Il confronto tra l’approvazione dei filtri UV negli Stati Uniti e nell’Unione Europea ha evidenziato differenze significative nel numero di filtri disponibili e nella valutazione della sicurezza. Uno studio pubblicato su PubMed ha analizzato i dati disponibili dalla Food and Drug Administration e dalle linee guida normative dell’UE per valutare la sicurezza dei filtri UV approvati in entrambe le regioni.
I risultati hanno rivelato che attualmente gli Stati Uniti hanno 17 filtri UV approvati, mentre l’Unione Europea ne ha ben 29, di cui 18 non approvati negli Stati Uniti. La maggior parte dei filtri statunitensi ha dimostrato una sensibilizzazione cutanea minima nei test, con dati disponibili per il 94% di essi. Tuttavia, solo il 33% dei filtri approvati solo dall’Unione Europea ha fornito informazioni sulla sensibilizzazione. Inoltre, alcuni filtri hanno presentato dati sull’assorbimento dermico, con il 76% dei filtri statunitensi e il 44% dei filtri approvati solo nell’Unione Europea che hanno fornito tali informazioni.
Risulta interessante notare che alcuni ingredienti comuni come l’ossibenzona, l’ottinossato, l’ottisalato, l’omosalato e l’ottocrilene, approvati sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea, hanno mostrato livelli plasmatici superiori alla soglia di esposizione stabilita dalla Food and Drug Administration.
La revisione ha evidenziato la disponibilità di un maggior numero di filtri UV nell’Unione Europea rispetto agli Stati Uniti. Le linee guida rigorose e le raccomandazioni ad ampio spettro assicurano che i filtri UV offrano una protezione solare adeguata, anche se i dati sull’uomo possono risultare limitati. Tuttavia, i rischi noti associati a questi ingredienti sembrano essere minimi. Questa valutazione sottolinea l’importanza di un’approvazione tempestiva e basata su dati scientifici per garantire la sicurezza e l’efficacia dei filtri UV utilizzati nei prodotti solari.