Moltissime persone si domandano ogni anno quali effetti hanno i fuochi d’artificio e i botti di Capodanno su animali come cani e gatti. Questi ultimi, pur restando in casa, ne risentono negativamente e accade spesso che per via di questi rumori soffrono di tachicardia e di disturbi d’ansia difficili da debellare.
Anche se ti stupirà, uno studio ha dimostrato che anche gli uccelli possono avere effetti negativi anche a lungo termine dopo la notte di Capodanno. Le oche, ad esempio, dopo lo spavento non riescono più a riprendere la loro normale attività e sono costrette a scappare proprio come gli umani quando avvertono il pericolo. Ecco cosa comporta sparare i botti di Capodanno per gli uccelli e perché sarebbe meglio evitare.
La tragedia delle esplosioni di Capodanno
Per molti animali i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno rappresentano un vero e proprio incubo. Tuttavia, l’anno sta per finire e come al solito bisogna prepararsi ad affrontare la difficile notte piena di fuochi d’artificio, rumori forti e petardi, che rendono difficile la tranquillità di moltissime specie animale. Non tutti sanno, infatti, che questo potrebbe avere gravi conseguenze sul loro comportamento, soprattutto se sottoposti a uno spavento prolungato che dura tutta la notte. Anche gli animali selvatici sono vittime di questa pratica, tanto che alcuni ricercatori tedeschi del Max Planck Institute of Animal Behavior hanno scoperto che le oche selvatiche risentono negativamente dell’impatto con i fuochi d’artificio.
Gli uccelli, dunque, vengono sottoposti ad un tale stress che li rende inattivi per tutti i giorni successivi. Lo studio dei ricercatori è stato molto serio ed è durato per circa otto anni. Agli animali sono stati applicati particolari GPS che non hanno influito sul loro funzionamento. Sono stati analizzati gli spostamenti di 350 specie differenti. Tutti gli individui sono stati controllati per circa due anni, più precisamente dal 19 dicembre al 12 gennaio, il periodo più difficile per gli animali selvatici e non, che si trovano a dover subire stimoli sensoriali esagerati rispetto a quanto possono sopportare.
Per quanto riguarda le oche in particolare, gli scienziati hanno scoperto che durante la notte di Capodanno, dopo aver sentito gli improvvisi fuochi d’artificio e i classici botti, queste ultime non ritornavano nello stagno per dormire. Un comportamento classico appartenente alla specie delle oche è infatti quello di ritornare tutte le sere nel medesimo specchio d’acqua così da dormire in superficie e muoversi poco per risparmiare le energie che servono a loro per affrontare il freddo. Ebbene, durante il periodo dei fuochi d’artificio e dei botti, le oche sono scappate fuggendo verso luoghi più lontani e soprattutto, distanti dagli umani.
Un lungo viaggio
In particolare, si è studiato che le oche si sono trasferite in un altro dormitorio, che distava dal solito di circa 16 km. I voli notturni che affrontano in questo periodo possono coprire anche estreme distanze che arrivano fino ai 500 km. Questo è un comportamento che nuoce gravemente alla salute degli animali, poiché gli uccelli durante il periodo invernale cercano di muoversi il meno possibile per essere più forti e riuscire al meglio a sopportare il freddo nella ricerca di provviste.
Tutto ciò si traduce quindi in uno spreco di energie enorme per tutti quegli animali che vengono costretti inaspettatamente a subire un trattamento violento per il loro udito e per il loro cuore. Ma non è finita qui, un’altra delle scoperte dei ricercatori è stata quella di vedere un funzionamento compromesso delle oche anche nei giorni successivi alle festività di Capodanno. Da quel giorno, infatti, le oche non hanno più fatto ritorno a casa. Oltretutto, il giorno dopo la migrazione si sono trovate a digiuno poiché senza forze per recuperare del cibo da mangiare.
Esplosioni e botti: una pratica barbara
Chiunque abbia a cuore la salute degli animali, sa bene che la pratica di generare esplosioni e luci forti può compromettere seriamente la salute di alcune specie, oltre a generare una grande paura e disorientamento. Non solo cani e gatti quindi, ma una serie infinita di animali che hanno bisogno di essere protetti, così da non venire sottoposti alla solita “trincea di Capodanno”.
Molte specie sono infatti costrette ad abbandonare il loro luogo stabile per trasferirsi in un rifugio che non conoscono, al freddo e al buio. Fortunatamente negli ultimi anni sembra essere aumentata notevolmente la sensibilità in questo campo, anche se ancora oggi, ogni anno, moltissimi animali devono subire questo trattamento. Amare gli animali significa comprendere che alcuni di loro subiscono un tale stress da non riuscire più a riprendersi dopo lo shock. Nel frattempo, raccomandiamo di non lasciare gli animali all’esterno sotto l’effetto devastante delle luci improvvise e i rumori dei botti durante i festeggiamenti di fine anno.