Almeno 41 nuovi terminal del gas naturale liquefatto (GNL) o gasdotti in Europa possono essere costruiti nei prossimi mesi grazie ai fondi stanziati per la ripresa dall’Unione Europea a seguito della pandemia da Covid-19. I progetti fossili possono beneficiare di una generosa fetta dei prestiti iper-agevolati non spesi nei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (Pnrr) stanziati dall’UE: il 30%, pari a 67,5 miliardi su 225 totali.
Questa iniziativa, intitolata “RePower EU“, mira ad azzerare la dipendenza energetica da Mosca, eliminando la clausola che vincola i fondi a progetti “non significativamente dannosi” per il clima. La ripresa post-Covid offre un’opportunità unica per l’Europa di investire in fonti di energia pulite e sostenibili, come le energie rinnovabili, per avere un futuro più sicuro e sostenibile.
Investigate Europe ha condotto una ricerca per quantificare i nuovi progetti energetici fossili su cui verranno destinati i fondi del Pnrr. L’Italia si trova al secondo posto dopo la Germania, con sei progetti fossili. Quattro di essi sono le FSRU, o navi metaniere ancorate al largo che servono come terminal temporanei per ricevere gas naturale liquefatto. Gli altri due progetti sono i terminal onshore a Gioia Tauro, in Calabria, e Porto Empedocle in Sicilia. Questi progetti sono stati provati dal governo italiano in passato, ma hanno già completato l’iter autorizzativo. Inoltre, Investigate Europe ha menzionato due progetti in Sardegna a Porto Torres e Portovesme, così come a Piombino e Ravenna.