Le politiche fiscali dell’Ue sono state oggetto di dibattito negli ultimi anni, in particolare dopo la crisi finanziaria del 2008. Gli Stati membri concordano sulla necessità di raggiungere una maggiore integrazione sul piano fiscale, salvaguardando la trasparenza e la parità di trattamento. Tuttavia, le sfide da affrontare sono molteplici: in particolare, bisogna garantire il coordinamento tra i diversi sistemi tributari, assicurare il rispetto degli obiettivi fissati in materia di politica fiscale e contrastare le pratiche aggressive di evasione fiscale.
Il Parlamento europeo è intervenuto più volte per sollecitare una maggiore integrazione fiscale in Europa ma gli obiettivi delle politiche fiscali dell’Ue vengono sempre sottoposti a continui aggiornamenti. Le politiche fiscali relative all’Unione Europea hanno come obiettivo quello di promuovere la crescita economica e l’occupazione, di ridurre le disuguaglianze e di garantire la sostenibilità finanziaria a lungo termine, sfide alle quali sono confrontati i presidenti degli Stati membri negli ultimi summit.
Le problematiche Ue
Anche se lo scopo dell’Unione europea è quello di garantire la stabilità finanziaria degli Stati membri, ci sono ancora diversi problemi che ne impediscono l’efficacia, ma soprattutto alcuni ostacoli che rendono difficile la realizzazione delle varie proposte. Tra questi, il più importante è quello che riguarda la mancanza di una vera e propria governance europea.
Inoltre, nonostante le regole previste dal Patto di Stabilità e Crescita (PSC), continuano ad esserci moltissimi casi di irregolarità da parte degli Stati membri. La Commissione europea ha proposto un pacchetto di riforme per aumentare la competitività dell’Europa. Tra le misure previste c’è l’introduzione di una tassa sulle società che dovrebbe essere prevista nell’Unione, con l’intento di rendere più equo il sistema fiscale europeo.
Uno dei problemi principali che riguardano i Paesi membri dell’Unione europea e quello dei debiti fiscali. Gli italiani sono – purtroppo – protagonisti di questa crisi. Per questo motivo il tema resta centrale anche nel nostro Paese. Alla riduzione del debito, consegue anche la riacquisita capacità di un Paese di investire soprattutto dopo i problemi finanziari causati dagli eventi attuali mondiali, ecco perché la commissione si è concentrata per trovare un escamotage affinché gli italiani ritornino a spendere la loro liquidità.
I tre obiettivi
Le proposte della Commissione Europea puntano a tre obiettivi: garantire la parità di trattamento degli Stati membri, migliorare l’efficienza del mercato interno e rafforzare la competitività dell’Ue. Il primo obiettivo è senza ombra di dubbio uno dei più difficili.
A tal proposito, infatti, la Commissione vuole introdurre un nuovo meccanismo per il coordinamento fiscale volto a garantire la totale parità tra tutti gli stati membri. Tale meccanismo dovrà essere basato sulla definizione di standard comuni in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA), imposta sulle società e accise.
Verranno poi introdotti nuovi limiti alle concessioni fiscali tra gli Stati facenti parte dell’Unione Europea. Gli obiettivi che si è posto il Consiglio europeo possono essere riassunti dal cosiddetto “Patto di stabilità e crescita” approvato nel lontano 1997, quando ci fu per la prima volta l’esigenza di creare un quadro giuridico più consistente in materia finanziaria. In questo modo gli Stati membri hanno potuto essere inseriti in una lunga evoluzione, con un obiettivo di bilancio ben preciso che tiene conto dei naturali cambiamenti del ciclo economico.
Ad oggi le norme di questo patto sono però sospese, poiché dopo le emergenze in atto a livello mondiale, vi è stato bisogno di introdurre una particolare clausola il 20 marzo 2020, per la salvaguardia generale di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
L’importanza della trasparenza
È necessario che gli Stati membri dell’Unione europea condividano le informazioni fiscali in modo trasparente. Ciò consentirà di identificare rapidamente le società che appariranno in maniera fraudolenta. L’evasione fiscale è un problema sempre più urgente che necessita di soluzioni immediate.
Alcuni Paesi dell’Unione Europea hanno proposto la creazione di un quadro fiscale comune, al fine di garantire la parità di trattamento degli Stati membri e utilizzare parametri di riferimento comuni. Gli accordi bilaterali tra la Commissione europea e i Paesi dell’Ue non sono più considerati un metodo ottimale per raggiungere accordi in ambito fiscale. La lotta all’evasione fiscale è fondamentale per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e il buon funzionamento dell’Unione Europea.
La strategia prevalente è quindi quella dell’equità tramite processi semplificati e trasparenti. La proposta del Patto di stabilità delinea quindi una riforma a tutto tondo del quadro di governance, cercando di promuovere a livello mondiale una crescita sostenibile che abbia come parola d’ordine quella dell’inclusività. Una menzione importante è stata anche quella riguardo alle sanzioni: l’Istituzione comunitaria vuole a tutti costi assicurare il rispetto delle regole per tutti, attivando una particolare procedura per i disavanzi eccessivi.
Come si evince dalle decisioni prese, la Commissione europea lavora tra rigore e flessibilità: da un lato si attiva per agevolare i Paesi che hanno accumulato un debito ingente, mentre dall’altro cerca di agevolarli al fine di uscire dalla crisi.
- Politiche fiscali dell’Ue: quali obiettivi e quali sfide? (we-wealth.com)