Cambiamenti nella navigabilità del Passaggio Artico di Nord-Est. C’entra il riscaldamento globale

In seguito al riscaldamento globale, l’Artico si è riscaldato quasi quattro volte più velocemente rispetto al resto del globo dal 1979 e l’estensione e lo spessore del ghiaccio marino sono diminuiti e si sono assottigliati in modo significativo negli ultimi quattro decenni. Il Passaggio a Nord-Est (la linea arancione nella foto), funge da nuovo canale per il commercio marittimo e collega l’Asia nord-orientale all’Europa, è cresciuto di importanza in termini di valore scientifico, benefici economici e implicazioni geopolitiche sullo sfondo dei rapidi cambiamenti del ghiaccio marino artico. A questo proposito, è urgente valutare l’accessibilità di questa emergente scorciatoia marittima. Tuttavia, fino ad oggi, non c’è stato quasi nessun tentativo di valutare in modo esaustivo la navigabilità a lungo termine del Passaggio a Nord-Est.

Per colmare questa lacuna di conoscenza, l’accessibilità giornaliera del Passaggio a Nord-Est è stata recentemente esaminata, dal 1979 al 2020, per diversi tipi di navi mercantili da un team guidato dal Prof. Qinghua Yang della Sun Yat-sen University in Cina, dal Dr. Yiguo Wang del Nansen Center for Environment and Remote Sensing in Norvegia e dal Dr. Jinlun Zhang dell’Università di Washington negli Stati Uniti. Nello studio, pubblicato di recente su Advances in Atmospheric Sciences, sono stati utilizzati dati sul ghiaccio marino (sia lo spessore che la concentrazione) per simulare le rotte di navigazione nell’Artico. Il team ha scoperto che, nonostante l’elevata variabilità interannuale e interdecadale della finestra navigabile (NW) nel Passaggio a Nord-Est, esiste comunque una tendenza generale rilevabile. In particolare, il numero di giorni navigabili è cresciuto costantemente, raggiungendo 89±16 giorni per le navi in mare aperto (OW) e 163±19 giorni per le navi di classe polare 6 (PC6) negli anni 2010. Inoltre, dal 2005 sono emersi più NW consecutivi sia per le navi OW che per le navi PC6, a causa del più rapido ritiro del ghiaccio marino. Dagli anni ’80, secondo la simulazione, il numero di rotte artiche è aumentato costantemente, con una navigabilità ottimale riscontrata negli anni in cui l’estensione dei ghiacci marini è stata inferiore al record (ad esempio, 2012 e 2020). D’altra parte, la navigabilità estiva nel Mare della Siberia orientale e nel Mare di Laptev è variata drasticamente a causa dei cambiamenti delle condizioni del ghiaccio marino.

Va notato che le politiche governative, la geopolitica e le situazioni internazionali sono considerazioni importanti nel determinare le scelte delle rotte, oltre a fattori come le condizioni del ghiaccio, il tempo e le condizioni oceaniche. Inoltre, un argomento scientifico che merita di essere approfondito in futuro è l’impatto che l’aumento delle attività marittime nell’Artico avrebbe sull’ambiente e sul clima.

 

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