L’investimento energetico dei genitori nella prole giovane potrebbe essere alla base dell’evoluzione di cervelli più grandi, secondo uno studio del Max Planck Institute for Animal Behavior di Costanza, in Germania. Gli studiosi hanno analizzato prove precedenti sull’investimento energetico dei genitori in diverse specie animali, dimostrando che le specie a sangue caldo – che tendono ad avere un cervello molte volte più grande di quelle a sangue freddo – investono maggiormente nella prole giovane, migliorando le possibilità di sopravvivenza e, di conseguenza, favorendo l’evoluzione di cervelli più grandi. Invece, nelle specie a sangue freddo, che si limitano a deporre le uova, l’evoluzione di cervelli più grandi risulta limitata dall’incapacità di fornire un maggiore investimento energetico.
Un’analisi delle prove, raccolte da ricerche precedenti, fornisce nuovo sostegno a queste teorie. Carel van Schaik del Max Planck Institute for Animal Behavior di Costanza, in Germania, e colleghi, presentano le loro argomentazioni in un articolo pubblicato sulla rivista PLOS Biology.
Le cure parentali e come influiscono sul cervello
Per colmare questa lacuna, van Schaik e colleghi hanno affrontato un apparente paradosso: più grande è il cervello di una specie, più energia richiede durante lo sviluppo, ma i cervelli di grandi dimensioni non sono pienamente funzionanti fino a quando non terminano la crescita. I ricercatori ipotizzano che le specie a sangue caldo – che tendono ad avere un cervello molte volte più grande di quelle a sangue freddo – si siano evolute in modo da avere un maggiore investimento energetico da parte dei genitori verso i piccoli (le cosiddette “cure parentali”) e che questo abbia facilitato l’evoluzione di cervelli più grandi.
Per esaminare questa possibilità, hanno analizzato le prove di studi precedenti sull’evoluzione dell’investimento energetico dei genitori nella prole giovane. Le specie a sangue caldo investono energia nei loro piccoli attraverso azioni quali la produzione di uova, l’allattamento, la fornitura di cibo, il trasporto o il rannicchiarsi per stare al caldo. La maggior parte delle specie a sangue freddo si limita a rilasciare le uova. Analisi più dettagliate hanno dimostrato che un maggiore investimento energetico nei piccoli si è evoluto parallelamente all’evoluzione delle dimensioni del cervello e che questo maggiore investimento potrebbe anche aver migliorato le possibilità di sopravvivenza della prole. Questi risultati supportano l’ipotesi che un maggiore investimento energetico dei genitori nella prole giovane abbia facilitato l’evoluzione di cervelli più grandi e che l’incapacità di fornire questa energia, sostenuta nelle specie che si limitano a deporre le uova, abbia a sua volta limitato l’evoluzione di cervelli più grandi. Van Schaik aggiunge:
“L’evoluzione dell’alimentazione parentale, prolungata oltre lo stadio dell’uovo, ha sbloccato un importante vincolo evolutivo sulle dimensioni del cervello e ha quindi scatenato una massiccia espansione del potenziale cognitivo tra gli uccelli e i mammiferi a sangue caldo. Quasi tutti nutrono i loro piccoli dopo la nascita, o la schiusa, e hanno un cervello molto più grande dei loro parenti a sangue freddo”.