Il Neuralink di Elon Musk ha dimostrato che il mondo intero sia ben interessato alle possibilità offerte dagli impianti neurali, soprattutto in funzione del recupero degli arti paralizzati. Sfortunatamente una simile tecnologia è ancora estremamente acerba, tuttavia la comunità accademica ha recentemente messo a punto una dimostrazione di come simili impianti neurali possano essere applicati a un paziente paralizzato, una dimostrazione che lascia ben sperare per il futuro.

I ricercatori della Stanford University hanno piazzato due impianti nella corteccia premotoria di una persona paralizzata, quella zona in cui si sviluppa l’intenzione di compiere un movimento, quindi hanno studiato e codificato gli impulsi, creando un sistema di alfabeto pratico e utilizzabile.

In pratica, il paziente immaginava di scrivere e gli strumenti, decifrandone il desiderio, riportavano le lettere opportune sullo schermo del computer. L’uomo è così riuscito a battere 90 caratteri al minuto, con un tasso di precisione che ha raggiunto il 95 per cento. 99, se si mantiene attivo un autocorrettore.

In passato, questo genere di esperimenti erano tarati perché gli impianti decifrassero alcuni stimoli in relazione a una tastiera virtuale di riferimento, tuttavia manovrare il cursore con la mente è inefficiente, lento e richiede una certa quantità di addestramento.

Gli scienziati coinvolti nel progetto, pur essendo entusiasti dei risultati, ricordano che lo strumento “non sia ancora completo“, che non possa avere una vera e propria funzione clinica. I test sono stati effettuati solamente su un unico paziente e non è ancora stato trovato un modo adeguato di gestire la punteggiatura.

In più, sostengono i ricercatori, il sistema va ricalibrato almeno una volta alla settimana, poiché alterazioni minori della risposta agli impianti neurali – forse causati da minuscoli tessuti cicatrizzali – fanno sì che gli equilibri del soggetto paralizzato alterino notevolmente nel tempo, imponendo un tasso di errore evidente.

Detto questo, questo primo spaccato mette in mostra le infinite possibilità del sistema, sistema il cui sviluppo cade ancora molto sul mondo clinico accademico.

 

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