I risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science Reports dimostrano che i vasai dell’impero dei Wari, che si estendeva per oltre mille miglia nella Cordigliera delle Ande e lungo la costa, creavano le proprie ceramiche invece di utilizzare quelle importate dalla capitale. Grazie all’analisi della composizione chimica delle ceramiche, i ricercatori hanno potuto ricostruire come il popolo Wari diffondeva la propria cultura materiale.
L’analisi dei campioni di ceramica provenienti dagli scavi archeologici ha permesso di capire se i vasi erano stati prodotti in luoghi diversi o se erano stati importati dalla capitale Wari. I risultati mostrano che i vasi hanno firme chimiche differenti e che gli artigiani erano influenzati dallo stile Wari tradizionale ma lo reinterpretavano con un tocco locale. Questo modello di “cosmopolitismo” è un po’ come replicare una ricetta di un’altra cultura, ma con un tocco personale. Gli scavi archeologici condotti in Perù e la collaborazione con le comunità locali hanno permesso ai ricercatori di ricostruire i modi di vita Wari e di dimostrare l’importanza delle economie locali e dell’autonomia delle popolazioni locali. L’analisi della composizione chimica delle ceramiche, ottenuta grazie all’uso dei raggi laser, ha permesso di ricostruire la storia di un impero antico, mettendo in luce l’importanza della chimica nella ricerca archeologica.