La cruda realtà è che anche la visita di un pianeta vicino come Marte è molto lontana, anche perché stiamo ancora imparando cose sconvolgenti sui pianeti del nostro sistema solare. Un esempio su tutti: il Politecnico di Zurigo riferisce che l’anno scorso la NASA ha registrato un terremoto su Marte e che, dopo aver studiato i dati, i ricercatori sono riusciti a determinare che il pianeta rosso è molto più spesso della Terra e della Luna e che Marte utilizza le radiazioni come fonte di calore. Possono sembrare informazioni di base, ma queste rivelazioni contribuiscono a mettere in evidenza quanto poco sappiamo di Marte. Finora nessun essere umano è stato in grado di visitare il pianeta e di effettuare le proprie osservazioni; quindi, dobbiamo basarci principalmente sui dati raccolti dalla NASA attraverso le navicelle di osservazione e i rover planetari. In questo caso, i ricercatori sono stati semplicemente fortunati perché l’agenzia spaziale è stata in grado di ottenere una lettura così chiara del “martemoto”, che è il più grande terremoto che abbiamo mai osservato su un pianeta diverso dal nostro. Infatti, i terremoti, inviano naturalmente onde attraverso i pianeti che devono passare attraverso varie strutture planetarie, e i ricercatori sono stati in grado di analizzare la frequenza delle onde che hanno girato intorno al pianeta per ben tre volte. Grazie a questa ricerca, sono riusciti a scoprire più cose sulla struttura interna del pianeta di quanto si sapesse in precedenza.
Marte: crosta spessa e cuore radioattivo
Combinando i risultati appena ottenuti con i dati esistenti sulla gravità e sulla topografia di Marte, i ricercatori sono riusciti a determinare lo spessore della crosta marziana. Lo spessore medio è compreso tra 42 e 56 chilometri (26-35 miglia). In media, la crosta è più sottile nel bacino d’impatto di Isidis, a circa 10 km, e più spessa nella provincia di Tharsis, a circa 90 km. Per mettere questo dato in prospettiva, i dati sismici indicano che la crosta terrestre ha uno spessore medio di 21-27 chilometri (13-17 miglia), mentre la crosta lunare, come determinato dai sismometri della missione Apollo, ha uno spessore compreso tra 34 e 43 chilometri (21-27 miglia). Quindi Marte ha una crosta spessa quasi il doppio rispetto quella terrestre. Uno dei risultati più importanti di questa ricerca riguarda la differenza tra l’emisfero settentrionale e quello meridionale di Marte. Questo contrasto è stato osservato da quando esistono i telescopi ed è particolarmente visibile nelle immagini dei satelliti marziani. L’emisfero settentrionale di Marte è costituito da pianure piatte, mentre a sud si trovano altipiani. La divisione tra pianure settentrionali e altipiani meridionali è chiamata dicotomia marziana. Forse però la scoperta più interessante riguarda il cuore radioattivo di Marte. I ricercatori hanno scoperto che la principale fonte di calore del pianeta rosso è “il decadimento di elementi radioattivi come torio, uranio e potassio“. La crosta marziana è decisamente piena di questi elementi e il team di ricerca ipotizza che alcuni di questi si stiano ancora decomponendo sotto la crosta, dove semplicemente non possiamo vederli. In generale, questo è un momento molto entusiasmante per tutti coloro che sperano di saperne di più su Marte, che si avvia rapidamente a essere il primo pianeta alieno colonizzato dall’umanità.