Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di fisica della Sapienza e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), insieme a un collega del Niels Bohr Institute danese, ha condotto uno studio utilizzando simulazioni numeriche complesse per esplorare gli esiti finali dell’evaporazione dei buchi neri, un fenomeno previsto da Stephen Hawking. La ricerca, pubblicata su Physical Review Letters, ha rivelato che i buchi neri potrebbero evaporare fino a rivelare le singolarità gravitazionali che altrimenti sarebbero celate dall’orizzonte degli eventi, oppure assumere una forma stabile simile ai wormhole previsti dalla teoria della Relatività generale di Einstein.
Questo studio evidenzia l’importanza delle simulazioni numeriche per capire il destino dei buchi neri e suggerisce la possibilità che la materia oscura possa essere costituita da ciò che rimane dopo l’evaporazione dei buchi neri. I buchi neri sono caratterizzati da un forte campo gravitazionale che impedisce alla materia e alla luce di sfuggire alla loro presa ma a causa di effetti quantistici, i buchi neri emettono radiazione termica che li fa evaporare in modo continuo.
Questo fenomeno, descritto per la prima volta da Stephen Hawking nel 1974, comporta un restringimento dell’orizzonte degli eventi del buco nero, un processo che non è ancora stato osservato e il cui stadio finale rappresenta uno dei grandi misteri della fisica teorica. La dissoluzione dei buchi neri potrebbe non essere l’unico possibile esito dell’evaporazione poiché questo processo potrebbe cambiare drasticamente a seconda delle condizioni gravitazionali che si verificano durante il processo.
Il ricercatore Fabrizio Corelli e il suo team della Sapienza e dell’Infn hanno condotto uno studio sulla possibile riduzione dei buchi neri attraverso l’evaporazione di Hawking. L’evaporazione dei buchi neri potrebbe portare a un avvicinamento dell’orizzonte degli eventi alla singolarità gravitazionale all’interno del buco nero e, di conseguenza, a una curvatura sempre maggiore dello spaziotempo.
- Buchi neri, viaggio al termine dell’evaporazione (media.inaf.it)