Un gruppo di editori di libri e l’Internet Archive si scontreranno in un’udienza che potrebbe determinare il futuro delle biblioteche digitali. La sentenza determinerà se le biblioteche saranno obbligate o meno a richiedere una licenza digitale agli editori per poter digitalizzare e prestare le copie dei libri nel loro catalogo.
Un tribunale federale di New York ascolterà le argomentazioni di entrambe le parti. Il caso – Hachette v. Internet Archive – vede un gruppo di editori statunitensi contro Open Library, un’iniziativa dell’Internet Archive che, sostanzialmente, agisce alla stregua di una biblioteca virtuale. Esattamente come nelle biblioteche fisiche, l’utente può richiedere in prestito una copia di un libro che, altrimenti, sarebbe disponibile normalmente a pagamento. La differenza è che il processo viene smaterializzato e la copia del libro – accessibile solo per breve tempo – è digitale.
Anche in Italia, in concerto con i rispettivi comuni e perfettamente nell’ambito della legalità, esistono alcune biblioteche pubbliche che hanno lanciato iniziative molto simili. In alcuni casi è persino possibile accedere alle copie digitali dei quotidiani.
Il tribunale dovrà determinare se l’Open Library abbia violato la legge sul copyright permettendo agli utenti di “prendere in prestito” copie digitalizzate di libri fisici. Diversi importanti editori sostengono che l’Internet Archive non possa erogare un servizio di questo tipo senza chiedere prima il loro permesso. Insomma, serve una licenza, che ovviamente avrà un costo.
La Open Library si basa su un concetto chiamato prestito digitale controllato, o CDL: un sistema in cui le biblioteche digitalizzano copie di libri delle loro collezioni e poi offrono l’accesso ad esse come ebook su base uno a uno. Cosa significa? Che anche se si tratta di copie digitali, viene mantenuto il concetto di scarsità: se una biblioteca dispone solamente di una copia del Giovane Holden, potrà prestare la rispettiva copia digitale ad un solo lettore per volta, proprio come se si trattasse dell’edizione fisica.
Anche se si tratta di copie digitali, viene mantenuto il concetto di scarsità: se una biblioteca dispone solamente di una copia del Giovane Holden, potrà prestare la rispettiva copia digitale ad un solo lettore per volta, proprio come se si trattasse dell’edizione fisica.
Questo modalità non è regolamentata da nessuna legge, ma viene esercitata ormai da diversi anni da alcune grandi biblioteche pubbliche, come quella di Boston. Si basa su un’interpretazione – per forza di cose creativa – della dottrina sul copyright degli Stati Uniti, che tuttavia non ha ancora mai ottenuto legittimazione in un’aula di tribunale.