Secondo il CEO di Foxconn, Liu Young-way, la crisi dei semiconduttori è solo agli inizi. Continueranno ad esserci gravi problemi anche per tutto il 2022. L’assenza dei componenti si inserisce all’interno di un quadro più vasto e complesso, dove si articolano anche altre gravi minacce: dal rischio inflazione, alla pandemia, passando per le tensioni geopolitiche.
Foxconn si aspetta di chiudere il quarto trimestre del 2021 con un calo dei ricavi compreso tra il 3% e 15%.
La crisi dei chip nel 2021 è costata a Foxconn circa il 10% degli ordini. «Per il momento gli effetti sono ancora contenuti», ha spiegato il CEO dell’azienda.
Secondo Liu Young-way anche il 2022 sarà caratterizzato da forti ritardi nella consegna dei prodotti tecnologici, quando va bene, e dall’obbligo per i produttori di effettuare importanti rinunce, ad esempio cancellando completamente diversi device dalla loro line-up (in modo da dare priorità ai device più redditizi).
Nel frattempo gli effetti della crisi dei chip iniziano a farsi notare con forza nel settore automotive. A pagarne il prezzo sono i clienti: Tesla ha iniziato a spedire alcune Model 3 e Y senza porte USB, mentre BMW è stata costretta a rimuovere i comandi touch dagli schermi di molte sue vetture.