A seguito dell’annuncio all’E3 del 2018 e della successiva closed beta dello scorso maggio, abbiamo finalmente avuto occasione di provare estensivamente Nioh 2, sempre ad opera dei ragazzi di Team Ninja.

A metà tra quanto fatto con Ninja Gaiden e un evidente approccio derivativo dalla fortuna dei souls-like, Nioh è riuscito a ritagliasi una nicchia spaziosa nella confusione del mercato, arrivando addirittura alla sorprendente cifra di 2.5 milioni di copie vendute. Visto quindi il successo – non così inaspettato, diremmo – del primo capitolo, la scelta di costruire una seconda iterazione come un sostanziale more of the same della precedente esperienza non dovrebbe in assoluto sorprendere nessuno, per la felicità di chi ha apprezzato la formula estremamente complessa del lavoro di Team Ninja.

Annunciato quindi un po’ in sordina durante la conferenza Sony dell’E3 2018, Nioh 2 si è mostrato a maggio con una closed alpha ed ora – invitati negli uffici di Sony PlayStation Italia – abbiamo messo finalmente mano ad una seconda versione del gioco, strutturata in due demo piuttosto lineari. La prima di queste sarà testabile sullo showfloor del Tokyo Game Show, la seconda invece sarà mostrata in fiera esclusivamente alla stampa. Diciamo che non facciamo particolare fatica nell’immaginarci il motivo di tale riserbo sulla seconda sezione della build, certamente la più complessa tra quelle presentate, una vera sorgente di elaborate imprecazioni esclamate dei giornalisti presenti.

Vi ricordiamo che Nioh 2 arriverà in esclusiva su PlayStation 4 ad inizio 2020. Pronti a morire e ripetere?

 

 

Nioh 2 a dispetto del numero è un prequel

Il setting di Nioh 2 è sostanzialmente lo stesso del primo capitolo, anche se – come fatto anche in altri lidi – il numero due qui non assume significato di seguito, bensì di prequel. Sì, perché Nioh 2 è ambientato ben prima delle disavventure di Henry contro l’alchimista Edward Kelley, come sembra eloquentemente comunicare la presenza di Oda Nobunaga – boss dell’episodio apripista – nel trailer rivelato in occasione del Tokyo Game Show.

Non è dato ancora conoscere i dettagli dell’intreccio o le direzioni in cui questo andrà a parare, ma appare certo che la scelta di piazzare gli eventi di Nioh 2 prima di quanto narrato nell’esperienza del 2017 sia quantomeno uno splendido assist per tutti coloro che vorranno per la prima volta immergersi nello splendido mondo costruito da Team Ninja.

Potremo personalizzare l’aspetto del nostro personaggio con un editor dedicato

Siamo in ogni caso in pieno coinvolti nel torbido e tumultuoso periodo Sengoku della storia giapponese e ci troviamo ad impersonare questa volta un personaggio totalmente definito dal solito editor di sesso ed aspetto fisico. La versione da noi provata non ci ha permesso in realtà di modificare alcunché eccetto la scelta del genere e di una serie di preset abbastanza variegati; un modo per mostrare i muscoli ed evidenziare questa aggiunta, ma ancora presto per comprenderne la profondità.

 

 

Tralasciando ora il poco che conosciamo della narrativa, tempo di passare al gameplay. Negli uffici di Sony PlayStation abbiamo avuto il piacere di giocare per circa due ore Nioh 2 in due diverse sezioni, entrambe terminate con infami boss fight. I veterani della serie si troveranno molto presto a casa, con una percezione del sistema di combattimento estremamente simile rispetto al passato.

I veterani della serie si troveranno molto presto a casa

Al solito, tornano attacco leggero/pesante e le tre posizioni, con tre diversi ritmi e moveset di attacco/difesa, ognuna di diversa percezione in base all’arma equipaggiata. Fa la sua comparsa ovviamente il Ki – chiamasi resistenza o stamina -, la cui barra acquista in pratica (per noi e per l’avversario) la stessa importanza dei punti vita, pena una pericolosa paralisi; stesso discorso per il ritorno del Ki Pulse, che con la pressione di R1 risulta essenziale per recuperare preziosa stamina e per poi proseguire combo od allontanarsi dai diabolici attacchi nemici.

Con L2 ed R2 si utilizza l’arma a lunga gittata e con la pressione prolungata di triangolo si attiva un attacco caricato che arricchisce ulteriormente la complessità del sistema. Ma non è finita qui, ovviamente. Nioh 2 introduce la profonda implementazione degli Spiriti Guardiani, che una volta selezionati permetteranno tutta una serie di attacchi special, parry e cambi di forma. R2 è la posizione chiave del pad per l’utilizzo di queste abilità, delle quali la più importante è un contrattacco alle mosse esplosive (dal colore rosso) e devastanti dei demoni Yokai; se si riesce a centrare il timing del colpo nemico (la finestra è molto stretta) lo si pone con tutta probabilità in una situazione di stun in cui viene reso possibile infliggere un gran quantitativo di danno.

Nioh 2 chiede il massimo impegno tanto nella pianificazione quanto nell’azione vera e propria

A questo si aggiunge la presenza delle trasformazioni Yokai – in cui si entra in una sorta di modalità berseker – e delle mosse Yokai, queste ultime legate anche al nucleo di Yokai (ottenuto sconfiggendo nemici) che si è scelto di legare al proprio Spirito Guardiano. Se si somma a quanto detto la presenza delle solite guardia e schivata si raggiunge una complessità sia di combat system, sia di personalizzazione ruolistica, davvero impressionante. Non parliamo certo di un qualcosa accessibile ad un giocatore poco avvezzo al genere o insofferente a statistiche ed affini: Nioh 2 chiede il massimo impegno tanto nella pianificazione quanto nell’azione vera e propria.

 

 

La scelta delle armi equipaggiate, un’oculata evoluzione dei propri parametri e una ragionata progressione del proprio albero delle abilità non sono dopotutto qualcosa da cui è possibile prescindere per affrontare non tanto i nemici comuni e i vari minion, ma soprattutto gli imponenti scontri con boss. Come vi dicevamo, le demo da noi provate sono risultate entrambe estremamente lineari, precludendoci quasi in toto sezioni esplorative e concentrandosi a capofitto su due diabolici nemici conclusivi (entrambi intravisti nel trailer del TGS).

Il primo, un demone dal volto equino, non è apparso impossibile da sconfiggere, sebbene comunque imponesse una certa attenzione ad un terribile attacco triplo con martello (?) one shot one kill. Per il secondo invece è tutto un altro discorso, visto il design evidentemente sadico di una donna dall’aspetto felino a bordo di un carro infuocato con ruote chiodate; sadico da una parte per la difficoltà di centrare il timing della parry, dall’altra per un moveset dinamico composto da scatti e rotazioni improvvise in grado di far gridare le peggiori blasfemie anche al migliore dei santi. Questo senza considerare le prese, le fiamme e una arena non così spaziosa.

 

 

Se la seconda boss fight è il metro preso per tarare la difficoltà dell’intera esperienza, possiamo assicurativi che Nioh 2 manterrà in pieno la ripidissima curva di apprendimento del primo capitolo, impiantata come da manuale per un souls-like sullo studio meticoloso dei pattern dei più temibili avversari.

Un ultimo appunto invece a riguardo della questione tecnica. Nioh 2 – nonostante una pubblicazione distante almeno 5/6 mesi – ci è apparso graficamente abbastanza solido, sebbene non siano in assoluto percepibili grandi salti in avanti rispetto al primo episodio. Una buona gestione dell’illuminazione con elementi volumetrici è resa abbastanza chiara da una direzione artistica dell’immaginario al solito sempre molto ispirata, e il frame rate rimane abbastanza stabile sui 60 frame al secondo.

Nioh 2 comunque offre anche una modalità cinema che premia la risoluzione a sfavore del frame rate (in questo caso fissato a 30 frame per secondo); naturalmente questa seconda opzione che abbiamo attivato dal menù è molto meno ottimizzata rispetto alla prima, ma manca ancora troppo tempo al lancio per permetterci di criticare la fluidità dell’azione di gioco. Appuntamento ad inizio 2020 per capire i frutti del lavoro di Team Ninja.