Ti svegli in un futuristico laboratorio, senza memoria, senza un braccio e una gamba, e con un gran mal di testa. Una bionda da mozzare il fiato, naturalmente scienziata da Nobel, ti ricostruisce le parti mancanti, ti rivela di essere tua moglie e ti dice che ti ama. Cinque minuti dopo, si scatena l’inferno…
Tutto questo lo vedi con i tuoi occhi, caro il mio Henry: sì, sei proprio tu sdraiato su quel tavolo pieno di aggeggi medici che ti riparano i danni fisici; sei tu, trasformato in una specie di cyborg. Hai una bella fortuna, a ritrovarti una moglie con quel faccino e quel cervello.
Stranamente (irony: ON) la fortuna ha il brutto vizio di durare poco ed essere sempre sotto costante minaccia, specialmente se sei il protagonista di un film d’azione… e non uno a caso.
Questo è il più scatenato, pazzo, adrenalinico e violento film mai uscito dalla testa di un cineasta fuori di testa.
Si intitola Hardcore, caro il mio Henry, e tu ne sei il protagonista. Preparati a lottare, sparare, saltare, stragolare, accoltellare, arrampicare, volare a corpo libero, prendere mazzate (letteralmente)… sei ancora qui? Muoviti!
Per ogni generazione c’è un film che cambia tutto per sempre: arriva Hardcore!, il film completamente in prima persona che ridefinisce una volta per tutte i confini
del cinema d’azione.
La frase di lancio dell’opera punta altissimo, in modo sfacciato e brutale come tutta la pellicola diretta dal giovane talento russo Ilya Naishuller.
Ci riuscirà? Soltanto il verdetto del pubblico potrà stabilirlo, ma io anticipo che saranno in molti a uscire dalla sala cinematografica correndo sui muri e con l’adrenalina a mille che pompa nelle vene.
Tutto merito dell’azione non-stop girata da stuntman matti con Go-Pro imbracate sulla testa!
Se te lo stai chiedendo, sì, Naishuller è l’autore del celeberrimo video musicale “Bad Motherfucker” della sua stessa band punk-rock (i Biting Elbows) che in pratica è la “prova generale” di Hardcore.
Riguardiamolo, così sai che devi aspettarti qualcosa come questo elevato all’ennesima potenza e ancora più folle…
Hardcore & More: I POV al Cinema
Una cosa è vera, verissima: Hardcore ridefinisce i confini del cinema d’azione, setta nuovi standard per l’adrenalina che passa tra schermo e poltrona, tra realizzatori e spettatore.
Niente di nuovo sotto il sole per quanto riguarda trama e compagnia bella (benché sia perfettamente funzionale e precisa), ma decisamente un nuovo standard sul piano dell’intensità visiva e dell’orgia di azione e violenza compattata in un unico film, vissuto interamente in soggettiva.
Hardcore non è la prima opera cinematografica girata in tutto e per tutto in prima persona, ovvero in POV – Point of View – ma a conti fatti è decisamente la più completa, soddisfacente e spaccaculi.
Diamo uno sguardo agli “antenati” (con POV anche mediato dall’obiettivo di videocamera) della pellicola di Ilya Nayshuller.
Se non sei sicuro di riuscire a reggere per il mal di mare, fatti un’iniezione di queste medicine che ci mostrano l’azione in prima persona e poi fiondati in sala per Hardcore!
Cloverfield
Lo cito per primo perché è stato l’unico film nella mia relativamente lunga carriera di spettatore a farmi vomitare all’uscita della sala. No, non sto esprimendo un giudizio artistico… magari è stata la pizza fagocitata prima, magari il freddo.
Di certo il film mi ha dato la botta decisiva. Un mostrone galattico attacca New York e, nel frattempo, infetta anche la gente che iniza a esplodere in maniera schifosa.
Livello POV: 90%
Segni particolari: Mostro party-breaker, protagonisti troppo coraggiosi per essere veri
Enter The Void
Non sarei il buon vecchio Giac se non andassi in giro a sparare anche consigli di cinema assolutamente d’autore, vero?
Ecco, dico solo che se vi fate di acido troverete questo film di tre ore in pianosequenza (certo, ci sono gli stacchi – cmq Birdman, ciuccia) del controverso e provocatorio regista francese Gaspar Noé un’esperienza davvero mistica.
Perché? Vedere per credere!
Livello POV: 90%
Segni particolari: “Melodramma psichedelico”. Sì, ma c’è pure la soggettiva di una vagina.
Maniac
Frodo assassino. E daje! A Elijah Wood piace proprio “sporcarsi” con il sangue, nono stante il mondo voglia continuare a ricordarlo come l’hobbit della porta accanto.
Insomma, se in Sin City era un lurido ammazza-pupe, qui è… un lurido ammazza-pupe, però in soggettiva.
Ha la brutta abitudine a specchiarsi troppo spesso, però, con quei maledetti occhioni da Gatto con gli Stivali di Sherk che incantano e illudono di brillare d’innocenza. Bah!
Livello POV: 80%
Segni particolari: Non guarderai più i manichini con la stessa indifferenza.
Pensi forse che le riprese in prima persona siano nate col fenomeno del “found footage” alla The Blair Witch Project? Nossignore.
Andiamo direttamete indietro al 1947 con…
La Fuga
Hai Humprey Bogart nel cast a disposizione, quindi cosa ne dici di tenerlo in panchina per una buona ora di film girando la prima parte tutta in soggettiva?
Ecco a voi il film noir che ha spiazzato il pubblico, pur essendo il quarto della serie girata dalla splendida coppia Bogey-Lauren Bacall.
Che coraggio! Il risultato è interessante anche se altalenante. L’espediente è quello di un’operazione chirurgica che cambia il volto al protagonista…
Livello POV: 60%
Segni particolari: Pensa se ti fanno una plastica facciale e ti svegli con il volto di Bogart.
Una Donna Nel Lago
Rullo di tamburi, doppietta dell’anno domini 1947: Lady in the Lake è il film diretto dall’attore Robert Montgomery a cui spetta la palma di primo film girato interamente in soggettiva.
Ovviamente siamo ancora nei territori del noir, non si parla d’azione ma se mai di intrigo e grande atmosfera. Si tratta nientemeno che di un’avventura del celeberrimo detective Philip Marlowe, creatura dello scrittore Raymond Chandler, qui con il “volto” (si fa per dire, si vede solo tre volte se non ricordo male) dello stesso regista-attore.
Un esperimento inedito per l’epoca, che nelle intenzioni dell’autore avrebbe dovuto “far immedesimare il pubblico in modo unico”, ma che non fu ben recepito, nonstante gli incassi buoni in tutto il mondo.
Livello POV: 80%
Segni particolari: Troppi specchi in giro, ragazzi.
Varie ed Eventuali
Prima ho citato The Blair Witch Project, non a caso. L’horror, soprattutto negli ultimi anni, ha fatto grande uso dell’espediente della soggettiva, spesso attraverso telecamere.
Quanti cavolo di cameraman con l’etica del mestiere che sfiora le tendenze suicide abbiamo visto, a partire da REC e i suoi sequel/remake, per arrivare a roba come Troll Hunter (comunque bellissimo, eh!) o Borderland, Grave Encounters, etc…?
Ecco, ho sorvolato su quelli che mi sembrano meno “aderenti al genere” e nel prossimo e conclusivo punto entro ancora di più nel merito.
In conclusione: Destino beffardo
Quello che voglio dirti prima di chiudere, amico/a, è di andare in sala con un bel carico di popcorn e schifezze zuccherate da bere, allacciare le cinture e goderti questo eroico atto d’amore per il cinema action e la spericolatezza con Go-Pro firmato Ilya Naishuller.
Non solo perchè Hardcore è spettacolo puro. Non solo perché è un giro sulle montagne russe che fa ridere, esaltare, inorridire e venir voglia di fare parkour.
No, perché è anche…
la glorificazione tanto attesa di un intero genere di videogiochi, il first person shooter, che finalmente prende vita sotto i nostri occhi.
Sfido i gamer a non godere come levrieri cosacchi (cit. Ratman) davanti a sequenze che sembrano uscite di prepotenza dalla memoria collettiva e storica dei migliori FPS che abbiamo giocato.
Pronti ad andare al cinema? Bene, altrimenti…
Possa il film di Doom con i suoi cinque minuti del peggior POV mai visto sul grande schermo apparirti in sonno ogni notte (è una tremenda, tremenda maledizione!)