Ci risiamo, è nuovamente in corso un attacco informatico – prontamente rivendicato dai gruppi filo russi – a danno dei siti delle istituzioni italiane. Nel mirino nuovamente il sito dell’Arma dei Carabinieri, ma anche Consiglio Superiore della Magistratura e, tra gli altri, Ministero del Lavoro.
A mettere la firma all’attacco è il gruppo hacker NoName, già dietro all’attacco dello scorso 22 febbraio che aveva paralizzato i siti di TIM, A2A, Ministero della Difesa, Esteri e molti altri. Anche in questo caso, gli hacker sostengono che gli attacchi siano una rappresaglia contro le posizioni filoucraine del Governo Meloni.
Mentre scriviamo, i siti del CSM e del Ministero del Lavoro risultano ancora offline. «Quanti siti italiani pensate che saranno vittime dei nostri disagi oggi?», scrivono intanto su Telegram gli hacker filorussi, lasciando intendere che la lista dei siti attaccati potrebbe diventare più estesa nel corso delle prossime ore. «La vittoria sarà nostra», commentano poi, allegando la foto di una bandiera russa.
I siti anche in questa occasione sono stati paralizzati da un attacco di tipo DDoS: sfruttando botnet e milioni di macchine infettate (molto spesso dispositivi IoT o banali stampanti, ma anche computer), gli hacker inondano di richieste i siti bersaglio, che, semplicemente, non sono in grado di gestire una mole di traffico così elevata ed improvvisa, andando in panne.