La Digital Rights Ireland (DRI) ha annunciato oggi l’inizio di una class action – “mass action“, dice l’organizzazione – con cui chiedere che Facebook venga considerata finanziariamente responsabile dei danni inflitti ai 533 milioni di utenti che si sono trovati al centro di una gigantesca fuga di dati emersa recentemente.
Lo scopo è quello di ottenere una compensazione monetaria appoggiandosi all’Articolo 82 del General Data Protection Regulation (GDPR) approvato nel 2018, quella che garantisce il “diritto al risarcimento e alla responsabilità” per coloro che sono soggetti alle violazioni della legge.
In relazione a questo episodio, l’azienda ha sostanzialmente fatto notare che le fughe di dati siano ormai una situazione comune a ogni azienda tech.
Comprendiamo le preoccupazioni delle persone, motivo per cui continueremo a rinforzare i nostri sistemi per far sì che sia più difficile fare scraping su Facebook senza il nostro permesso e per perseguire le persone che sono dietro a queste manovre. Come LinkedIn e Clubhouse hanno dimostrato, nessuna azienda può eliminare completamente lo scraping o prevenire che i set di dati appaiano [sulla Rete],
ha riferito un portavoce del social alla testata TechCrunch.
DRI cerca ora nuove persone che vogliano unirsi alla class action contro Facebook, invitando tutti gli utenti dell’Unione Europea a controllare su haveibeenpwned.com se i propri dati siano stati compromessi e, nel caso, a unirsi alla battaglia. Non solo per ottenere qualche quattrino, ma anche per rendere palese una presa di posizione contro gli abusi delle Big Tech.
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