Quello del Permiano è un periodo nel quale la Terra affrontò una crisi ecologica di proporzioni epiche. Sì, è stato un momento terribile per la vita sulla nostra cara Terra, con il riscaldamento globale che faceva infuriare il clima, grazie a un vulcanismo siberiano disastroso. In quel periodo si verificò l’estinzione di massa più devastante mai registrata, una catastrofe che potrebbe aver portato alla scomparsa di ben il 90% delle specie viventi, circa 252 milioni di anni fa. Ma nonostante il quadro poco incoraggiante, c’è una storia interessante da raccontare.
Mentre l’asteroide che sterminò i dinosauri ha attirato molta attenzione negli ultimi tempi, questa estinzione di massa è avvenuta in un modo tutto suo. Non è stata una fine rapida e violenta, ma un’agonia lenta, con le specie che si spegnevano una dopo l’altra, man mano che le condizioni peggioravano. E ora, dei fossili appena scoperti in Sudafrica, ci offrono uno sguardo affascinante su questo dramma ecologico, raccontandoci la storia di una bestia leggendaria che ha intrapreso un epico viaggio per cercare la sopravvivenza, ma che alla fine ha perso la battaglia contro l’oblio. La ricerca sui fossili è stata pubblicata sul Current Biology ed è stata curata dal North Carolina Museum of Natural Sciences.
Ionstrancevia: il predatore che ha attraversato tutta la Pangea
Questo predatore apicale, chiamato Inostrancevia, era un mammifero precursore con denti a sciabola, delle dimensioni di una tigre. L’animale era noto solo grazie ai fossili scavati nell’angolo nord-occidentale della Russia, al confine con il Mar Glaciale Artico, fino a quando non sono stati scoperti nuovi resti in una fattoria nel Sudafrica centrale. La recente scoperta dei resti, rivela che Inostrancevia ha intrapreso un’incredibile avventura, attraversando l’antico supercontinente terrestre Pangea, che si ritiene includesse tutte le terre emerse della Terra durante il Paleozoico e il primo Mesozoico, in un’epoca in cui i continenti odierni erano uniti, in un viaggio che si stima abbia coperto circa 12.000 km, durato forse centinaia o migliaia di anni.
Inostrancevia ha occupato il ruolo di predatore principale in Sudafrica, cercando di riempire il vuoto lasciato da altre specie già estinte. Ma la sua permanenza fu breve, perché l’estinzione di massa chiamata “the Great Dying.” (la Grande Morte) lo ha spazzato via, insieme a tutti i suoi parenti più stretti. È triste pensare che non abbiano discendenti viventi, ma sono comunque parte di un gruppo più ampio chiamato sinapsidi, che include i mammiferi come noi. Dobbiamo immaginare questa magnifica creatura, lunga 3-4 metri, con un cranio più grande e allungato rispetto a quello di una tigre, e con denti canini simili a lame. Probabilmente uccideva le sue prede con un’aggressività formidabile, sfruttando i suoi affilati canini e i denti seghettati per tagliare pezzi di carne o addirittura ingoiarle intere.
Una vera macchina da guerra della natura. Inostrancevia aveva anche una postura insolita, un ibrido tra quella di un rettile e quella di un mammifero. Non camminava completamente disteso come i rettili, né eretto come noi mammiferi, ma trovava un equilibrio tra le due. Inoltre, non aveva la muscolatura facciale dei mammiferi e non produceva latte. Quindi, la questione se fosse peloso o meno rimane ancora aperta.
L’estinzione del Permiano: un monito dall’epico viaggio di Inostrancevia e l’importanza di proteggere il nostro pianeta
L’ estinzione di massa che ha segnato la fine del Permiano ha gettato le basi per l’ascesa dei dinosauri nel successivo periodo Triassico. Un’enorme attività vulcanica ha scatenato fiumi di lava in Eurasia, rilasciando anidride carbonica nell’atmosfera per migliaia di anni. Le conseguenze sono state terribili: temperature globali alle stelle, esaurimento dell’ossigeno nei mari e nell’atmosfera, acidificazione degli oceani e una desertificazione senza precedenti. I predatori principali come Inostrancevia sono stati particolarmente vulnerabili all’estinzione, perché richiedevano molta più caccia e spazio rispetto alle altre creature.
Quello che è interessante notare è il parallelismo tra la crisi del Permiano e il cambiamento climatico indotto dall’uomo che stiamo affrontando oggi. Queste antiche specie hanno affrontato difficoltà simili a causa di una crisi climatica causata dal riscaldamento globale, e l’unica opzione che avevano era adattarsi o estinguersi. Purtroppo, alla fine sono scomparse una dopo l’altra. Ma noi possiamo fare qualcosa per evitare che una crisi ecologica simile si ripeta. Quindi, prendiamo esempio da Inostrancevia e dalla sua epica avventura nel tentativo di sopravvivere. Siamo fortunati ad avere il potere di fare la differenza, di adottare misure per proteggere il nostro ambiente e le specie che lo abitano. Non lasciamo che la storia si ripeta, ma invece creiamo un futuro sostenibile per tutti gli esseri viventi sulla Terra. Il viaggio di Inostrancevia verso l’oblio ci offre un’opportunità per riflettere sulla nostra responsabilità verso il pianeta.