C’è qualcosa che accomuna i folli generali delle distopie fantascientifiche e i dittatori dei totalitarismi reali: la creazione del soldato perfetto.

Fin dall’antichità i grandi imperi della storia hanno sempre cercato di creare il combattente invincibile con cui costruire l’esercito perfetto

Fin dall’antichità i grandi imperi della storia hanno sempre cercato di creare il combattente invincibile con cui costruire l’esercito perfetto, nel passato questo obiettivo veniva raggiunto attraverso la creazione di corpi di elite (gli opliti spartani, la banda sacra dei tebani, gli immortali persiani e così via), lungo il medioevo abbiamo gli ordini cavallereschi (teutoni, templari, ospetalieri) e nell’età moderna arrivano le formazioni di elite propriamente dette (penso agli Arditi, alle StormTrooper, so a cosa state pensando ma erano reparti d’assalto tedeschi durante la WWI, o alle Waffen-SS) fino poi alle nuove concezione dei corpi di elite ossia formazioni agili da usare in operazioni specifiche atte a colpire punti nevralgici dell’apparato nemico e non in combattimenti veri e propri (SAS, Navy Seal etc.).

In generale la superiorità di queste unità veniva (e viene) ottenuta tramite l’addestramento intensivo e l’equipaggiamento migliorato.

Diverse altre caratteristiche concorrono al loro successo: specializzazione, prestanza fisica, spirito di corpo etc. etc. ma in generale il concetto fu sempre quello di avere uomini meglio armati e meglio addestrati.

Questo ovviamente fino all’arrivo dell’ingegneria genetica.
Come ci insegnano decine di film (più che altro trash) e videogiochi c’è sempre il cattivo scienziato che mette in piedi il soldato perfetto e con quello ricatta/conquista/distrugge il mondo fino all’arrivo dell’eroe.

Ma qualcuno ci ha mai provato veramente? La risposta è si.

Nella sua accezione più blanda abbiamo i nazisti con il loro mito del superuomo, dell’ariano ottenuto da generazioni di accoppiamenti tra i membri più perfetti del popolo tedesco.
Ma i crucchi erano dei pivelli perché nel 1926 i russi tentarono la creazione di un super-soldato tramite l’ibridazione uomo-animale.

Per la serie “Piani assurdi della seconda guerra mondiale” a voi l’Uomo-Scimma di Stalin.

 

Premesse Storiche

La prima metà del ‘900 è a ragione considerata l’età dell’oro dell’eugenetica.

La prima metà del ‘900 è a ragione considerata l’età dell’oro dell’eugenetica.
A noi oggi la cosa può apparire esecrabile ma ai bei tempi era luogo comune considerare i bianchi superiori ai neri, gli uomini superiori alle donne e talune razze superiori ad altre (aka la razza bianca da una parte tutte le altre dall’altra).

Inoltre vi era un’accettazione a tratti entusiasta per i visionari di un mondo popolato da uomini e donne perfetti, liberi da deformazioni e malattie, super-intelligenti e con fisici perfetti, e si tollerava tranquillamente che razze inferiori e esseri umani inferiori (persone affette da problemi mentali o disabilità etc.) fossero sterilizzati o peggio affinché il loro patrimonio genetico non inquinasse la purezza della razza (eugenetica: non devi essere un nazista per apprezzarla).

Questo era valido per tutto l’occidente, ossia Europa, Stati Uniti e, of course, Russia.

Siamo a metà degli anni ’20 la rivoluzione russa è conclusa e anche la guerra civile lasciando però un paese distrutto, affamato e isolato, nel 1926 Stalin finalmente ottiene il potere isolando Trockij e gli altri comandanti e dando il via allo stalinismo.
Stalin si trova tra le mani un esercito devastato da purghe e guerre civili, erede della raffazzonata macchina da guerra zarista assolutamente indietro rispetto alle potenti forze armate occidentali.

In quest’ottica ogni idea è ben accetta, anche quella più assurda.

 

Il Progetto

Ilya IvanovichStalin contatta quindi Ilya Ivanovich considerato il miglior scienziato russo nel campo dell’ibridazione animale.

Ilya, famoso per gestire un centro in cui selezionava cavalli di razza, aveva già espresso le sue idee sull’ibridazione uomo-animale (in pratica diceva che si, si poteva fare) inoltre era conosciuto per diverse ibridazioni (asino + zebra, bisonte + mucca e altre bestie simili).

Venne quindi contattato da Stalin che gli diede 5 anni (era una fissazione) affinché creasse “un nuovo, invincibile, essere umano: insensibile al dolore, resistente e indifferente alla qualità del cibo con cui nutrirsi”, un Uruk Hai insomma, o un inglese medio.

 

L’Esperimento

Ilya si diresse quindi nella Guinea Francese con la benedizione dell’istituto Pasteur di Parigi (che mise a disposizione la struttura) e i fondi del governo russo.

Qui iniziò una prima tornata di esperimenti inseminando femmine di scimpanzé con sperma umano (e no, non voglio sapere come è successo), dichiarò di aver fecondato 3 femmine e di essere pronto a mostrare i suoi risultati alla comunità scientifica.

Purtroppo per lui 2 delle femmine risultarono non fecondate e la terza morì nel viaggio di ritorno, l’autopsia confermo che comunque non era rimasta incinta.

Questo non scoraggiò Ilya.

Giravano già alcune voci secondo le quali avrebbe tentato di procedere anche in senso opposto (voci mai confermate e molto probabilmente false) mentre si trovava in Africa, il governo russo mise quindi a sua disposizione un laboratorio nella città georgiana di Sukhumi dove poter continuare indisturbato i suoi esperimenti.

Di qui in avanti le fonti si fanno contrastanti, chiaro è che Ilya si mise alla ricerca di “volontarie” (secondo alcuni non proprio “volontarie”) da inseminare con sperma di scimmia.

Di certo diversi scimpanzè furono inviati al centro di Sukhumi ma la maggior parte di loro arrivò malata e morì lungo il viaggio o subito dopo e ci furono difficoltà a procurarsene altri.

Non si sa per certo quante volontarie furono trovate e quanti esperimenti ebbero effettivamente luogo, ma, se ve ne furono, fallirono tutti miseramente (come era lecito aspettarsi).

 

Il Fallimento

Senza più scimmie e senza alcun progresso da mostrare ai suoi committenti aggiunto al fatto che l’esperimento stava sollevando un certo clamore internazionale, Stalin decise di invitare cortesemente lo scienziato a desistere.

E’ una fredda mattina del 13 dicembre 1930 le squadre speciali dell’NKVD circondano la struttura dove Ilya conduce i suoi esperimenti

E’ una fredda mattina del 13 dicembre 1930 le squadre speciali dell’NKVD circondano la struttura dove Ilya conduce i suoi esperimenti, irrompono nei laboratori sequestrando tutti i dati e i risultati ottenuti e arrestano lo scienziato con l’accusa generica di “appoggio alla borghesia”.

Ilya viene trascinato fuori e mandato in gulag in Kazakistan.

La pena dovrebbe essere per 5 anni ma Ilya muore di freddo appena un anno dopo mettendo la parola fine al uno dei più folli progetti genetici mai tentati.

Conclusione

Oggi sappiamo che gli esperimenti di Ilya non avrebbero portato alcunché ma agli inizi del ‘900 i giornali scandalistici erano pieni di storie di giovani ragazze (bianche ovviamente) rapite da gorilla o altre bestie simili con chissà quali lussuriosi intenti.

Humanzee
Stalin nella sua ignoranza credeva che il soldato perfetto fosse quello in grado di sopportare condizioni estreme, di resistere al freddo, alla fame e al dolore.

Stalin insomma cercava di raggiungere in maniera sbagliata un obiettivo stupido

Stalin insomma cercava di raggiungere in maniera sbagliata un obiettivo stupido, il soldato perfetto non è quello che si arrangia a mangiare scarafaggi ma quello pronto a reagire nelle situazioni di pericolo, con spirito di iniziativa, capacità di adattarsi e di collaborare con i compagni.

Paradossalmente il soldato russo era già un “super-soldato” per come lo intendevano i comunisti e lo dimostrerà innumerevoli volte durante la WWII combattendo nelle condizioni più estreme, tenendo la posizione davanti alle invincibili divisioni corazzate tedesche, battendosi per ogni metro della sua Madre Russia e pagando il prezzo più alto, e insieme il più fondamentale, per sconfiggere le dittature fasciste.

Ma i soldati che si sanno arrangiare non sono mai stati ben visti dai nazionalismi, meglio cercare di creare uno stupido uomo-scimmia.

 

Ponti