Il fenomeno delle aurore sulle lune medicee di Giove è stato studiato attraverso due indagini pubblicate su The Planetary Science Journal, coordinate rispettivamente dal CalTech-California Institute of Technology e dal Dipartimento di Astronomia dell’Università di Boston. Gli strumenti utilizzati per l’osservazione sono stati lo spettrometro Hires dell’Osservatorio Keck e gli spettrografi del Large Binocular Telescope e dell’Osservatorio di Apache Point.
Le aurore sono prodotte dall’intenso campo magnetico di Giove e si manifestano con un’intensa colorazione rossa e con una luminosità molto più forte rispetto a quelle presenti sulle regioni polari della Terra. Inoltre, su Europa e Ganimede, è stato individuato anche l’ossigeno nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso, un fatto mai rilevato prima nell’atmosfera di un corpo celeste differente dalla Terra. Su Io, la luna più interna, l’aurora ha una colorazione tendente all’arancione a causa della presenza di sali come i cloruri del sodio e del potassio contenuti negli ampi pennacchi prodotti dal suo vulcanismo. Inoltre, nell’atmosfera di Io è stata individuata un’aurora costituita da potassio, un fenomeno unico e mai rilevato prima.
La luminosità dei diversi colori delle aurore può fornire informazioni sulla composizione chimica dell’atmosfera delle lune, come dimostrato dalla presenza di ossigeno molecolare su Europa, Ganimede e Callisto. Inoltre, i cambiamenti nella luminosità delle aurore sono causati dall’inclinazione del campo magnetico di Giove, che varia durante la sua rotazione. L’atmosfera delle lune può anche reagire al passaggio dall’irraggiamento solare al freddo dell’oscurità proiettata dal pianeta, come nel caso del sodio di Io. Questi studi forniscono importanti dettagli sulle lune di Giove e possono essere utili per la prossima missione Juice dell’ESA, che si concentrerà sulle lune ghiacciate di Europa, Ganimede e Callisto.
- Giove, ‘spuntano’ le aurore sulle lune medicee (globalscience.it)