Non è mai semplice riuscire a parlare di opere cinematografiche come quelle di un autore come Nicolas Winding Refn, in cui il confine tra cinema e video arte diventa sottilissimo. The Neon Demon, dopo essere stato presentato in concorso al 69esimo Festival di Cannes, arriva finalmente al cinema ponendosi come la massima espressioni artistica di un regista così complesso come il danese Refn.

The Neon Demon, ultimo lungometraggio del danese visionario Nicolas Winding Refn, si pone, a livello estetico, come la naturale evoluzione dopo Solo Dio Perdona (2013).

Il morbo della bellezza, un grande demone dalle luci al neon e dal cuore fatto di lustrini.

Ciò che vi colpirà immediatamente di questa pellicola sono i suoi colori sgargianti, la fotografia perfetta ed estrema, i volti di porcellana delle protagoniste consumate dal morbo della bellezza, un grande demone dalle luci al neon e dal cuore fatto di lustrini.

Indubbiamente una delle opere più complesse del regista danese, in bilico tra il thriller e l’horror. Un enorme spot pubblicitario, che mette in mostra la sua merce più bella e, al tempo stesso, ne mostra il suo lato più malvagio e marcio.

The Neon Demon è un film simbolico, ricco di metafore sottili e di non facile comprensione. Se amate i film dalle trame solide e gli intrecci corposi, questo non è assolutamente un film che fa per voi.  Definire The Neon Demon film sarebbe, addirittura, riduttivo.

Quella di Refn è una vera e propria opera d’arte dove cinema, musica, danza e fotografia si mescolano in un vortice conturbante e disturbante. Se ne esce frastornati, ammaliati, infastiditi e disgustati.

 

The Neon Demon

 

La grande potenza di The Neon Demon. Nel bene o nel male è impossibile lasciare la sala indifferenti.

La grande potenza di The Neon Demon, così come del cinema di Refn in generale, è riuscire a colpire tutto il suo pubblico. Nel bene o nel male è impossibile lasciare la sala indifferenti e lo scopo del regista è proprio questo: lasciare una breccia, amorevole o dolorosa, nel petto di chi lo sta guardando.

Inutile tentare di trovare a qualsiasi costo la risposta alle domande che sorgono nel corso della narrazione.

Il grande cinema visionario contemporaneo, da Gus Van Sant a David Lynch, passando per Terrence Malick e David Cronenberg, arrivando a Paul Thomas Anderson e lo stesso Refn, è da sempre caratterizzato da pellicole con grandi interrogativi.

La famosa scatola e chiave in Mulholland Drive di David Lynch: quanti ancora stanno cercando una risposta? Ma la chiave del film è davvero la risposta a questa domanda o, piuttosto, il film in sé?

Lasciate a casa ogni interrogativo, e concentratevi sulle immagini che vi si stanno proponendo. Basta osservarle poco di più, farsi trasportare dalle visioni e suggestioni che hanno guidato il regista per poter comprendere, almeno un briciolo di più, il cuore pulsante di questo film.

Fatte le dovute premesse e ribadendo che un cinema come questo o lo si ama per quello che è oppure lo si lascia semplicemente lì senza nemmeno avvicinarvisi, entriamo nel vivo di questa enigmatica pellicola.

 

The Neon Demon
The Neon Demon è una storia, non convenzionale, di bellezza ma anche di perversione. Luce e ombra, vita e morte. Elementi che, come nello ying e nello yang, si fondono tra di loro.

Quello di Refn sembra essere un’omaggio alla bellezza più estrema, ma anche una critica spietata nei confronti di tutta quella bestialità che si nasconde in un elemento così puro.

Un bellezza che rende ciechi, assetati di sangue e potere.

Un bellezza che rende ciechi, assetati di sangue e potere. Refn, attraverso il personaggio di Jesse, la bellissima e dolcissima Elle Fanning, porta in scena entrambe le facce della medaglia, spingendo la sua protagonista verso una vera e propria iniziazione all’interno di un mondo che la distruggerà letteralmente.

 

The Neon Demon

 

Jesse è una ragazza dalla bellezza sconvolgente.

Jesse è una ragazza dalla bellezza sconvolgente. Candida, pura, innocente. Dove c’è lei è come se spuntasse il sole. Trasferitasi a Los Angeles per inseguire il sogno di diventare modella, obiettivo che raggiunge con estrema facilità, Jesse viene immediatamente corrotta dalle luci al neon delle passerelle e set fotografici.

Oro, lustrini, patinature. Jesse è totalmente sedotta da questo mondo che la venera come se fosse una dea, tornando brevemente alla realtà solo quando si trova tra le mura dello squallido motel in cui alloggia.

Essere perfetti comporta molti rischi, soprattutto in un mondo così feroce e spietato come la moda, dove nulla viene regalato.

La sua bellezza e giovinezza vengono fagocitate da due modelle,  Sarah (Abbey Lee) e Gigi (Bella Heathcote), e dalla truccatrice Ruby (Jena Malone), le quali, in un modo o nell’altro, vorrebbero farla propria.

Jesse inizialmente sembra un diamante distante. Impossibile da avvicinare, da toccare. Troppo innocente, a tal punto da provocare un estremo senso di odio e disprezzo. Un diamante da infrangere, deturpare, sporcare.

 

 

The Neon Demon

 

 

Nicolas Winding Refn con la sua bellissima musa Elle Fanning, mette in atto la profanazione del personaggio di Jesse. È la sua stessa bellezza a tradirla e accecarla. Esattamente come il mito di Narciso, Jesse resta vittima del suo volto, del suo corpo, delle attenzioni ricevute da chiunque le stia intorno.

Impossibile distinguere le influenze positive da quelle negative. Jesse è stata già inglobata dal “neon demon”, il quale si mostra in tutta la sua sublime ferocità.

L’iniziazione di Jesse è un gioco psichedelico di luci e forme. Una spirale dalla quale è impossibile sfuggire. La musica estrema, rimbomba feroce nelle orecchie, mentre le luci squarciano lo schermo.

Refn usa una fotografia molto invasiva.

Refn usa una fotografia molto invasiva. Colori accesi, passando dal bianco infinito e calmo dei set fotografici, per arrivare ai giochi di luce cupa delle passerelle, delle visioni di Jesse e dei personaggi della pellicola. In tutto queste non si dimentica la fotografia in esterna, volutamente più grezza ma non per questo non ricercata.

In The Neon Demon tutto trasuda un esponenziale feticismo nei confronti del dettaglio, studiato al microscopio.

Tutto, dalle pochissime parole usate nelle sequenze meno dilatate, ai colori, passando per i suoni e gli ambienti, così come per i vestiti e i trucchi, è studiato affinché evochi lo stato d’animo dei personaggi e della situazione che si sta vivendo.

 

 

the neon demon

 

 

Brioso e al tempo stesso grottesco. The Neon Demon è un’ombra costante che ci accompagna dall’inizio della proiezione, fino alla fine. L’estrema bellezza dell’immagine, la quale si squarcia sul finale in un’onda di scintillanti gocce rubino.

Estasi. Perversione. Fascinazione.

Il sonoro ha una funzione disturbante, ricordando moltissimo il sound design utilizzato nei migliori film di David Lynch. Stordisce spettatore e personaggi. Agisce come una droga, straziando il silenzio e lasciando uno stato di angoscia dal quale è impossibile uscirne.

La composizione è affidata a Cliff Martinez, musicista e compositore di colonne sonore, giunto alla sua terza collaborazione con Refn. Martinez, infatti, si era già contraddistinto nelle pellicole Drive (2011) e Solo Dio Perdona. Che altro potevamo aspettarci da questo artista se non la vera e propria perfezione sonora?

Refn non manca di regalare scene più feroci, sebbene collocate esclusivamente nella parte finale del film.

Refn non manca di regalare scene più feroci, sebbene collocate esclusivamente nella parte finale del film, dal gusto quasi splatter, ricordando moltissimo la sua intera filmografia che si altalena tra immagini di pura bellezza estatica e grezzi stralci di vite, reali e non, prive di umanità.

 

The Neon Demon

 

Le giovanissime attrici scelte da Refn si dimostrano essere perfettamente all’altezza del compito. Grande sorpresa soprattutto Abbey Lee e Bella Heathcote. Nei loro silenzi e incredibili occhi grandi e vitrei si può scorgere il dolore, la sofferenza, la solitudine di un lavoro che consuma nel profondo.

Una bellezza effimera e distruttiva. Un continuo combattere con i secondi che passano, sempre attente a non essere surclassate dalla nuova arrivata.

I loro volti scavati valgono più di qualsiasi altra parola. La loro follia è affascinante e, al tempo stesso, colma di una pietà di cui non si può fare a meno.

Nell’ultima scena di chiusura della pellicola, Refn concentra tutte le risposte e il significato della sua storia su questi due personaggi. Distrutti, affaticati, arrivati al punto di non ritorno.

Significativa e macabra la chiusura finale. Dilatata fino all’estremo. I demoni vengono finalmente alla scoperto, uccidendo definitivamente l’umanità dei protagonisti, riassumendola in un’unica semplice lacrima su abbondanti quantità di trucco e patinatura.

 

 

The Neon Demon

 

 

Non da meno l’interpretazione di Jena Malone, una vera e propria mantide religiosa dai capelli rossi e gli occhi verdi. Un personaggio estremamente borderline, approfondito soprattutto nella seconda parte del film.

Ruby è una vera e propria sirena. In lei scorre un fuoco amico ma che in pochissimo tempo si può trasformare in una minaccia per chiunque le si avvicini. L’accettazione del suo demone è quella più pacifica, a differenza di Gigi che ne viene distrutta e Sarah che, pur accettandolo, ne resta deumanizzata. Ruby scivola fino all’inferno, immergendosi in una lava di peccati, prima di emergere più forte di prima, consapevole della sua natura perversa e maligna.

Elle Fanning ha un ruolo particolare, a una prima impressione stucchevole e fin troppo raffinato. Il suo cedere alla vanità tramuta il personaggio, rendendolo consapevole di una bellezza che, però, diventerà la sua stessa rovina.

 

 

The Neon Demon

 

The Neon Demon è la rappresentazione della bellezza.

The Neon Demon è la rappresentazione della bellezza. Una bellezza che non perdona e fa terra bruciata attorno a sé. Bellezza che confonde e consuma. Bellezza che esige un riscatto altissimo, conducendo alla follia e alla ritualità folle del cannibalismo.

Bellezza intesa non come elemento importantissimo, ma come unico elemento di vitale importanza nell’esistenza umana.

The Neon Demon è una visione. Un’esperienza sensoriale che supera le barriere della tradizionale concezione di cinema. Un cinema per gli amanti dello sfrenato estetismo fatto di immagini dilatate e suoni distorti. Un cinema privo di schemi logici e di trame lineari.

Nicolas Winding Refn parte da un proprio sogno e riesce a realizzarlo, portando al cinema la massima espressione del suo stile poetico dell’immagine. La pellicola più estrema che il danese abbia mai fatto. La sua opera d’arte, ma non filmica, migliore. Il compimento di un sogno divenuto incubo al neon. Un’esperienza che non vi lascerà indifferenti.

The Neon Demon vi aspetta dall’8 Giugno nelle sale italiane.