Se è possibile coltivare nello spazio, perché non farlo nelle città? Il giardinaggio urbano ha molti vantaggi e può essere davvero importante nell’adattamento climatico delle nostre città. Ad esempio la Fao ha inaugurato un orto biologico sul tetto della sua sede romana. Non esistono però solo i tetti.
I dati registrano che ci sono 800 milioni di persone che al mondo praticano agricoltura urbana in diverse forme. C’è il micro gardening con coltivazione di ortaggi e piante in vaschette e vasconi in tipo privato, condominiale o comunitario. Complice anche la pandemia che ha spinto a dedicarsi più al verde. Ora infatti i green lover sono in totale 19 milioni, il 39% degli italiani. Le vendite legate al giardinaggio arrivano intorno ai 3 milioni di euro con un aumento netto di 150 milioni di euro nel biennio 2019-2021. Gli italiani coltivano anche per il risparmio e alleviare l’ansia.
Al fianco della coltivazione urbana privata, c’è anche quella di giardini e orti urbani condivisi, a disposizione dei Comuni e gestiti dalla collettività. Questa tendenza è in aumento. Negli ultimi anni è cresciuta del 18% in relazione ai lotti di terreno concessi ai cittadini per un totale di 2,1 metri quadrati urbani coltivati. Molti giardini condivisi nascono con progetti legati all’inclusione sociale rappresentando una bella opportunità di integrazione e formazione.
Per coltivare un appezzamento di terreno pubblico ci si deve rivolgere al Comune attraverso un’associazione senza lucro. Il verde pubblico tocca anche l’argomento delle smart cities, le città intelligenti che hanno lo scopo di vivibilità e autosufficienza. Entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane e si dovrà mantenere uno stile di vita che rispetti l’ambiente.
Ecco che vengono fuori soluzioni alternative come il vertical farming, in cui si possono coltivare diverse specie vegetali, spesso in serre intelligenti. Le tecniche di coltivazione possono essere l’acquaponica. Gli scopi sono la produzione di ortaggi a ciclo continuo e il basso consumo d’acqua.
Da sottolineare che per arrivare a un futuro ecologico e con piena educazione ambientale non servono solo i libri. Bisogna direttamente mettere le mani nella terra. Entra in scena quindi la preziosa iniziativa Slow Food “Orto in condotta” che ha una storia di oltre dieci anni. Uno strumento di educazione alimentare e ambientale nelle scuole. Nel 2022 è entrato a far parte del piano Rigenerazione Scuola. I traguardi da raggiungere sono: saperi, comportamenti, infrastrutture e opportunità.
- L’agricoltura urbana ha arruolato 800 milioni di persone nel mondo (huffingtonpost.it)