Da Non Aprite Quella Porta a il nuovo La Casa delle Bambole – Ghostland, la famiglia nel cinema horror ha sempre avuto un ruolo particolare, occupando uno dei topos più interessanti. Da vittima a carnefice, la famiglia è il centro di diversi cult che, da ieri ad oggi, hanno costellato il genere horror.

Case infestate, fantasmi dal passato, traumi mai dimenticati. Alla base di molte pellicole horror ci sono quasi sempre elementi di questo tipo legati, inevitabilmente, al rapporto che il protagonista ha con la propria famiglia. Rapporti ossessivi, amori malati, famiglie deviate o spesso un trauma che unisce, in modo diverso, i componenti di ogni famiglia.

La figura del serial killer nasce proprio da elementi cresciuti in ambienti disturbati con famiglie borderline

Se ci pensiamo bene, nella stessa realtà, la figura del serial killer nasce proprio da elementi cresciuti in ambienti disturbati con famiglie borderline dove l’abuso, la violenza e la dipendenza erano all’ordine del giorno. Bambini incapaci di distinguere il bene dal male, l’odio dall’amore, e di sfogare così le loro frustrazioni prima sulle creature più in difese e poi, col tempo, localizzare la loro mancanza sulla violenza, la brutalità, la totale assenza di empatia, arrivando fino ad uccidere.

 

La Casa delle Bambole

 

In questo caso, uno dei personaggi più eclatanti è proprio quello di Leatherface e della sua crudele famiglia di cannibali. Jedidiah Sawyer, infatti, è un ragazzo ritardato, cresciuto in cattività e con la convinzione del costante pericolo e minaccia che lo porta a “proteggere” la sua famiglia nel più cruento dei modi: massacrando. Inoltre, Jed è costantemente diviso in tre personalità che si manifestano a secondo della situazione nella quale si trova.

Non sorprende sapere che il personaggio di Leatherface è ispirato a uno dei più grandi e cruenti serial killer del nostro tempo, Ed Gein, il quale uccise, squartò e violò molteplici vittime tra il 1947 e il 1957, usando la pelle, le ossa e parti del corpo per la creazione di vestiti, utensili vari come lampade, ciotole e decorazioni per la causa. La difficile infanzia, caratterizzata soprattutto da una madre religiosa e autoritaria che tirò su Ed e suo fratello in totale stato di isolamento e con una dottrina al limite del fanatismo, fu proprio la causa di questi disturbi che sfociati successivamente nel più distruttivo dei modi.

 

La Casa delle Bambole

 

Opposta a questa situazione è quando, invece, il legame con la famiglia diventa la sola ancora di salvezza

Opposta a questa situazione è quando, invece, il legame con la famiglia diventa la sola ancora di salvezza nei confronti di una situazione terrificante o trauma derivante dal passato. Un legame dettato dall’esperienza traumatica condivisa e che, in un modo o nell’altro, lega due persone ben oltre i “semplici” legami di sangue. O traumi che possono unire e al tempo stesso sradicare, allontanare, rivivendo giorno dopo giorno lo stesso incubo negli occhi del parente più vicino.

Esattamente come succede a Elizabeth Keller in La Casa delle Bambole – Ghostland di Pascal Laugier. Beth è una scrittrice di successo di romanzi horror che condivide assieme a sua sorella Vera e a sua madre una traumatica esperienza avvenuta quindici anni prima nell’inquietante casa, lasciata in eredità, della zia. La stessa notte del trasferimento, Beth assieme a sua madre e sua sorella, vengono aggredite violentemente da due uomini che vogliono imprigionarle in quella casa e renderle delle vere e proprie bambole.

 

 

Sebbene sopravvissute, mentre Beth decide – una volta cresciuta – di intraprendere una nuova vita e portare avanti i suoi sogni, Vera resta incastrata nell’atroce trauma, che riporterà anche l’altra sorella a fare i conti con il passato.

All’interno del cinema horror è piuttosto comune che il legame tra fratelli e genitori, dopo un trauma molto forte, continui a restare una costante all’interno delle loro vite, spesso tormentandoli anche nel futuro e riuscendo a creare una sorta di connessione che va ben oltre il mondo del reale e del tangibile.

Un caso molto particolare che stiamo vivendo in questi giorni è quello della famiglia Crain nella serie tv Netlix ideata da Mike Flangan – e basata sull’omonimo romanzo di Shirley JacksonThe Haunting of Hill House.

 

La Casa delle Bambole

 

Addentriamoci quindi nei meandri del cinema horror e scopriamo quali sono le famiglie più inquietanti e dal legame più forte – nel bene e nel male – che le ha rese iconiche all’interno del cinema e della serialità.

 

 

La Famiglia Firefly

La casa dei 1000 Corpi (2003) di Rob Zombie

 

La Casa delle Bambole

 

L’esordio alla regia di Zombie è stato segnato da una delle famiglie più sanguinarie del cinema horror di stampo duemila. Potremmo definire i Firefly brutti, truccati e assolutamente cattivi. I Firefly sono una famiglia cinica e brutale, i classici “villain” all’interno di uno slasher movie con protagonisti il solito gruppetto di ragazzi ingenui; invece, all’interno della pellicola di Zombie, vengono inquadrati come i veri protagonisti di tutta la vicenda. Il fulcro gira attorno alle loro sanguinose avventure.

Un legame di sangue – e non solo il loro – che va ben oltre qualsiasi etica o morale. Gli va riconosciuto, nella loro follia, di essere molto coerenti e passionali: nessun abuso o trauma, ai Firefly piace uccidere ed essere grottescamente “creativi”.

 

 

La Famiglia Sawyer

Non aprite quella porta (1974) di Tobe Hopper

 

La Casa delle Bambole

 

L’abbiamo citata prima e non possiamo non scrivere di più sulla famiglia Sawyer, forse una delle più terrificanti famiglie all’interno della storia del cinema. Leatherface non esisterebbe se alla base della sua “creazione” non ci fossero i Sawyer. Una vera e propria famiglia texana bifolca, dal brutto carattere e con un’insana passione per la carne umana.

Jedidiah, il figlio più piccolo e con un importante ritardo mentale, è sempre stato maltrattato e sminuito da tutto il nucleo familiare, a partire dalla madre fino ad arrivare al fratello. Jed cresce in un ambiente ostile, fagocitato dall’odio e dal senso di impotenza, che lo mette in costante stato d’allarme, massacrando, scuoiando e squartando tutto ciò che è esterno alla sua famiglia.

 

 

La Famiglia Bates

Psyco (1960) di Alfred Hitchcock

 

La Casa delle Bambole

 

Il rapporto ossessivo madre – figlio è una delle cause principali, soprattutto nella prima infanzia, che può generare dei veri mostri. L’aspettativa di una madre o l’idealizzazione di una madre per un figlio, e viceversa, può essere davvero deleteria. A rispondere perfettamente in questo caso è il rapporto tra Norman Bates e sua madre.

Dopo la morte del padre, Norman sviluppa un vero e proprio complesso d’Edipo, legandosi morbosamente alla madre e non accettando che questa possa rifarsi una vita. Proprio per questo la prima vittima di Norman sarà sua madre e il compagno, sdoppiando la sua personalità in due parti: quella del figlio amorevole e disposto a sopportare di tutto, e quello della madre possessiva e dispotica, gelosa a tal punto da uccidere qualsiasi altra donna. Una relazione ai limiti della follia.

 

 

La Famiglia Voorhees

Venerdì 13 (1980) di Sean S. Cunningham

 

La Casa delle Bambole

 

Parlando di madri ossessionate e possessive, sicuramente Pamela Voorhees è un giusto esempio. Pamela non è solo l’origine del mito di Jason, Pamela è la prima artefice alla lunga scia di sangue che – nel corso del tempo e di una serie di film non del tutto “veritieri” – seguirà Jason.

Esattamente come nel caso di Jed, Jason è un ragazzo ritardato, che durante un campo estivo affoga nel lago a causa della negligenza dei responsabili del campo. Pamela, all’epoca cuoca all’interno del campo, dopo ventitre anni decide di ritornare sul luogo dove tutto è finito per dare inizio ad un lunghissimo e brutale incubo senza fine. Del resto, una madre per amore è disposta proprio a tutto, no?

 

 

La Famiglia Graham

Hereditary (2018) di Ari Aster

 

La Casa delle Bambole

 

Ci sono alcune eredità che ci seguono da prima dello stesso concepimento. In questo caso non parliamo però di un titolo nobiliare o di una professione o di una malattia. Questa volta parliamo di una vera e propria maledizione che si tramanda da madre in figlio.

Annie Graham, dopo la morte di sua madre, inizia a percepire delle strane presenza in casa, come se lo spirito della donne non avesse mai lasciato l’abitazione. Con il tempo Annie si renderà conto che sua madre era molto più di quanto diceva, e che nella tomba si è portata un segreto terrificante. Un’eredità che già fa parte di Annie e che, molto presto, inizierà a interessare anche i suoi figli.

 

 

La Famiglia Lambert

Insidious (2010) di James Wan

 

La Casa delle Bambole

 

Parlando di scomode eredità e destini segnati, non da meno quello dei Lambert. Dopo che il trasferimento in una nuova casa e le prime inquietanti visioni del figlio Dalton, per Josh e Renai la soluzione sarebbe quella di cambiare abitazione, ma non è la casa ad essere infestata. La famiglia Lambert, infatti, è da anni e anni tormentata da strane presenza provenienti dall’Altrove. Veri e propri fantasmi del passato che lo stesso Josh, da bambino, si è trovato ad affrontare.

Un viaggio all’interno dell’oscurità tramandato di generazione in generazione e che, apparentemente, non può essere spezzato. Si, insomma, quelle “piacevoli eredità” che ci fanno rivalutare i fianchi larghi ereditati dalla mamma o la calvizie ereditata dal papà.

 

 

La Famiglia Warren

The Conjuring (2013) di James Wan

 

La Casa delle Bambole

 

Il caso dei Warren è molto particolare. I coniugi Warren sono legati al soprannaturale che lega tra loro altre famiglie. Ed e Lorraine Warren sono degli esperti di demonologia che hanno investito gran parte delle loro risorse ed energie ad analizzare eventi soprannaturali e aiutare famiglie alle prese con il male. Romanzando un po’, James Wan ha portato sul grande schermo la biografia di una coppia reale che ha davvero dedicato alla sua vita allo studio dell’oscurità.

Ovunque vadano, i Warren si trascinano dietro un lembo di terrore sempre più fitto che, non poco, ha influito sulle proprie esistenze. Eppure è proprio questa costante ricerca del male, espiandolo con una luce positiva, che ha reso Ed e Lorraine così uniti anche di fronte ai più terrificanti orrori.

 

 

La Famiglia Crain

Hill House (2018) di Mike Flanagan

 

La Casa delle Bambole

 

Facciamo un piccolo salto nel mondo del “piccolo schermo”, ma che si mostra essere assai più profondo del cinema stesso. Fenomeno delle ultime serie e la nuovissima serie horror di Netflix di Mike Flanagan, The Haunting of Hill House. La serie riporta le vicende, in bilico tra passato e presente, della famiglia Crain, fortemente destabilizzata in seguito alla morte brutale della madre avvenuta all’interno dell’enorme abitazione della famiglia, Hill House. Ciò che è successo quella notte continua a restare un mistero che ancora tormenta l’animo dei cinque fratelli.

Hill House sembra avergli profondamente segnati, ognuno in modo diverso, e le presenze della casa, nonostante il tempo, non hanno davvero abbandonato i Crain, spesso unendoli tra di loro addirittura attraverso il sogno o le sensazione. Infatti, sebbene gli avvenimenti della casa abbiamo comunque creato una profonda frattura tra i fratelli e le sorelle, creando una serie di reti molto complicate, al tempo stesso li ha uniti attraverso un legame empatico e telepatico. Un rapporto fraterno legato da una vera e propria maledizione che sembra non volerli abbandonare del tutto.

 

 

La Famiglia Oswalt

Sinister (2012) di Scott Derrickson

 

La Casa delle Bambole

 

Parlando di maledizioni dure a morire c’è sicuramente quella degli Oswalt, che si ritrova a dover affrontare il terribile demone mangia bambini Bughuul. Gli Oswalt, guidati dal padre Ellison, si troveranno a fare i conti con una minaccia inespugnabile, annidata all’interno delle pareti della loro stessa abitazione. Casa che, solo un anno prima, era stato il teatro degli orrori di una famiglia precedentemente morta in seguito alla scomparsa della loro figlia più piccola.

Ellison, scrittore di cronaca nera, è infatti solito andare alla ricerca e vivere in questi luoghi di terrore, se non fosse che questa volta ciò che il destino ha in serbo per lui e per la sua famiglia è molto più letale e no, non basterà cambiare casa.

 

 

La Famiglia Lutz

Amityville Horror (1979) di Stuart Rosenberg

 

La Casa delle Bambole

 

Parlando di famiglie tormentate, maledizioni e omicidi, di certo non poteva mancare una delle famiglie più iconiche della storia del cinema – nonché una delle casa più inquietanti appartenente alla realtà – ovvero i Lutz e la loro Amityville.

Colpevoli di essersi lasciati ingolosire da una casa fin troppo bella con un prezzo fin troppo stracciato, i Lutz – come tante altre famiglie perseguitate all’interno della storia del cinema – si ritrovano a vivere su un vero e proprio cimitero degli orrori che li porterà, in particolar modo George Lutz – a perdere completamente la ragione, restando vittime degli inquilini spettrali della casa.

 

 

La Casa delle Bambole vi aspetta al cinema dal 6 dicembre