Il 23 e 24 Gennaio al cinema, evento speciale per Nexo Digital, arriva Fabrizio De André. Principe Libero, pellicola sull’amato cantautore genovese scomparso diciannove anni fa. La pellicola andrà poi in prima serata su Rai 1 divisa in due puntate, il il 13 e 14 Febbraio. Un atipico viaggio nella vita di De André uomo, prima ancora di conoscere l’artista, raccontato attraverso l’inconfondibile bellezza e poetica della sua musica.
La morte è una condizione irreversibile dell’essere umano, ma esistono delle forme d’arte, e degli uomini capaci di darne vita, che vivranno in uno stato di grazia eterna, risuonando di generazione in generazione, senza conoscere mai la parola “fine”. Questo è indubbiamente il caso di Fabrizio De André, cantautore genovese che ha saputo mettere in musica il marcio, le sfumature più grottesche dell’animo umano e dei dimenticati della società, trasformandoli in agrodolce poesia.
Luca Facchini prova a raccontare quarant’anni della vita di Fabrizio De André, ma senza mettere in scena la solita e banale geografia tipica del genere biografico. Il percorso di Facchini, assieme agli artisti che hanno collaborato, tra cui la stessa Dori Ghezzi (seconda moglie di De André), parte dalla creazione dell’artista, quindi la musica che accompagna l’interna narrazione, ma si concentra sull’uomo De André, dall’infanzia all’ultimo concerto.
Fabrizio De André. Principe Libero riassume fin dal titolo la missione di questa pellicola: provare a raccontare il disperato bisogno di libertà di un uomo, che dalla grandezza della sua sensibilità, non è mai riuscito a darsi veramente pace.
Costantemente diviso tra il sentirsi in debito, mai adeguato, perennemente schiacciato da regole non sue. Non è un caso se la pellicola di Facchini parte proprio con la più grande negazione di libertà che la vita ha riservato a Fabrizio De André: il sequestro in Gallura avvenuto nel 1979 e durato quattro mesi.
Certo, raccontare Fabrizio De André non è una sfida da poco, e i dubbi in merito alla riuscita del progetto non erano pochi (soprattutto dopo il rilascio del discutibile primo teaser trailer televisivo). Una personalità che ancora riesce a rappresentare l’Italia nei suoi testi; a far sentire a casa con la sua musica. Un uomo che con la sua poesia non ci ha lasciato mai e ancora parla alle generazioni future.
Un’artista dall’immensa sensibilità, capace di dare nuovo gusto alla sensualità, nuova interpretazione alla religione e alla politica, traendo ispirazione dal suo stesso vissuto, dai suoi tormenti e anche dalle sue gioie. Un continuo passaggio che va delle notti brave in gioventù nella malfamata via del campo di Genova fino proprio al sequestro, passando per gli avvenimenti di cronaca al terrore del palcoscenico, in compagnia degli amici che hanno segnato la sua crescita, come Paolo Villaggio e Luigi Tenco, e alle donne della sua vita, Puny e Dori Ghezzi.
Fabrizio De André. Principe Libero rappresenta tutto questo in tre ore di narrazione sospese nel tempo e nello spazio. Tre ore riempite dall’immensa musica di Faber, dalle sue paure, dai suoi sogni, dalle sue inaspettate fragilità, come il continuo confronto con il padre e la dipendenza dall’alcool. La sfrenata voglia di sentirsi libero e il non riuscire mai ad esserlo per davvero. Non è l’artista che prende vita sullo schermo ma l’uomo. L’idea dell’uomo, come tanti e come nessuno, dietro l’artista.
Il film di Facchini è un’idea che riesce, nel modo più doloroso e sublime possibile, proprio come la musica dello stesso Faber, ad omaggiare la memoria collettiva, tramandata ancora ed ancora, dell’artista.
Chi era Faber? Bella domanda, alla quale né il film né nessun altro potrebbe dar risposta, come del resto lo stesso De André. E Fabrizio De André. Principe Libero cerca di rappresentare proprio questo: la domanda alla quale perfino Faber avrebbe voluto trovare una risposta sotto lo sguardo perennemente in bilico tra l’irrequieto e l’incuriosito, le labbra semichiuse al sapore di whisky e l’ennesima sigaretta stretta tra le dita tra un accordo e l’altro. Anima turbolenta e tormentata dallo stesso concetto di libertà.
Il film di Luca Facchini, grazie anche ai suoi incredibili interpreti, riesce a toccare l’anima, il cuore di chi lo vede e lo ascolta. Riesce a trasmettere la stessa sensazione di tristezza e dolcezza, di conforto e familiarità, tipica delle canzoni di Fabrizio De André. La nostalgia del passato, i ricordi dell’infanzia o dell’adolescenza. Un film collettivo e al tempo stesso privato, dove l’amore puro per un artista squarcia letteralmente lo schermo.
Meraviglioso Luca Marinelli che, con la sua rappresentazione di Fabrizio De André, la sua somiglianza fisica, riesce a far andare ben oltre gli inevitabili difetti di pronuncia che risentono, un po’ troppo, della cadenza romana dell’attore.
Marinelli discende nell’idea stessa dell’uomo De André. Non cerca di correre dietro al vero artista, ma lavora su una propria rappresentazione del personaggio, cercando nel profondo della propria sensibilità, nella memoria e nel suo immaginario.
Un lavoro magistrale che si lascia sentir fin dalla stessa musica, non potendo non rabbrividire nel riconoscere nella stessa voce di Marinelli l’inconfondibile tono di Faber stesso. Nel suo sguardo la malinconia di un’artista che, molto probabilmente, non abbiamo mai compreso del tutto.
In Luca Marinelli sembra di rivedere il vero Fabrizio De André, ritrovandosi faccia a faccia con lui, a confronto con l’uomo – un uomo così fragile, tormentato e felicemente infelice – che ha reso possibile che l’artista diventasse un’icona senza tempo. Un’artista che, nella sua poesia, concede ancora il lusso di lacrime sincere ricche di commozione.
Enormi scoperte Gianluca Gobbi e Matteo Martari, rispettivamente nei ruoli di Paolo Villaggio e Luigi Tenco, con le loro rappresentazioni da brividi che sembrano riportare le lancette dell’orologio indietro nel tempo, lasciando rivivere allo spettatore un’epoca dove nessuno avrebbe mai potuto immaginare il proprio destino.
Infine, Valentina Bellè e Elena Radonicich, nei ruoli di Dori e Puny, seconda e prima moglie di Fabrizio, rappresentano due donne tanto diverse quanto fondamentali per la vita del protagonista. Due personalità che rispecchiano i volti di tante donne, tante figure femminile rocce portanti di molti uomini.
Due rappresentazioni diverse dell’essere donna, dell’amare e del farsi amare. Due incredibili figure fondamentali per la vita dell’uomo, che lo hanno accompagnato a diventare l’artista che tutti noi abbiamo conosciuto, nei suoi pregi e difetti.
Ognuno di questi artisti, assieme alla loro umiltà, al loro rimettersi al servizio della storia, hanno saputo rendere autentico questo film che perfettamente sa trovare la sua dimensione, il giusto compromesso, tra realtà e narrazione filmica.
Una pellicola che nel suo piccolo tradimento sa essere fedele al cuore, sa riportare sullo schermo la vera essenza di Fabrizio De André. E di questa immensa fedeltà, di questa sincerità e modestia, di questa sorprendente rappresentazione, non potremmo mai ringraziare abbastanza questi artisti e Luca Facchini riusciti in un vero grande miracolo.
Grazie.
Anteprima Live: Fabrizio De André. Principe Libero
Fabrizio De André – Principe Libero: commento dopo l'anteprima con Gabriella
Posted by Lega Nerd on Friday, January 19, 2018
Fabrizio De André. Principe Libero sarà al cinema unicamente il 23 e 24 Gennaio grazie a Nexo Digital e in prima serata su Rai 1, diviso in due parti, il 13 e 14 Febbraio.