Oh oh oh, tra poco sarà Natale, e tutti i piccoli nerd riceveranno il loro regalo! Chi porterà loro il regalo? Babbo Natale of course! E chi produrrà il loro regalo?

In questa puntata natalizia di #Nerdeconomy andremo a sbirciare le catene di montaggio artiche, dove la fabbrica dei sogni produce i nostri giocattoli.

Bene anche quest’anno tutti stiamo compilando la nostra letterina di Natale. I nerd stanno compilando quella per il Natale del prossimo anno così da dare a Babbo Natale il tempo di schedulare la produzione in maniera ottimale.

E il 25 dicembre troveremo sotto l’albero i doni richiesti l’anno scorso.
Ma anche con così tanto tempo a disposizione, siamo sicuri di ricevere quello che vogliamo?

In questa puntata natalizia di Nerdeconomy – modellizzazioni semiserie nel mondo nerd, andremo a sbirciare le catene di montaggio artiche, dove la fabbrica dei sogni produce i nostri giocattoli.

 

 

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Logistica di Produzione

I fisici vorranno farvi credere che Babbo Natale non esiste citando attrito, massa, velocità e altre simili corbellerie.

Nonsense!

Tutti noi riceviamo/abbiamo ricevuto i nostri doni e, se è successo, è perché Babbo Natale è riuscito a consegnarceli.

Come?

Non importa il come, ma è successo.
Dopotutto come può uno scoglio arginare il mare?
Non ne ho idea ma ci riesce.

Non ci importa nemmeno di sapere da dove Babbo Natale prenda tutto il capitale per far girare la sua macchina produttiva: gli elfi lavorano gratis è vero, ma tonnellate e tonnellate di materie prime non arrivano al Polo Nord da sole.

In realtà credo che la dicotomia Jess the Kid – Babbo Natale in merito ai regali rappresenti la suddivisone dei compiti.

Jess the Kid ci mette i capitali e gestisce la parte finanziaria, Babbo Natale è il direttore di produzione e gestisce anche la logistica di distribuzione.

Dopotutto Jess the Kid è in giro da più di 2000 anni quindi avrà accumulato un bel po’ di capitale (ricordate gli elfi e l’interesse composto?).

Ci concentreremo quindi sul lato produttivo (si lo so che c’è già una puntata dei Griffin ma è estremamente lacunosa).

 

 

PPC – Production Programmation & Control

Per prima cosa chiediamoci cosa produce Babbo Natale. Ovviamente giocattoli!

Quanti ne produce? Ovviamente uno per ogni bambino!

Nel mondo il 27% della popolazione mondiale ha meno di 15 anni aka 1.915.920.000 bambini che richiedono altrettanti giocattoli.

Ovviamente Babbo Natale produce giocattoli di tutti i tipi ma si sa che le produzioni molto differenziate sono estremamente dispendiose, molto meglio produrre cars of any kind of color as long as it is black.
Di conseguenza Babbo Natale deve aver messo su una produzione con un confine di differenziazione molto alto.

Cosa significa?

Significa cercare di produrre praticamente la stessa cosa e differenziarla solo all’ultimo momento così da sfruttare al meglio la produzione serializzata (tipo McDonald).

Ora, io non ho idea di cosa combini esattamente Babbo Natale, ma possiamo provare a ipotizzarlo.

Esiste un qualche genere di produzione di giocattoli i cui pezzi vengono fatti singolarmente in grande quantità per poi essere combinati assieme a fine processo così da avere svariate combinazioni di prodotti finiti e che incidentalmente piacciono a tutti?

No, ma se esistesse mi piace pensare che sarebbe in Danimarca…
No wait! Esiste!

Quindi useremo i Lego per modellizzare il processo produttivo. Dopotutto il processo di Babbo Natale sarà di sicuro più complesso quindi l’approssimazione va bene.

Basterà poi sostituire “componenti” a “mattoncini” e avremo tutta la gamma di giocattoli producibili.

Quanti Lego sono prodotti ogni anno?
Pochi purtroppo, ne vorremo tutti di più…
Comunque circa 19.000.000.000 di mattoncini, 19 miliardi.

Si ma i pezzi singoli non piacciono a nessuno, passiamo ai set.
La Lego produce decine di set di svariate dimensioni, grati al nostro principio di prudenza prenderemo i set più piccoli possibili (nel limite della decenza) ossia quelli di 25 pezzi (fonte autocit.).

Quindi ogni anno la Lego potrebbe produrre potenzialmente 760.000.000 di set.

Ora vi starete chiedendo “Ma amme che me ne frega amme della Lego?”
Ovviamente nulla (a parte che se non andate su di giri appena leggete “Lego” siete delle persone orribili), ma in realtà i numeri ci servono per stimare la produttività degli impianti di Babbo Natale.

La Lego da lavoro a 10.400 persone.
Non so quante di esse producano realmente cose e quante invece siano amministrativi.

Essendo un’azienda che produce cose direi che la maggior parte è gente che lavora al processo produttivo ma di nuovo voliamo alto: diciamo che il 50% degli assunti abbia a che fare con la produzione, di conseguenza ogni uomo-lego produce 146.154 set all’anno.
Mica male!

In una vita nessuno di noi nemmeno li monterebbe tutti quei set.

Diciamo quindi che la produzione di giocattoli/uomo (o elfo) è di circa 150.000 pezzi anno.

 

 

The Santa’s Inc.

Ipotizziamo ora che tutti gli elfi di Babbo lavorino con questi ritmi e che, soprattutto, siano in grado di gestire tutta la parte di packaging, spedizione, magazzino, l’area amministrativa e organizzativa senza intaccare questa capacità di fare pezzi.

Quindi ogni Elfo produce 150.000 giocattoli l’anno e, nel tempo libero, fa tutte le altre cose che servono a un’azienda.

Ma quanti Elfi producono per Babbo?
Questa è una bella domanda.
Le fonti sono molto discordanti.
Wikipedia da un valore compreso tra 36 e 211.
The North Pole parla di 200 elfi.
Yahoo Answer parla di migliaia e migliaia (o di 300).

Come orientarsi?
Bhe abbiamo un’altra freccia la nostro arco: la demografia sociale.
Il buon Babbo Natale vive in un villaggio al Polo Nord, tutti quanti sono d’accordo su questo.
Quindi quante persone deve avere un insediamento per essere considerato un villaggio?
Circa 200-500 persone e comunque meno di 1000 (che tra l’altro conferma le fonti più affidabili).

Come base per i nostri calcoli useremo quindi, per iniziare, 250 elfetti.

Nota: da qui in poi i calcoli sono fatti conteggiando la produzione in giocattoli/elfo/ora il valore è 93.75.

 

 

Il Freddo Inverno delle Scadenze

Oh oh oh piccoli elfi, iniziamo a produrre regali! Oh oh oh.

Gli elfi si posizionano alle catene di montaggio, un jingle natalizio riempie l’aria mentre dei maxi-schermi proiettano immagini di bambini e bambine che ridono felici mentre aprono i regali.
La catena parte e i primi pezzi iniziano a essere sfornati.
Fuori immense navi scaricano tonnellate di materiale, rapidamente convogliato verso le linee produttive.

Oh oh oh pensa Babbo Natale.
Oh oh oh dice Babbo Natale.

È di buon umore, ha ottimizzato le linee al punto che la produzione è un flusso teso continuo, i kan-ban sfrecciano, i pezzi non stanno mai fermi, i magazzini intermedi sono vuoti.

Osserva le proiezioni di produzione.
Oh oh oh 150.000 giocattoli/elfo, 250 elfi, per il 25 dicembre avremmo prodotto circa…
Tlen tlen fa la calcolatrice meccanica.
Il 2% della domanda?! Oh oh oh.
Non va mica bene. Oh oh oh.

Così un paio di settimane dopo Babbo Natale convoca i capi reparto e dice loro che saranno necessari degli straordinari, nulla di eccessivo diciamo 2 ore al giorno (che nella riunione successiva diventeranno 4).
Gli elfi accettano di buon grado…

Passano alcuni giorni.

Oh oh oh come stiamo messi?
3%?! Oh oh oh.

Babbo Natale richiama i capi elfi (e stavolta anche i sindacati), la produzione non ammette blocchi… Bisogna lavorare anche il sabato…
Mugugni.
Ma niente in confronto alla settimana successiva quando anche la domenica viene abolita.
La produzione cresce di un altro punto percentuale.

Oh oh oh.

La volta successiva che vengono convocati gli elfi sono preoccupati, ma Babbo Natale non può lasciare tristi i bambini e le bambine di tutto il mondo.
Questa volta sono le ferie, la mutua e le festività ad essere abolite, si lavora tutti i giorni per 12 ore (diventeranno 16 da li a poco).

Lo sforzo produttivo da i suoi frutti, ma siamo solo al 7%.

Babbo Natale non sa bene che pesci pigliare.
Ma ecco l’illuminazione: il manuale di D&D, gli elfi possono dormire solo 4 ore per notte per essere risposati!

Oh oh oh.

Al successivo incontro gli elfi sono decisamente più scontrosi ma Babbo Natale impone le sue condizioni: si lavora 20 ore al giorno, ogni giorno.
Nonostante ciò la produzione sfiora appena il 9% della domanda.

La situazione non è buona, non ci sono più fisicamente ore da impegnare (anche la pausa pranzo è stata tagliata), l’unica possibilità è aumentare il personale.

Oh oh oh se aumento il personale tutti lavoreranno meno e saranno più felici oh oh oh.

Babbo Natale prende il telefono.

“Pronto chi parla?”
“Jess we need to cook sono io, Babbo Natale…”
“Dimmi.”
“Avremmo dei problemi con le scadenze… tutti lavoriamo duro ma… ecco mi servirebbero più elfi…”
“Più elfi? Non mi sembra per nulla una buona idea.”
“Eh lo so che li sto mettendo un po’ sotto ma spero di migliorare presto le loro condizioni…”
babbo“Ma chissene delle loro condizioni. Già ci sono tumulti e scioperi come pensi di controllare più elfi?”
“Non ne ho idea… magari potrei prendere anche qualche supervisore… magari potrei chiedere ad alcuni elfi di controllare gli altri… qualche consiglio?”
“Non ne so molto di ste cose comunque aspetta un attimo.”
Clikkete clikkete
“Ti ho preso un libro su Amazon “Storia e organizzazione dei campi di concentramento” sembra un manuale guarda se ci trovi qualche buona idea, domani ti mando altri 100 elfi.”
“Ok, grazie Jess…”
“Ah e ricordati che quest’anno Nicholas vuole la Morte Nera, non combinare altri casini.”
“No no, tranquillo…”
“Shalom.”
“Shalom… Shalom…”

Ma per quanto il numero di elfi emploiato cresca la situazione rimane critica.

 

 

Conclusione

Dopo la prima chiamata se ne susseguono altre.

Il numero di elfi si incrementa fino a raggiungere il massimo possibile per il villaggio.

Ma nello stabilimento la situazione è allo sbando.
Gli elfi vivono attaccati alle loro postazioni nutrendosi tramite flebo e dormendo sulle sedie.
La maggiorparte di loro fa pesante uso di cocaina, benzedrina e altre metanfetamine per reggere gli aberranti ritmi di produzione.
Quando un elfo crolla in preda agli spasmi rovesciando gli occhi all’indietro i compagni lo spingono di lato per evitare che intralci i carrelli che corrono senza sosta tra le corsie.
Se dopo 4 ore non si è ripreso gli coprono gli occhi e recitano una preghiera silenziosa sulle note degli onnipresenti jingle.

Ogni tanto alzano lo sguardo ai grafici di produzione che segnalano come la produttività stia per raggiungere l’obiettivo, basta solo un poco più di impegno…
Ma nell’ufficio di Babbo i grafici dicono tutt’altra cosa.
Non ci sono più margini di manovra, non si possono più aumentare gli elfi e non si possono più aumentare le ore.
E la produzione coprirà al massimo un terzo della domanda.

Certo l’ufficio marketing ha velatamente fatto capire che basterebbe mandare i regali solo ai bambini ricchi ma Babbo Natale gli ha attaccato il telefono in faccia.
Lui è il Babbo Natale di tutti, il suo vestito non è rosso per caso.
C’è la Pravda sulla sua scrivania, sul muro c’è una foto di quando ha stretto a la mano a Trockij fingendosi se stesso a una festa del partito.
Eppure il sogno di un villaggio comunista è crollato, distrutto dalle leggi della domanda.

Ma Babbo Natale ha studiato molto bene anche il capitalismo per imparare a gestire la sua produzione e sa che c’è una cosa che il capitalismo sa fare molto bene, l’unica cosa che può ancora salvare il Natale.

Si avvicina alla vetrata che dà sulla fabbrica.
La grossa manona si stringe su una leva rossa incassata nel muro.

Oh oh oh
pensa Babbo Natale.
Oh oh oh dice Babbo Natale mentre una lacrima scorre sulla guancia perdendosi nella barba bianca.

Sotto gli elfi corrono da una parte all’altra senza sosta, impacchettando centinaia di migliaia di regali in una gara contro il tempo che non possono vincere.

Sospira.
Tira la leva.

Nello stabilimento i rulli si fermano di colpo, i nastri si bloccano stridendo tra sbuffi di vapore.
Gli elfi continuano a fare gli stessi movimenti ancora per alcuni secondi prima di accorgersi che le linee sono ferme.
Si guardano l’un l’altro senza capire.
Mormorano tra di loro.

Oh oh oh!
Si sente dagli altoparlanti.
Oh oh oh piccoli elfi, abbiamo prodotto tutti i giocattoli!
Gli elfi rimangono silenziosi.
Oh oh oh il lavoro è concluso, ci rivediamo l’anno prossimo, andate a casa ora e buon Natale! Oh oh oh.

Le porte si spalancano, fuori nevica.
Gli elfi iniziano a muoversi.
Prima poco alla volta poi sempre più in fretta.
E infine la gioia esplode: si abbracciano, piangono, urlano “Buon Natale!” mentre corrono a rivedere l’esterno.

In pochi minuti lo stabilimento rimane silenzioso.
Babbo Natale osserva le linee che non ripartiranno mai più.

Poi prende il telefono.

“Pronto chi parla?”
“Sono io, Babbo Natale”
“Dimmi”
“Abbiamo dei problemi”
“Problemi?” La voce dall’altro capo sale“Che genere di problemi?”
“Non riusciremo a produrre tutti i giocattoli…”
“NON RIUSCIRETE A PRODURRE TUTTI I GIOCATTOLI? Lo sapevo che non dovevo fidarmi di un grassone comunista e una manica di elfi debosciati che passano il tempo libero a sollazzarsi contro i precetti di Santa Romana Chiesa!”
“Non c’è problema… non avevano comunque tempo…” mormora Babbo Natale.
“COSA?”
“Niente, dicevo non c’è problema, ho la soluzione”
“Che soluzione?”
“L’unica possibile: terziariziamo la produzione, teniamo solo la distribuzione e delocaliziamo”
“E funzionerà?”
“Si si, tranquillo, tu sbloccami solo i fondi”
“Ok, hai già deciso quale nazione si beccherà tutta sta merda? Prendine una atea o una di quelle con i tizi con l’asciugamano in testa”
“Si, non preoccuparti, è già tutto a posto…”

 

From CCCP to PPC to PCP to RPC
Ed è per questo motivo che anche quest’anno tutti i vostri giocattoli avranno scritto dietro: Made in China.

E con questo ultimo articolo #Nerdeconomy vi saluta e vi augura buon Natale, grazie a tutti e spero vi siate diverti!

Oh oh oh!