Un principe in esilio su cui pende una terribile maledizione, una principessa spettro che odia l’uomo, una donna alla guida di una comunità di fabbri e un avido bonzo sono i protagonisti di Principessa Mononoke, sesto film scritto e diretto da Hayao Miyazaki.

Era il 12 luglio 1997 quando nei cinema giapponesi venne proiettato Principessa Mononoke (もののけ姫 Mononoke-hime, letteralmente La principessa spettro). Sesto film di animazione del Maestro Hayao Miyazaki, prodotto come sempre dallo Studio Ghibli, può essere considerato il suo capolavoro.

La pellicola arriverà nei cinema italiani nel maggio del 2000. Distribuito dalla Buena Vista International sotto marchio Miramax Films. Successivamente nel maggio del 2014 è tornato nelle sale grazie a Lucky Red. La nuova edizione presenta un doppiaggio più fedele all’originale.

Principessa Mononoke ha avuto una gestazione lunga ben 20 anni.

Principessa Mononoke rientra in quei film che hanno avuto una lunga gestazione. Per la precisione ben vent’anni. Negli anni ’70 il regista aveva disegnato bozzetti di una storia che vedeva protagonista una principessa che viveva in una foresta in compagnia di una creatura selvaggia dall’animo gentile. La bestia aiuta la ragazza in cambia della promessa di poterla sposare. Tuttavia nel corso delle loro avventure la principessa si innamora della creatura dando così vita ad un vero sentimento d’amore.

Negli anni ’80 la storia viene presa in considerazione per un film, ma gli viene preferito Laputa – Castello nel cielo.

La storia ideata viene presa in considerazione per un film, ma venne preferito Laputa – Castello nel cielo. Il racconto ed i disegni preparatori vennero pubblicati come libro illustrato nel 1983. Dieci anni dopo la Tokuma Shoten ripubblicò la storia in previsione dell’adattamento animato.

Ma sorsero da subito delle difficoltà. Elementi dell’aspetto della bestia era già stati usati in Il mio vicino Totoro e la storia sarebbe stata troppo simile a La Bella e La Bestia Disney. Tale blocco lo indusse ad accettare la realizzazione del video musicale On Your Mark del duo giapponese Chage & Aska.

 

Principessa Mononoke recensione

 

L’idea di Miyazaki era quella di rappresentare un’epoca di conflitti di cambiamenti.

Quando Miyazaki presentò allo Studio le nuove idee per Principessa Mononoke la storia era completamente diversa. Il regista aveva intenzione di dare vita ad un dramma storico non stereotipato.

Voleva rappresentare un’epoca di conflitti e cambiamenti. Il periodo che ha dato origine al Giappone moderno rappresentando lo scontro tra uomo e natura. Senza avere una sceneggiatura pronta il regista iniziò a disegnare. Con una trama non definita, quando il film entrò in produzione solo un terzo dello storyboard era pronto.

Nonostante le molte incertezze sulla trama e sulla riuscita del film – per ottenere margine di profitto avrebbe dovuto incassare 67 miliardi di lire – Principessa Mononoke fu un grande successo al botteghino. Solo il giorno della prima a Tokyo davanti al cinema vi era una fila di 2300 spettatori. In soli tre mesi la pellicola venne vista da dieci milioni di persone ed incassò 120 miliardi di lire, polverizzando molti record.

Principessa Mononoke fu un grande successo al botteghino. Un risultato che sorprese lo stesso regista.

Un risultato che sorprese lo stesso regista che più volte in varie interviste ha dichiarato di non riuscire a comprendere del tutto cosa aveva realizzato. Ironizzando sul successo del progetto il regista ha dichiarato:

Si vede che sono tornati perché la prima volta non ci hanno capito nulla.

 

Principessa Mononoke Hayao Miyazaki Recensione

 

Ambientata durante il periodo Muramachi, la vicenda vede protagonista il principe Ashitaka, costretto a lasciare la sua tribù per trovare un rimedio alla maledizione che lo affligge.

Giappone, periodo Muramachi. Il progresso tecnologico inizia a turbare l’equilibrio ecologico in un Paese ancora coperto di foreste e selvaggio. Dopo millenni in cui uomo e natura hanno vissuto in armonia, l’ordine gerarchico che regna da millenni comincia a crollare.

Nel nord dell’Arcipelago vive la pacifica tribù degli Emishi, il cui futuro capo è il giovane principe Ashitaka. La pace del villaggio viene interrotta da un cinghiale selvatico posseduto da una divinità malvagia.

Il principe lo uccide ma resta ferito ad un braccio e colpito da una maledizione che potrebbe portarlo alla morte. Ashitaka sarà così costretto a partire verso Ovest dove potrebbe trovare il modo di neutralizzare la maledizione.

Durante il viaggio incontra Jiko, un avido bonzo. Questi rivela al giovane l’esistenza di una foresta in cui vive il Dio-Bestia, creatura mitica che regna sul mondo animale e vegetale, dotata di poteri soprannaturali.

Con il suo peregrinare Ashitaka giungerà nel villaggio dei Tatara, comunità di fabbri guidata con pugno di ferro da Madame Eboshi. Qui la donna accoglie gli ammalati, le donne perdute e i contadini senza terra, per difenderli dai clan vicini. Ma la donna e la città con il disboscamento per l’alimentazione delle fucine si sono attirati l’odio di San, ragazza selvatica allevata dai lupi. La ragazza è soprannominata Principessa Mononoke, “la principessa degli spettri”.

Dopo uno scontro con San, che si era introdotta nella città per uccidere Eboshi, Ashitaka riporta la principessa svenuta nel folto della foresta. Lì incontra il Dio-Bestia e successivamente assisterà al feroce combattimento tra gli uomini e gli dei della foresta. Riuscendo a restituire la vita perduta alla foresta, il giovane principe riuscirà a far vivere in pace uomini, animali e dei.

 

 

Principessa Mononoke recensione

 

 

Il film è ambientato in un medioevo fantastico nel quale si intrecciano epoche diverse. Un’età di passaggio in cui il Giappone si sta modernizzando.

Principessa Mononoke è ambientato in medioevo fantastico nel quale si intrecciano epoche diverse, dai samurai realmente esistiti al popolo leggendario degli Emishi.

Un’età di passaggio in cui il Giappone si sta modernizzando. Inizia a nascere l’industria e le armi si evolvono, facendo divenire la spada e l’arco obsolete.

Un’epoca che diviene il corrispettivo antico del Giappone moderno, in cui il conflitto natura-uomo si ripropone. Una vicenda dove è forte il parallelismo tra passato e presente. Esempio lampante è la scena dell’esplosione del dio Cervo che è ispirata alle riprese filmate degli esperimenti nucleari americani. Un’esplosione che ricorda quella delle bombe atomiche.

Un prodotto dove tutto è riproposto nei minimi particolari, dagli abiti alla lavorazione del ferro, passando per la riproduzione della natura. Per quanto riguarda quest’ultima Miyazaki portò i suoi collaboratori a visitare la riserva naturale di Okushima. Un luogo antico e sconosciuto agli stessi giapponesi, il più adatto per poter riproporre in pieno la sacralità della natura.

Si ritrovano tutti i temi cari al regista nipponico, iniziando dall’ecologismo.

Un film in cui vi si ritrovano tutti i temi cari al regista nipponico, iniziando dall’ecologismo. La vicenda infatti si svolge in un’epoca in cui ormai l’uomo e la natura non vivono più in armonia come un tempo.

Dove il primo non fa che profanare e distruggere la seconda, che è la vita stessa. Arrivando persino ad uccidere il dio che la governa, poiché guidato solo ed esclusivamente dall’avidità. Incurante delle conseguenze.

 

Principessa Mononoke recensione

 

Temi portanti della pellicola sono la mancanza di comunicazione, che innesca la lotta tra gli uomini e gli dei della natura, e la necessità di mediazione, che permetterebbe di giungere ad una soluzione pacifica. Ma la mancanza di entrambe rende ciechi sia uomini che dei, che non riescono a «guardarsi con occhi non velati di odio». Ci riusciranno solo dopo aver capito l’uno l’importanza dell’altro.

Temi portanti sono la mancanza di comunicazione, la necessità di mediazione e la discriminazione.

Argomento importante è quello della discriminazione. Questo è rappresentato dall’esilio del principe Ashitaka ed impersonato da San. Il ragazzo si è macchiato del delitto di un dio, anche se costretto poiché divenuto ormai un demone distruttore. San invece non è né lupo né umana, e quindi rifiutata da entrambi i mondi. Entrambi sono personaggi pieni di incertezze e senza posto in un mondo che sta andando alla rovina.

Forte è la presenza di creature di altri mondi. Troviamo i Kodama, animali-dei e il dio della foresta.

Forte è la presenza di creature di altri mondi. Troviamo i Kodama, gli spiriti degli alberi; animali-dei (lupi, cinghiali, scimmie) e sopratutto il dio della foresta, sdoppiato in Shishigami, il dio cervo, e Daidarabotchi, colui che cammina nella notte. Un dio dal doppio volto, animale ed umano, dal sorriso misterioso, simbolo dell’equilibrio tra gli opposti. Simbolo della convivenza nelle diversità che è il messaggio ultimo del film. Non a caso i due protagonisti si riavvicinano nella diversità. La vicenda inizia nell’odio ma finisce con un bagliore di speranza. Esempio è l’ultima immagine: un Kodama sopravvissuto.

 

 

principessa mononoke studio ghibli 1997 recensione

 

 

Principessa Mononoke è uno dei pochi film di Miyazaki ad avere un protagonista maschile.

Nei film di Miyazaki raramente i personaggi maschili sono protagonisti, e Principessa Mononoke è una di queste eccezioni.

Ashitaka è un principe costretto a lasciare il suo villaggio perché colpito da una maledizione, e il cui comportamento generoso non porta che dolore. Anche se non sono protagoniste, le donne nei film del Maestro dell’animazione orientale hanno sempre un ruolo fondamentale.

Eboshi e le donne della città del ferro rappresentano l’emancipazione femminile, essendo il capo ed il motore della città del ferro; mentre San è il simbolo dello spirito della vendetta, significato della parola Mononoke. La ragazza convive con il proprio lato debole, la sua umanità, cercando di superarlo.

I protagonisti di Miyazaki sono caratterizzati da tolleranza, capacità di ascolto, altruismo e compassione, ma sono anche pieni di dubbi e sempre in cerca di sé stessi.

I protagonisti di Miyazaki sono caratterizzati da tolleranza, capacità di ascolto, altruismo e compassione, ma al contempo sono pieni di dubbi e sempre in cerca di sé stessi, risultando in questo modo più credibili.

 

Principessa Mononoke dio cervo

 

È il primo film di Miyazaki in cui vi è una massiccia presenza di computer grafica.

Il film si differenzia dagli altri lavori del Maestro anche per motivi tecnici. Principessa Mononoke è il primo lungometraggio di Miyazaki in cui vi è una massiccia presenza di computer grafica.

Tale tecnica è stata utilizzata in fase di coloritura alla parte finale del film, permettendo così il suo completamento nei tempi previsti. Inoltre si è ricorsi agli strumenti di integrazione fra animazione tradizionale e grafica 3D.

Principessa Mononoke è il film più cupo e più violento di Miyazaki.

Principessa Mononoke è il film più cupo e più violento di Miyazaki. Il regista mette in evidenza tutto il suo pessimismo per il disfacimento del mondo da parte dell’uomo. Una vicenda che nasce ed è pervasa dall’odio, ma il finale lascia intravedere uno spiraglio di speranza. Il principe Ashitaka riesce a «vedere con occhi non velati dall’odio» e così è in grado di aprire gli occhi al prossimo.

 

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