I ricercatori hanno prodotto delle pelli vegetali di micelio dal fungo Ganoderma lucidum, che cresce su legni morti in climi miti e temperati. Per creare circuiti elettronici, hanno posizionato un sottile strato di rame e oro sul substrato. Il metallo è stato poi rimosso da questo strato superficiale mediante ablazione laser, lasciando dietro di sé i percorsi conduttori. I ricercatori hanno chiamato questo nuovo approccio alla creazione di elettronica flessibile e biodegradabile “MycelioTronics“, descrivendo il loro lavoro su Science Advances.
Mentre lavoravano su materiali a base di funghi per l’isolamento degli edifici, Kaltenbrunner e i suoi colleghi hanno notato che i funghi producevano una “pelle” densa e compatta. Queste pelli assomigliavano alla carta e gli scienziati si sono chiesti se potessero essere utilizzate per circuiti elettronici flessibili. Il team ha quindi coltivato le pelli di micelio con il Ganoderma lucidum, e le ha messe a “conservare” a 25°C. Dopo una crescita fungina sufficiente, il micelio umido è stato fatto essiccare ed è stato compresso per produrre le pelli finali. Dopo la deposizione e l’ablazione laser dello strato metallico, i ricercatori hanno testato i circuiti. Hanno scoperto che avevano un’elevata conduttività (e stabilità termica) e che erano in grado di sopportare circa 2000 cicli di piegatura prima che la pellicola metallica iniziasse a rompersi. I ricercatori hanno poi creato una batteria, di 2cm, utilizzando sempre la pelle di micelio imbevuta di una soluzione elettrolitica altamente conduttiva (cloruro di ammonio e cloruro di zinco) e due pelli di micelio come involucro esterno. Questa struttura fa sì che un’alta percentuale della batteria sia biodegradabile.
L’enorme numero di dispositivi prodotti al giorno d’oggi, insieme alla loro durata di vita decrescente, porta a enormi quantità di rifiuti elettronici, il cui volume è in rapido aumento. Questo dispositivo, invece, permette di smontare i componenti lasciando il circuito stampato del micelio come prodotto di scarto biodegradabile. Gli autori del progetto spiegano che questo è il vantaggio dei loro materiali fungini rispetto alle plastiche biodegradabili che richiedono condizioni specifiche per essere decomposte: “Il micelio è letteralmente ovunque nel nostro ambiente naturale” e “le pelli sono un prodotto completamente naturale”, aggiungono gli scienziati.