Apple rende pubblico lo scambio di email che ha portato allo scontro con Epic Games e alla rimozione di Fortnite dall’App Store.

All’alba di una aspra battaglia legale, l’azienda guidata da Tim Cook ha depositato ieri in tribunale il botta e risposta intrattenuto con Epic, tacitamente evidenziando come il confronto fosse destinato a fallire sin da subito.

Il 30 giugno, il CEO di Epic Games Tim Sweeney ha infatti contattato direttamente quattro dei manager più importanti di Apple – Tim Cook, Phil Shiller, Craig Federighi, Matt Fisher – per chiedere loro la possibilità di offrire ai clienti di Fortnite un sistema di pagamento a marchio Epic.

 

 

Di fatto, per assicurarsi che “i consumatori possano avere l’opportunità di pagare di meno per i prodotti digitali e gli sviluppatori abbiano l’occasione di guadagnare di più dai loro salari”, ha suggerito che Apple rinunciasse alle sue commissioni.

Non solo, Sweeney ha inoltre domandato ai dirigenti Apple di poter caricare su App Store la versione mobile dell’Epic Games Store, ovvero ha manifestato l’intenzione di consolidare un negozio-nel-negozio con il quale smerciare direttamente i suoi prodotti.

Epic è stata obbligata a conformarsi agli standard unilaterali di Apple necessari a ottenere l’approvazione alle proprie app, documenti quali l’Apple’s App Store Review Guidelines. I contratti di apple […] contengono disposizioni restrittive che impediscono a Epic di offrire ai consumatori store e metodi di pagamento concorrenti,

ha lamentato il CEO e fondatore di Epic Games.

Il 10 luglio, Apple ha risposto all’azienda videoludica inviando una lunga missiva a Canon Pence, consulente legale di Epic. In sei pagine di testo hanno descritto minuziosamente – e acidamente – perché Apple sia contraria all’idea di dover rinunciare alla sua fetta di guadagni.

Sicuramente Epic può comprendere come Apple abbia il diritto di vedere un ritorno da parte dei suoi investimenti e dell’uso delle sue strutture. Dopotutto, Epic stessa si impegna a proteggere i suoi investimenti e le sue proprietà intellettuali. Epic pretende giustamente un compenso da parte dei giochi che usano i suoi software di sviluppo, si veda l’Unreal Engine End User Agreement.

Nonostante questo, in qualche modo, sostenete che Apple non abbia il diritto di fare lo stesso e volete tutti i benefici che vi possono essere offerti da Apple e dall’App Store senza dover spendere un centesimo. Apple non può chinarsi a questa richiesta irragionevole,

ha scritto Douglas G. Vetter, consulente legale di Apple.

Piccato, Tim Sweeney ha reagito lanciandosi sulla retorica, denunciando come Apple abbia ormai abbandonato i suoi originali valori di libertà e notificando che Epic avrebbe combattuto le “ingiustizie” dell’industria Big Tech.

Pochi giorni dopo, Epic Games ha comunicato l’intenzione di violare il contratto siglato con Apple e, pertanto, Fortnite è finito con l’essere rimosso dall’App Store.

 

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