Gli odontoceti (quelli che in inglese vengono chiamati toothed whales) orche, i delfini e i capodogli, utilizzano una struttura distinta nelle fosse nasali per produrre il loro variegato repertorio di suoni. Un nuovo studio, che utilizza quattro diverse tecniche per esplorare come questi animali emettono i suoni che producono, descrive questo sistema di produzione del suono e mostra come consenta alle balene dentate di utilizzare diversi registri vocali per l’ecolocalizzazione e la comunicazione. Questo è un risultato scientifico sorprendente, poiché i registri vocali sono stati confermati solo negli esseri umani e nei corvi. Ma come fanno queste balene ad emettere questi suoni complessi, soprattutto a centinaia di metri di profondità sotto la superficie del mare? Utilizzando una combinazione di metodi interdisciplinari, come l’imaging e la registrazione in vivo in balene addestrate, nuovi esperimenti di laboratorio in vitro e tecniche utilizzate per studiare la variazione del suono nella voce umana, i ricercatori dimostrano che i suoni degli odontoceti sono prodotti attraverso le fosse nasali in modo funzionalmente analogo alla produzione di suoni laringei e siringali in altri vertebrati terrestri, come gli esseri umani e gli uccelli. Gli odontoceti sono un sottordine dei cetacei, contraddistinti dal possedere denti veri e propri, anziché fanoni (lamine presenti nella bocca di alcune specie di balena al posto dei denti, sono usati come filtro per espellere l’acqua dalla bocca trattenendo i piccoli animali di cui si nutrono) come avviene nell’altro sottordine dei cetacei, i misticeti. Delfini, capodogli e orche appartengono a questo sottordine.
Voce di petto, voce in falsetto e voce laringea
Le balene dentate producono click ultrasonici di ecolocalizzazione che per alcune specie possono avvicinarsi a un volume vertiginoso di 200 decibel, un suono molto forte. Inoltre, queste balene producono una collezione acusticamente ricca di grugniti, scoppi e fischi usati per comporre vocalizzazioni complesse utilizzate per la comunicazione sociale. Secondo gli autori, laddove il suono laringeo sarebbe ostacolato dalla pressione e dal volume d’aria respiratorio minimo, il passaggio dell’aria attraverso le vie nasali consente di generare suoni complessi alle profondità che questi animali frequentano. Madsen et al. hanno anche scoperto che le balene dentate utilizzano diversi registri vocali, ovvero voce fry (voce laringea, o registro laringeo,è il più basso registro vocale umano) voce di petto e voce in falsetto, per generare i toni fondamentalmente diversi utilizzati per l’ecolocalizzazione e la comunicazione vocale. In sintesi, questo studio offre un’importante chiave di lettura sulle balene dentate e sulle loro abilità di comunicazione. Il risultato potrebbe anche aprire la strada a ulteriori ricerche per scoprire come altri animali marini producono suoni complessi. Tuttavia, bisogna sottolineare che le balene dentate sono spesso vittime del rumore antropogenico sottomarino, che può interferire con la loro capacità di comunicare e di utilizzare l’ecolocalizzazione per navigare e cacciare. Pertanto, la conservazione di queste creature magnifiche e il loro ambiente sono ancora più importanti alla luce di questi risultati scientifici.