Il successo di Bard, l’IA conversazionale di Google nata in risposta a ChatGPT, dipenderà in larga parte dai feedback degli utenti. A dirlo è Sundar Pichai, il CEO di Alphabet. Insomma, dovremo fare da cavia affinché l’azienda abbia le risorse e le informazioni necessarie per rendere il suo nuovo servizio il più preciso e affidabile possibile.
Google ha recentemente aperto le prime fasi di beta testing di Bard. I primi ad essere coinvolti sono stati alcuni fortunati proprietari di smartphone della linea Pixel. I test, attualmente, sono aperti esclusivamente agli utenti che risiedono negli USA e in Regno Unito.
Il CEO di Google e Alphabet, Sundar Pichai, ha comunicato ai dipendenti che il successo del loro nuovo programma di intelligenza artificiale, Bard, dipenderà dalla partecipazione ai test aperti al pubblico
Il CEO di Alphabet sa benissimo che, almeno inizialemente, Bard commetterà numerosi errori grossolani. Era successo anche a ChatGPT e a Bing Chat. Solo l’esperienza e il miglioramento del modello linguistico alla base dell’IA consentiranno di rendere le “allucinazioni” (come vengono chiamati in gergo gli ‘svarioni’ delle IA) un evento sempre più raro.
“Nel momento in cui sempre più persone cominceranno ad utilizzare Bard e testarne le capacità, ci sorprenderanno. Le cose andranno spesso molto storte”, ha scritto Pichai in una e-mail interna ai dipendenti, vista da CNBC. “Ma il feedback degli utenti è fondamentale per migliorare il prodotto e la tecnologia sottostante”.
Nel materiale fornito ai primi beta tester, Google avverte che Bard potrebbe commettere errori o “offrire risposte imprecise o inappropriate”.