I disturbi dell’alimentazione sono legati a conseguenze fisiche e psicologiche causando problematiche a breve e lungo termine nella vita di un atleta. In un recente studio è stato selezionato un campione che prevede ginnaste e calciatrici che riportano problematiche relative alla gestione alimentare e donne non atlete. Il campione femminile con disturbi alimentari ha maggiori livelli di ansia, bassa autostima e perfezionismo.
I risultati dello studio dimostrano che le atlete sono a maggior rischio di un disturbo alimentare a causa della pressione ambientale. Essa richiede una composizione corporea ottimale per una migliore prestazione della concorrenza. Si è scoperto però anche che nella popolazione femminile di “non atlete” sono presenti comportamenti relativi al disturbo dell’alimentazione. Fra le componenti psicologiche c’è un legame tra ansia e comportamenti alimentari problematici. Alti livelli di ansia attivata dallo sport possono far insorgere sintomi di bulimia con maggior propensione a una magrezza generica.
Il termine perfezionismo invece viene usato a una personalità che comporta standard elevati affiancati da autocritica severa. Ansia e perfezionismo hanno una dipendenza molto forte tra loro. I risultati dello studio rilevano un legame positivo tra ansia e perfezionismo. Un perfezionismo legato a se stessi e alla sfera sociale.
Gli atleti devono prendersi cura del proprio corpo con allenamento. L’autostima è il fattore principale per prevenire un disturbo dell’alimentazione. In futuro sono previsti ulteriori approfondimenti in relazione ad autostima e alla prevenzione di eventuali comportamenti alimentari dannosi per le atlete.