Tra l’eclissi in arrivo il 20 marzo e le nuove immagini rilasciate dalla NASA sui buchi coronali, si sta diffondendo una sorta di psicosi da fine di mondo, soprattutto per merito dei toni allarmistici usati dai mass media.

Ma facciamo un po’ di chiarezza.

LA NASA ha rilevato che sulla superficie della nostra Stella ci sono due grandi aree nere. La più grande nei pressi del polo sud, ha una dimensione del 6-8% della sua superficie ed è uno dei più grandi fori osservato negli ultimi decenni. Il buco coronale più piccolo di forma oblunga posto nell’area settentrionale del Sole, si estende per lo 0,16% della superficie totale.

 

 

Queste tempeste potrebbero essere un pericolo per il nostro pianeta perché le emissioni di particelle solari possono causare un lieve attacco di morte a noi terrestri.

I buchi coronali sono regioni zone con densità e temperatura inferiori rispetto alla corona del Sole e possono provocare tempeste solari che possono avere ripercussioni anche sulla Terra. Queste tempeste potrebbero essere un pericolo per il nostro pianeta perché le emissioni di particelle solari possono causare un lieve attacco di morte a noi terrestri. Ma abbiamo usato il condizionale a ragion veduta, perché la Terra è dotata di uno schermo protettivo noto come atmosfera.

L’effetto più importante a cui possiamo assistere in questi casi è un aumento ed espansione delle aurore polari

Quindi l’effetto più importante a cui possiamo assistere in questi casi è sostanzialmente un aumento ed espansione delle aurore polari, come visto ieri 17 Marzo in occasione della tempesta geomagnetica di classe G4.

aurora

Aurora vista dalla ISS

 

Di seguito eccovi alcuni video provenienti da svariate parti del pianeta.

 

Non c’è stata la tempesta di radiazioni che di norma accompagna queste tempeste geomagnetiche

La tempesta geomagnetica in corso è la più intensa dell’attuale ciclo solare, che dura 11 anni. Secondo la Noaa (Agenzia statunitense per l’atmosfera e gli oceani), nell’arco delle prossime ore il fenomeno dovrebbe attenuarsi. Aggiungiamo inoltre che non c’è stata la tempesta di radiazioni che di norma accompagna queste tempeste geomagnetiche. Secondo il Centro Space Weather, almeno 100 tempeste di livello G4 si verificano in media per ciclo solare e questa è la prima G4 dopo quella del 2013. L’ultima tempesta di classe G5 si è verificata nell’agosto del 2005, quindi usando semplici nozioni di matematica chiunque può comprendere che siamo nel periodo di massimo solare.

 

 

Per quanto concerne l’eclissi solare, non c’è nulla da aggiungere che non sia già calcolabile con il Ciclo di Saros

Per quanto concerne l’eclissi solare che avverrà il 20 marzo e che sarà visibile da buona parte dell’europa, non c’è nulla da aggiungere che non sia già calcolabile con il Ciclo di Saros. Ma se non potrete lasciare il vostro posto di lavoro tra le 9:00 e le 11:45, aprite questo post e cliccate sul player qui sotto.