Le chiamano orche assassine per un motivo. Giochi di parole a parte, le “orche assassine” sono chiamate così principalmente per le loro abilità di caccia e del loro comportamento predatorio. Il termine “assassine” può sembrare fuorviante, poiché suggerisce che queste creature siano malvagie o intenzionalmente pericolose per gli esseri umani. Le orche (Orcinus orca), sono dei cetacei che vivono in diverse parti del mondo, inclusi oceani e mari. Sono conosciute per la loro intelligenza, il loro adattamento eccezionale all’ambiente marino e le loro capacità di caccia. Le orche sono predatrici di vertice, il che significa che sono in cima alla catena alimentare e si nutrono di una varietà di prede, compresi altri mammiferi marini come foche e balene. La denominazione potrebbe anche derivare dai resoconti storici di cacciatori di balene, che le chiamavano così per la loro tendenza a predare sulle balene e rendere difficoltosa la caccia alle loro prede. Inoltre, il termine “assassine” potrebbe riflettere la loro strategia di caccia coordinata, in cui lavorano in gruppo per circondare e abbattere le loro prede. Nonostante la nomea e la reputazione che le precede, le orche assassine non sono mai state considerate una minaccia diretta per gli esseri umani in natura. Ma, siccome spesso siamo noi essere umani a rappresentare una minaccia diretta per gli animali, gli animali si difendono.
Affondare gli umani e le loro imbarcazioni
Secondo un recente articolo pubblicato su Live Science, le orche stanno affondando le imbarcazioni al largo delle coste europee, apparentemente seguendo la scia di un’orca ferita che probabilmente ha iniziato il primo attacco dopo essere stata colpita e lesionata dai marinai. Questi attacchi da parte dei cetacei hanno messo in allerta i marinai e sembrano seguire uno schema ben preciso in cui i branchi di orche emergono dalla poppa delle imbarcazioni a vela e colpiscono il timone. Da quando è stato documentato il primo di questi attacchi nel 2020, le orche sono diventate sempre più sfacciate nei loro assalti, causando l’affondamento di tre imbarcazioni nell’arco di altrettanti anni. Naturalmente, come hanno affermato i biologi dell’Università di Aveiro in Portogallo, come Alfredo Lopez Fernandez, questi attacchi rappresentano un campione incredibilmente piccolo dell’interazione dell’uomo con le creature selvatiche. La maggior parte delle orche sono giganti gentili nei rapporti con gli esseri umani e, come sottolinea Fernandez, ci sono state oltre 500 interazioni pacifiche con le orche durante il periodo in cui le barche sono state attaccate.
Un comportamento strategico appreso
Naturalmente, per i ricercatori è sconcertante che gli attacchi degli animali sembrino essere un comportamento appreso che si è diffuso nella cultura delle orche. Le orche sono creature incredibilmente sociali e alcuni comportamenti, possono essere appresi mediante trasmissione sociale tra individui dello stesso branco e successivamente trasmessi alle generazioni successive come un significativo rito di passaggio. Questo potrebbe significare che i branchi di giovani orche non nutrono alcuna cattiveria nei confronti delle imbarcazioni o delle persone che attaccano, ma semplicemente considerano l’attività come un esercizio di legame dopo aver visto le orche adulte farlo in gioventù.
I biologi marini non sono ancora riusciti a capire cosa abbia scatenato questa ondata di aggressioni da parte della comunità delle orche, anche se la teoria più accreditata, secondo cui l’orca che ha iniziato il contatto con la prima imbarcazione sarebbe stata vittima di pratiche di pesca illegali, sembra diventare sempre più valida ogni giorno che passa. La balena respinta che ha dato inizio a questa furia vendicativa in stile John Wick sembra essere un’orca femmina che i ricercatori hanno chiamato White Gladis, con Fernandez che ha dichiarato che l’attacco iniziale dell’animale è stato compiuto in risposta al fatto che la femmina ha sofferto un “momento critico di agonia“. Da allora, alcuni gruppi di orche hanno interpretato il comportamento come una chiamata all’azione, affondando un altro paio di imbarcazioni nei due anni successivi.