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Eccoci tornati nella nostra full immersion nel favoloso mondo dei fumetti, oggi parliamo delle correnti europee (Tralasciando le italiane, le tratterò in un capitolo a parte) ed in particolare dei fumetti franco-belgi.
Questo secondo episodio sarà meno lungo del primo per due motivi:
1. Il fumetto Franco-belga non è uno dei miei generi preferiti, ma volevo mettere qualcosa di europeo in questa rubrica, però lo tratterò come al solito con informalità e cercando di strapparvi qualche sorriso.
2. A parer mio, nonostante sia nato “prima” del manga, c’è meno da dire.
Adesso possiamo iniziare, inizio con il nominarvi due case editrici di fumetti: Dargaud e Dupuis.
So che a prima vista queste cose possano sembrare delle quarzate che nessuno conosce, ma scavando a fondo in questi due nomi, troviamo sostanzialmente la storia del fumetto franco belga. La prima casa editrice, Dargaud, si occupava delle edizioni settimanali di “TinTin”, una sorta di rivista che raccoglieva i numeri dei fumetti per “Giovani dai 7 ai 77 anni” (Questo era il sottotitolo su ogni volume) diretta concorrente di “Spirou”. I due settimanali contenevano vari numeri dei fumetti di artisti famosi quali Peyo, Franquin e Morris (Rispettivamente i creatori dei puffi, di Marsupilami e di Lucky Luke, su cui ci soffermeremo fra poco). Le riviste erano talmente in competizione che gli artisti potevano firmare solo un contratto con una delle due, senza poter pubblicare nulla sull’altra (Altro che Apple vs Samsung!)
A Dargaud si deve la pubblicazione di Asterix, XIII e Lucky Luke (Giusto per citarvi tre cacchette che nessuno conosce) mi soffermerò anche su questi tre fumetti in seguito, in particolare su XIII.
La cosa che più mi piace degli autori franco-belgi è la loro collaborazione, è spesso capitato nella storia che gli autori si siano uniti in case di distribuzione (Finite male… Quando non si capisce nulla di marketing!) o nelle creazioni di stessi personaggi protagonisti dei fumetti.
Adesso possiamo passare a parlare un po’ delle tematiche dei fumetti e di questi stessi, iniziamo dai più famosi!
[title]I Puffi![/title]
Chi non conosce questi simpatici pasticconi di viagra con i piedi? Nati dalla fantasia malata di Peyo, si impongono lo scopo di insegnare il rispetto per la natura ai più piccoli (E anche ai grandi, visto il periodo in cui stiamo vivendo). Possiamo dire che la linea generale dei puffi e delle loro puntate (Mi riferisco alla serie, ovviamente) si articolano in un ordine ben preciso che mi appresto a mostrarvi:
-I puffi fanno vedere quanto sono fighi rispettando la natura
-Gargamella, grandissimo rosicone, cerca un piano per magnarsi quattro puffi con le patate
-Il sopracitato Garga carissimo non riesce a concludere nulla perché il karma è dalla parte dei puffi di Greenpeace
-Tutti ballano e cantano e Gargamella torna a rosicare.
Beh, è ovviamente MOLTO semplificata, ma più o meno è questa. Nonostante il mio scherzoso modo di definire i puffi, c’è da dire che Peyo è stato un geniaccio ad inventarsi un mondo di fantasia così comunicativo che trasmette l’allegria dei puffi allo spettatore, educare al rispetto della natura (Mostrando che chi rispetta la natura ha spesso delle botte di culo improvvise, invogliando il resto dei bambini ad accrescere il fattore C)
[more]Qualsiasi altra quarzata sui Puffi (Il fatto che i puffi siano un sogno di Gargamella o che i puffi rappresentino una setta in cui Gargamella è desideroso di entrare per carpirne i segreti), rimane una quarzata senza fonte[/more]
[title]XIII[/title]
Se il fumetto franco-belga avesse il genere “Seinen”, XIII sarebbe sicuramente fra i più quotati seinen del mondo, con una trama intricata quanto quella di Beautiful(immaginatevelo in versione bella, non nella quarzata che è realmente). Su XIII non mi dilungherò più di tanto, in quanto le informazioni principali potrebbero risultare già spoilerose.
Vi dico solo che il protagonista si chiama XIII e soffre d’amnesia, tentando di ricollegarsi al passato tramite il tatuaggio “XIII” che ha sul collo (Credo). Complotti, politica e sentimenti contrastanti si succedono in XIII, che vi terrà con il fiato sospeso dal primo volume.
[title]Asterix[/title]
#machecazqovelodicoafare? Beh, per i pochi mentecatti che non conoscano Asterix, parla di eroi della gallia (L’odierna francia. Se non conoscete Asterix, non pretendo che conosciate la gallia, non pretendo che conosciate nulla se non conoscete Asterix!) Beh, i romani che attaccano i galli e Asterix e Obelix, due eroi superforzuti grazie a una pozione preparata dal druido che “nonmiricordocomesichiamamafinisceinix”.
Come tutti sappiamo, la gran parte della Gallia fu conquistata dall’impero romano, tranne il piccolo villaggio di Asterix e Obelix, i due umanoidi (Mezzi umani- mezzi steroidi) riusciranno sempre a respingere le ondate romane.
[title]Lucky Luke[/title]
Lucky Luke è una serie ambientata nel vecchio west, il protagonista omonimo è un cowboy impegnato nella protezione della quiete del west, che combatte contro i malvagi e i balordi, riuscendo sempre a non ucciderli a badilate per la sua grandissima integrità morale (Guarda caso).
Non c’è molto altro da dire su Lucky Luke, in quanto è più che altro una serie a volumi/puntate autoconclusive, con però un parterre di personaggi secondari davvero figherrimo, in primis gli antagonisti assolutamente idioti come i fratelli Dalton o lo stesso cavallo di Lucky Luke, capace di fare pensieri più profondi di Socrate e di parlare (Chi è pegaso in confronto?)
[title]Marsupilami[/title]
[quote]“Houba!”[/quote]
Poco da dire anche qui, un animale indefinito (Tra ghepardo, gorilla e cane… Un ornitorinco salmonato e informe insomma) che vive con la moglie e i tre figli, tentando di difendere la sua giungla dall’uomo moderno combinando quarzate a destra e a manca, per quanto possa sembrare stupido, è abbastanza leggero da seguire, ma nulla di speciale.
–
Per finire, posso dirvi che Spirou l’ha spuntata nella rivalità con TinTin, fallito già da parecchio tempo, dopo fallimentari passaggi di proprietà e tentativi di risollevarla, nonostante ottime tecniche di marketing degli anni precedenti, che vedono alcune delle prime raccolte dei “punti fedeltà” (stile bollini benzina) per riscuotere premi fuori dal mercato, quindi praticamente introvabili e con un valore di mercato odierno di “qualcosina”.
Concluso qui, il fumetto franco-belga non è in una delle sue migliori fasi in questo periodo, ma non c’è da dimenticare che la maggior parte delle colonne portanti del fumetto che ho citato in tutto questo articolo, si devono a questa corrente fumettstica.
Bene, anche per oggi abbiamo concluso con la nostra rubrica fumettistica e vi do l’appuntamento al prossimo numero in cui parleremo di Comics (O potrei inframezzare con un numero speciale sul fumetto italiano… Facciamo così, decidete voi nei commenti!)
Questo articolo è parte di una serie:
– Prima Parte: Parliamo di Manga!
– Seconda Parte: Dal Belgio con amore