Recentemente un gruppo di hacktivisti ha intercettato il feed di 150.000 videocamere di sicurezza gestite da Verkada, ottenendo le riprese di ospedali, centri di detenzione, ma anche di poli aziendali quali Tesla. Tillie Kottmann, hacker ventunenne coinvolta nella faccenda, ha recentemente subito la visita della polizia svizzera, la quale ha compiuto un’incursione atta a sequestrarle hard disk e computer vari.

Nonostante le premesse, non sembra che l’intervento sia connesso a quest’ultima infiltrazione digitale, ma che piuttosto sia figlio di altri crimini non meglio specificati. Indagando a riguardo, la testata Bloomberg ha ottenuto dalle autorità svizzere un generico rimando al Dipartimento di Giustistia degli Stati Uniti, il quale si è categoricamente rifiutato di scendere nei dettagli della questione.

L’ipotesi è che l’incursione abbia colpito Kottman, hacker particolarmente in vista e solita a presenziare sui social (nonostante i continui ban) in relazione a un gigantesco leak di documenti privati e codici sorgente dei chip Intel, episodio verificatosi circa un anno fa.

Per quanto il gruppo di cui la giovane fa parte sia focalizzato su interventi considerati dalla comunità come etici, l’aver toccato le proprietà di una Big Tech non ha mancato di scatenare delle conseguenze. Al momento dell’accaduto, Intel aveva infatti promesso un’indagine profonda, coinvolgendo nella missione persino l’FBI.

 

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