L’ottavo giorno della XI Festa del Cinema di Roma ospita uno dei volti più amanti del cinema, la meravigliosa Meryl Streep, protagonista del film Florence Foster Jenkins, di Stephen Frears, basato sulla storia vera della soprano statunitense passata alla storia per la sua enorme mancanza di doti canore ma spassionato amore per la musica.
Meryl Streep arriva finalmente sul red carpet della XI Festa del Cinema di Roma e lo fa a suon di musica con il film Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, regista di film come The Queen e Philomena.
Ad accompagnare Meryl Streep sul set troviamo l’inglese Hugh Grant nei panni dell’eccentrico ed elegante St. Clair Bayfield, una delle star di Big Bang Theory, Simon Helberg, nei panni del timido pianista Cosme McMoon, e Rebecca Ferguson e Nina Arianda.
Ambientanto nell’a New York del 1944, in un momento storico particolare in cui la guerra non aveva ancora abbandonato la vita delle persone, e spesso si ricercava svago e sfogo nella musica, Florence Foster Jenkins è un’ereditiera e mecenate dell’attività musicale newyorchese.
Florence è una donna meravigliosa, amata dal suo pubblico e dai suoi amici. Ingenuna e allegra come una bambina, intrattiene i suoi ospiti con spettacoli canori di cui, ovviamente, lei è la star. Nella testa di Florence la sua voce risuona come quella di un usignolo, ma in realtà l’effetto è del tutto opposto.
L’amore di Florence per la musica è tanto grande quanto le sue mancate doti canore. Eppure Florence in ogni sua esibizione sa metterci il cuore e l’anima, venendo comunque sia applaudita e decantanta dai suoi amici e spettatori.
Questo film è caratterizzato dalla passione per il lavoro, passione che si mette nei confronti di un’altra persona, per l’amore e di ciò che siamo disposti a fare in nome dell’amore.
Afferma l’attrice Meryl Streep durante a conferenza stampa romana, mostrandosi particolarmente commosa ed emozionata nei confronti del pubblico italiano.
Ciò che, infatti, salta subito all’occhio in Florence Foster Jenkins, non è solo il profondo amore che questa donna mette in tutto quello che fa e in tutto ciò che riguarda la musica, ma anche la profonda devozione nei suoi confronti del compagno St. Clair Bayfield, disposto a tutto pur di proteggerla dalle critiche negative.
St. Clair si prende cura di Florence, cercando di rendere ogni suo giorno sempre più lieto e ricco di quella passione che la tiene in vita. Florence, infatti, è malata dal molto tempo, ma assieme a St. Clair riesce a tenere alta la sua maschera di perfezione e briosità.
La sfida più grande arriverà per St. Clair quando la moglie, stanca dei solito palco del loro club musicale, il Verdi Club, deciderà di esibirsi in un concerto al Carnegie Hall.
Impossibile non restare rapiti dalla voce di Florence, dall’anima di Florence perché, nonostante l’obbietiva mancanza di capacità canore,capaci di far risuonare un sincero amore e passione nei confronti della musica.
Florence canta con il cuore. Io credo che cantare senza passione sia il peccato più grave. Certo, sicuramente cantare con passione ma senza saperlo fare è comunque un errore, ma alla fine potrebbe essere divertente.
Continua a dire Meryl Streep. L’attrice si approccia al ruolo con enorme serietà e devozione, affermando di averci lavorato moltissimo, soprattutto per quanto riguarda il canto.
Ho preso lezioni di canto ed ero seguita da un coach. Poi, due settimane prima di girare, abbiamo distrutto tutto ciò su cui avevamo lavorato per rendere veritiero il tono stonato.
Florence ha la capacità di approcciarsi alla vita, al mondo, proprio come se fosse una bambina, cercando di mettersi sempre al centro dell’attenzione con ingenuità e con quella malizia tipica dei bambini. Si commuove facilmente e nei suoi occhi c’è sempre un incantevole velo di tristezza e dolcezza, facendola sembrare eterea e immortale.
Meryl Streep è straordinaria nel donare allo spettatore la vera essenza di Florence, immortalandosi, come sempre, in un ruolo che non ha precedenti.
Il cuore di Florence Foster Jenkins è sicuramente la sua protagonista, ma non da meno solo le spalle Hugh Grant e Simon Helberg.
Il ruolo di Hugh Grant è molto dolce. Un uomo devoto, amorevole, che sicuramente conserva in sè non pochi segreti. Eppure, nonostante i diffetti di St. Clair non si può non essere affascinati da lui, affezionandosi con il tempo.
La recitazione iniziale, volutamente sopra le righe, sfuma successivamente in toni di maggiore naturalezza e semplicità. Un uomo capace di condurre due vite parallele, riuscendo a non far mancare mai nulla a Florence ma trattandola, sempre e comunque, come se fosse una regina. Era da un po’ che non si vedeva un Hugh Grant così in forma (certo, solo dal punto di vista interpretativo).
Assolutamente irresistibile è il personaggio del pianista Cosme McMoon, un giovanotto mingherlino e dallo stile piuttosto classico. Molto timido e sempre incredulo del mondo in cui Florence e St. Clair lo hanno tascinato.
La vita della donna, la sua passione, che inizialmente può sembrare una follia, immortalando l’attore in alcune espressioni veramente comiche, ma successivamente facendosi totalmente assorbire, capendo tutto il lavoro compiuto in precedenza da St. Clair.
Simon Helberg si dimostra essere incredibilmente versatile. Una straordinaria mimica facciale, molto diversa dal personaggio al quale siamo più abituati a vederlo, Howard Wolowitz. Spesso viene coinvolto in scene costruite come se fossero delle gag in perfetto stile anni ’40 e ’50, regalando allo spettatore, assieme all’armonia creata con la Streep, delle grosse risate.
L’anno scorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia venne presentato il francese Marguerite di Xavier Giannoli, con protagonista Catherine Frot e ispirato alla storia di Florence. Paradossalmente questo film venne girato dopo quello di Stephen Frears, eppure ebbe una produzione più veloce.
A differenza del film di Giannoli, il quale approfondisce molto di più il contesto storico dei personaggi e anche la psiche degli stessi, Frears tende ad abbracciare un pubblico più grande, portando sul grande schermo una commedia briosa e coinvolgente.
Le atmosfere degli interi, in particolar modo quella della club, sono in perfetto stile anni ’40/50, e riescono a trasmettere lo stesso attegiamento, modo di vivere, della classe più alta, di quel periodo. Il tutto viene però perfettamente confezionato con eleganza e raffinatezza, portando al cinema un prodotto leggero ma non banale o privo di concretezza.
Florence Foster Jenkins è un racconto intimo, una storia che scivola nelle profondità della sua protagonista, provando a metterla a nudo ma senza farle mai prendere quella dignità e orgoglio di cui è contraddistinta.
Una storia di coraggio e amore e passione, che scorre coinvolgendo il suo spettatoe dall’inizio alla fine. Una stuttura solida, in cui il dialogo è sempre brillante e accativante e le musiche di Desplat sono, come sempre, bellissime.
Qualcuno potrà anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato.
Le commoventi parole di Florence portano a conclusione la pellicola, lasciando un morbido sorriso sul volto di tutti. Un finale da favola, perfetto per la Florence che abbiamo imparato a conoscere.
Florence Foster Jenkins sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 22 Dicembre.