I livelli di personalità e di psicopatologia di una persona possono essere associati al grado di preferenza per i volti umani all’interno delle immagini, secondo uno studio pubblicato sulla rivista ad accesso libero PLOS ONE da Marius Rubo dell’Università di Berna, Svizzera, e colleghi. Le persone tendono ad essere attratte da altri volti umani quando guardano le immagini, anche quelle visivamente più impegnative. Precedenti ricerche indicano che fattori di personalità o diagnosi specifiche possono avere un ruolo nel determinare quanto forte sia la preferenza di alcuni individui a concentrarsi sui volti umani. In questo studio, gli autori hanno valutato come diversi tratti psicologici influenti possano influenzare la preferenza di un individuo a concentrarsi sui volti. 120 partecipanti (per lo più studenti) hanno guardato 20 fotografie che ritraevano persone in ambienti affollati, mentre veniva valutata la loro attenzione. A tal fine, gli autori hanno utilizzato uno strumento basato su un cursore: le fotografie erano sfocate e diventavano chiare solo entro un raggio di 20 pixel intorno al cursore, che i partecipanti potevano spostare intorno alla fotografia. In seguito, i partecipanti hanno risposto a un questionario che valutava i tratti della personalità “Big Five”: estroversione, gradevolezza, apertura, coscienziosità e nevroticismo. I questionari chiedevano anche informazioni su diverse sfaccettature della psicopatologia, tra cui l’ansia sociale, la depressione, l’empatia, l’alessitimia (incapacità di descrivere le proprie emozioni, l’analfabetismo emotivo) e specifici valori sociali.

 

Risultati

In termini di tratti di personalità, l’estroversione, la gradevolezza e l’apertura all’esperienza erano positivamente correlate con una maggiore attenzione ai volti. Anche gli individui che hanno riportato livelli di empatia più elevati avevano maggiori probabilità di concentrarsi maggiormente sui volti.

Secondo gli autori, le immagini di volti umani attirano l’attenzione della maggior parte delle persone, ma il fenomeno è più debole nelle persone con livelli più alti di ansia sociale, depressione e altre forme di psicopatologia

Nel frattempo, i partecipanti che hanno ottenuto un punteggio elevato in alcuni altri aspetti della psicopatologia, tra cui l’ansia sociale, la depressione e l’alessitimia, tendevano a concentrarsi meno sui volti. In generale, i partecipanti hanno trascorso circa il 17% del tempo di visualizzazione delle immagini a guardare i volti all’interno delle immagini. Gli autori osservano che il posizionamento del cursore è un indicatore imperfetto del tracciamento dello sguardo, essendo più lento dello sguardo diretto. Osservano inoltre che l’attenzione alle immagini di volti è in parte diversa da quella in contesti reali. Tuttavia, i risultati suggeriscono che le preferenze per i volti possono essere legate sia alla personalità che ai livelli di psicopatologia.

Gli autori aggiungono: “Le immagini di volti umani attirano l’attenzione della maggior parte delle persone, ma il fenomeno è più debole nelle persone con livelli più elevati di ansia sociale, depressione e altre forme di psicopatologia”.