Il fondatore e l’ex CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, si è dichiarato non colpevole di cinque nuove accuse penali, secondo quanto riportato da CNBC. Oltre alle precedenti accuse di frode, SBF ora deve rispondere anche dell’accusa di aver corrotto dei funzionari cinesi con una maxi-tangente da 40 milioni di dollari.
Martedì, l’Ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York ha pubblicato la terza serie di accuse penali contro SBF. Il fondatore di FTX caduto in disgrazia si è dichiarato non colpevole di tutte e 13 le accuse che gli sono state mosse contro. Parallelamente al processo penale, Sam Bankman-Fried è impegnato in altri due processi contro la SEC e la Commodity Futures Trading Commission, due enti regolatori statunitensi.
Nel frattempo, l’avvocato Mark Cohen ha dichiarato che il suo cliente non può essere incriminato per accuse che sono state formulate dopo la sua estradizione dalle Bahamas avvenuta a dicembre del 2022. Per questo motivo, Cohen ha detto che presenterà una mozione per rigettare i cinque nuovi capi d’accusa.
I pubblici ministeri affermano che SBF e i suoi partner abbiano tentato disperatamente, ma senza successo, di recuperare circa 1 miliardo di dollari in criptovalute detenuto in alcuni conti congelati dalle autorità cinesi. Fallita la strada della diplomazia, l’imprenditore avrebbe ordinato alla società Alameda Research di corrompere i funzionari con una tangente di 40 milioni di dollari. Naturalmente, per un cittadino statunitense la corruzione è illegale anche quando va a beneficio di funzionari stranieri.