Un nuovo accordo utilizza i droni con l’obiettivo di incentivare i controlli sul canale della Manica per cercare di limitare i flussi di clandestini in queste acque. Secondo il ministro degli Esteri inglese James Cleverly, si potrebbe in tal modo arrivare ad un vero e proprio stop degli sbarchi. La questione è di estrema attualità, visti anche i recenti fatti accaduti tra Italia e Francia, sempre nell’ambito di queste questioni delicate.
Molti attivisti, che guardano con attenzione al rispetto dei diritti umani, ritengono che questo progetto contro l’immigrazione clandestina porti un enorme dispendio di risorse economiche. Secondo associazioni come Amnesty International, occorrerebbe principalmente capire come poter offrire un porto sicuro ai fuggiaschi, scoraggiando nel contempo l’illegalità della tratta di uomini. Una questione spinosa e di non facile risoluzione. Grazie all’impiego dei droni e degli altri mezzi oggetto del progetto contro l’immigrazione clandestina, si pensa di poter anche fermare le reti di trafficanti di uomini.
Sicuramente il problema non si potrà risolvere nell’immediato, ma questo progetto potrebbe rappresentare l’inizio di un programma utile a contrastare questi fenomeni illegali che causano spesso molte vittime. Troppo recente la tragedia del mare che ha coinvolto le acque territoriali italiane con le vittime di Cutro. Il controllo dell’immigrazione clandestina sulla Manica tramite droni mostra ancora una volta come questi strumenti possano essere particolarmente utili per attività di sorveglianza e monitoraggio. Si è in attesa di vedere se l’utilizzo della tecnologia potrà davvero migliorare la situazione dei clandestini costretti a viaggiare in condizioni disumane anche nel 2023.
- IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: DRONI PER CONTROLLI (droneblog.news)