niro in quello della Creatura. Il film passa abbastanza sottotraccia, e rimane noto più che altro per i disaccordi tra Branagh e Coppola sul tono della storia e sulla sua aderenza al testo originale. Da riscoprire.
Harry Potter e la camera dei segreti
Il grande pubblico (in particolare quello giovane) impara a conoscere Branagh grazie alla sua perfettamente misurata interpretazione di Gilderoy Lockhart (Allock, nella versione italiana) in Harry Potter e la camera dei segreti, secondo film dell’ormai già lanciatissima saga di Harry Potter. L’insegnante di Difesa contro le arti oscure più inaffidabile di sempre, che ha costruito la sua carriera sulla sua abilità di millantatore, è reso con grande perizia da un Branagh ben calato nel contesto e che letteralmente danza con gli altri interpreti della pellicola.
Thor
Branagh viene chiamato a dirigere il quarto film del Marvel Cinematic Universe, un fenomeno ancora decisamente in fase di definizione: prima di lui si erano cimentati (con discreto successo) per i Marvel Studios due registi molto meno autoriali di lui come Jon Favreau e Louis Leterrier: si pensava che la sua esperienza a Hollywood, insieme al suo bagaglio shakespeariano, potessero essere la chiave di volta per rendere bene il personaggio di Thor al cinema.
Il film funziona ma è molto blando, non riuscendo a essere davvero epico come da intenzioni: apre comunque la strada al personaggio interpretato da Chris Hemsworth.
Dunkirk
Dunkirk, una delle migliori opere di Christopher Nolan, è un film di guerra, in cui seguiamo la drammatica ritirata delle truppe britanniche e alleate dalle acqua della Manica. Un film di guerra che non la glorifica, e in cui gli eroi sono le persone che salvano vite, non quelle che le tolgono. Il comandante Bolton interpretato da Branagh è uno di questi, un personaggio a cui il nostro dona una spiccata umanità in un film che si basa proprio sul mostrare i controsensi dei conflitti e il fatto che tiri fuori il meglio e il peggio dalle persone, a seconda dei casi.
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Assassinio sull’Orient Express
Quello che inizia come un viaggio di lusso in treno attraverso l’Europa diventa improvvisamente uno dei più eleganti, ricchi di tensione ed emozionanti murder mistery mai narrati: trasposizione moderna, ma calata nel contesto originale. Branagh dirige con estro e gusto questa nuova versione, straricca di grandi nomi nel cast, con se stesso nel ruolo del baffuto protagonista Hercule Poirot. La raffinatezza stilistica lo rende un film benvoluto e che non sfigura a confronto con la versione di Sidney Lumet del 1974.
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Artemis Fowl
Discendente di una lunga stirpe di menti criminali, il geniale dodicenne Artemis Fowl si trova coinvolto in una battaglia che richiederà tanta forza e furbizia contro una potente razza segreta di fate, possibili responsabili della scomparsa di suo padre.
Sì, siamo perfettamente consapevoli che il titolo dell’articolo è “I 10 film imperdibili di Kenneth Branagh” e un film come Artemis Fowl… è meglio perderlo che trovarlo. Però, nello scoprire un autore, anche i dolorosi tonfi sono interessanti da studiare e cercare di comprendere.
Cosa è andato storto con un film che invece, potenzialmente, poteva essere l’inizio di un redditizio franchise per Disney?
Artemis Fowl è davvero unico. In tempi difficili, un genio del crimine di dodici anni è un compagno di viaggio veramente formidabile. Brillante e divertente, accompagnerà il pubblico verso nuovi mondi dove incontrerà personaggi indimenticabili, tra magia e caos. La sua famiglia è molto importante per lui e, anche se non lo ammetterebbe mai, sarebbe orgoglioso quanto me che le famiglie di tutto il mondo potranno godersi la sua prima incredibile avventura sullo schermo, insieme, su Disney+.
Ha affermato il regista, poco prima del debutto della pellicola sulla piattaforma.
Basato sull’epica serie best seller firmata da Eoin Colfer, il film doveva uscire nei cinema ma, con la scusa delle sale chiuse per pandemia, è atterrato direttamente su Disney+, con risultati purtroppo sconfortanti. La pellicola scricchiola da molteplici punti di vista, soprattutto per via di una sceneggiatura che si prende fin troppe libertà rispetto all’originale, adattando un immaginario ben definito in maniera scollata e poco accattivante. In sostanza, un film che finisce per scontentare sia i fan dei romanzi originali sia il nuovo pubblico, che fatica ad affezionarsi ai personaggi e anche, semplicemente, a comprendere le basi di quanto sta succedendo. La mano di Branagh, inoltre, si nota ben poco. Davvero un peccato, perché le potenzialità erano decisamente altre.
Tenet
L’ambizioso thriller fantascientifico di Nolan, avvolto nel mistero fino alla sua uscita nelle sale, ha disatteso le aspettative di alcuni ma, sicuramente, ha dalla sua un comparto tecnico e attoriale di prim’ordine: al suo interno è presente, insieme a John David Washington, Robert Pattinson e molti altri, anche Branagh, nel ruolo dell’ambiguo Andrei Sator. Un ruolo insolito, che gli consente di mostrare sfaccettature ancora inedite nonostante la sua lunghissima carriera attoriale.
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Assassinio sul Nilo
L’assassino torna sempre sul luogo del delitto e Branagh è inevitabilmente tornato a realizzare un nuovo film tratto da un celebre libro di Agatha Christie: un film che ha avuto diverse traversie nell’arrivare nei cinema ma che, infine, è stato quel che doveva essere: la conferma definitiva che Branagh può realizzare pellicole moderne dal sapore “antico” unendo autorialità e blockbuster. C’ha provato diverse volte, spesso non c’è riuscito, ma la formula è stata affinata e non ci stupiremmo se oramai il tutto divenisse un appuntamento quasi fisso per una serie vera e propria di film di e con il cineasta britannico.
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Belfast
La capitale dell’Irlanda del Nord è anche il luogo di nascita di Branagh, un luogo che ha per lui un profondo significato, che ha tentato di spiegare nel suo ultimo, semi autobiografico (e sicuramente molto personale) film, a cui ha dato il nome della città stessa. Un racconto di formazione in cui un bambino vive i tumulti della crescita insieme a quelli della città in cui vive e cresce.
Malinconico e trasognato, lontano dall’epica e dalla patinatura di altre pellicole, si tratta di una confessione intima e profondamente autoriale, tutta da scoprire.
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Belfast è attualmente al cinema, distribuito da Universal Pictures.