Questa è la terza e ultima parte della nostra serie sulle pratiche mediche più assurde della storia. Ora, nella conclusione della serie, continueremo il nostro viaggio attraverso la medicina per scoprire altre pratiche incredibili e discutere il loro impatto sulla scienza medica moderna.
Polvere di simpatia
La Polvere di simpatia o Unguento armario (Unguentum Armarium o Weapon Salve) o Polvere simpatetica, era un preparato medico composto da una mistura di vetriolo polverizzato e gomma (alcuni dicono anche cadaveri, vermi, cervello di maiale e ruggine) che, all’inizio del XVII secolo l’inglese sir Kenelm Digby, descrivendola nel suo Discours sur la poudre de sympathie, aveva resa famosa per il potere di risanare più velocemente una ferita causata da un’arma o una piaga. Si credeva che il risanamento si verificasse per un fenomeno dovuto alla luce del sole che, nel momento in cui illuminava un oggetto, rimbalzava staccando da questo gli atomi l’aria e il calore senza che, data la costituzione infinitesimale degli atomi, ci si potesse accorgere di un qualsiasi mutamento del corpo illuminato. Questo fenomeno si sarebbe verificato allo stesso modo quando si spargeva la polvere su un panno insanguinato o sull’arma insanguinata che aveva provocato la ferita: l’aria avrebbe catturato gli atomi del sangue e insieme quelli della polvere. In qualche modo, avrebbe invocato una connessione soprannominata “magia simpatica”, che avrebbe contribuito a guarire il taglio. Nel frattempo, altri atomi uscivano dalla ferita e si propagavano nell’aria andando a mescolarsi “per simpatia”, per affinità sostanziale, con quelli della polvere cosparsi sul panno e sull’arma e tutti insieme si sarebbero poi diretti nel loro luogo naturale, nella ferita o nella piaga, penetrando in essa e guarendola così più rapidamente. Chi pensava di spargere la polvere direttamente sulla ferita avrebbe compiuto un grave errore poiché il vetriolo contenuto nell’unguento invece che risanare avrebbe causato una forte irritazione del tessuto lacerato e forti dolori. Del resto, sempre secondo la ritualità descritta da Digby la polvere usata nel modo descritto, oltre che risanare più rapidamente, aveva l’ulteriore vantaggio di agire anche in assenza del ferito.
Trapanazione del cranio (da svegli)
La trapanazione del cranio da svegli era una pratica che veniva applicata a persone dal comportamento ritenuto anormale, con l’obiettivo di far fuoriuscire quelli che si pensava fossero spiriti maligni. La tecnica prevedeva la perforazione del cranio per accedere all’encefalo. Questa pratica ha origini antiche e veniva eseguita in molte culture, tra cui l’antico Egitto, la Cina antica, i Maya e tra i medici dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Gli scienziati hanno trovato prove dell’esistenza della trapanazione addirittura a partire dal Mesolitico e Neolitico: le pitture rupestri suggeriscono che fosse una credenza comune che questa pratica potesse curare crisi epilettiche, emicranie e le ossa del cranio venivano usate come ciondoli e amuleti. Tuttavia, con l’avanzamento della medicina moderna e l’introduzione di tecniche chirurgiche più sofisticate, la trapanazione cranica è stata gradualmente abbandonata. Per eseguire a perforazione, in alcuni casi venivano usate pietre appuntite come l’ossidiana. Con la scoperta dei metalli è stato introdotto lo scalpello. A Roma, la trapanazione del cranio veniva praticata con il trapano a corona o a trivella. Ovviamente, la trapanazione del cranio veniva praticata da svegli. Non era praticata l’anestesia e, non conoscendo la penicillina e gli antibiotici, frequenti erano le infezioni postoperatorie con successiva cancrena e decesso.
Carne di vitello cruda per curare le ferite della rabbia
La rabbia è una malattia virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può essere trasmessa agli esseri umani attraverso il morso o il contatto con la saliva di un animale infetto. Oggi, la prevenzione della rabbia avviene principalmente attraverso la vaccinazione pre-esposizione e post-esposizione. La vaccinazione pre-esposizione viene somministrata a persone che hanno un alto rischio di esposizione alla rabbia, come veterinari o viaggiatori in aree ad alto rischio. La vaccinazione post-esposizione viene somministrata a persone che sono state esposte al virus della rabbia attraverso un morso o un contatto con animale infetto. I vaccini sono meravigliosi, e gli scienziati ne hanno inventati di diversi tipi per prevenire alcune delle malattie più letali del mondo. Tuttavia, prima che furono creati i vaccini, i medici di un tempo ricorrevano ad altri rimedi. Per la rabbia, raccomandavano la carne di vitello cruda. Questa pratica viene dall’antica Roma. Chiunque fosse stato morso da un cane infetto dalla rabbia doveva aprire la ferita e coprirla con della carne di vitello cruda.
Cloroformio per trattar l’asma
L’uso del cloroformio per il trattamento dell’asma è stato un tentativo storico di alleviare i sintomi dell’asma bronchiale, una condizione respiratoria cronica caratterizzata da infiammazione e restringimento delle vie respiratorie. Il cloroformio è un composto chimico che è stato ampiamente utilizzato come anestetico generale nel corso del XIX secolo e all’inizio del XX secolo. Nel passato, alcuni medici hanno suggerito l’uso del cloroformio come rimedio per l’asma, presumibilmente per i suoi effetti sedativi e antispastici. Si pensava che l’inalazione di cloroformio potesse rilassare i muscoli bronchiali. Non esistono prove scientifiche che supportino l’efficacia del cloroformio e l’uso di questa sostanza per tale scopo è stato ampiamente abbandonato a causa dei suoi pericolosi effetti collaterali (il cloroformio è noto per essere tossico e può causare danni al fegato, al cuore e al sistema nervoso). Attualmente, l’asma viene gestita attraverso una combinazione di farmaci broncodilatatori (che aiutano a dilatare le vie respiratorie) e farmaci antinfiammatori (che riducono l’infiammazione delle vie respiratorie).
Mangiare i cereali Kellogg’s per avere una vita senza peccati (e praticare l’astinenza sessuale)
La storia dei cereali Kellogg’s e del dottor Kellogg ha radici antiche e può essere interessante da conoscere. Il dottor John Harvey Kellogg era un medico americano che fondò l’azienda Kellogg’s nel tardo XIX secolo (fine 1800). Era un sostenitore della dieta vegetariana e credeva, giustamente, che una corretta alimentazione potesse promuovere la salute fisica e mentale. Il dottor Kellogg però era anche un seguace dei valori religiosi e promuoveva uno stile di vita che per essere considerato sano doveva includere anche l’astinenza sessuale. Kellogg sviluppò un cereale per la colazione chiamato “Granose”, che in seguito divenne il famoso cereale “Corn Flakes” (fiocchi di mais). Il dottor Kellogg credeva che un’alimentazione a base di cereali integrali e priva di stimolanti come il caffè e la carne avrebbe ridotto il desiderio sessuale e promosso uno stile di vita più sano e virtuoso. Le affermazioni del dottor Kellogg riguardo al controllo del desiderio sessuale attraverso la dieta non sono state supportate da prove scientifiche e sono state ampiamente contestate. Le scelte dietetiche individuali possono influire sulla salute e sul benessere, ma la relazione tra cibo, desiderio sessuale e moralità è un tema complesso e soggetto a diverse opinioni. Negli anni successivi, Kellogg’s è diventata un’azienda alimentare di successo, offrendo una vasta gamma di cereali per la colazione e altri prodotti alimentari. Oggi, fortunatamente, i cereali Kellogg’s sono comunemente consumati come colazione o spuntino, senza alcun legame specifico con concetti di astinenza o vita senza peccati.
Pastiglie di arsenico ricoperte di cioccolata
L’arsenico è un elemento chimico presente naturalmente nell’ambiente. È considerato tossico, in quanto può avere effetti dannosi sulla salute umana se ingerito in quantità elevate o per periodi prolungati. L’arsenico è noto per essere un veleno letale in dosi elevate. Effettivamente, nel XIX secolo, veniva utilizzato in diverse forme per il trattamento di varie condizioni, è stato infatti utilizzato a scopo terapeutico, anche se i meccanismi precisi d’azione non erano completamente compresi. Si credeva che l’arsenico potesse avere effetti benefici contro diverse malattie, una su tutte: la sifilide. La sifilide era una malattia sessualmente trasmessa molto diffusa prima dell’avvento degli antibiotici. Nel XIX secolo, l’arsenico veniva utilizzato come trattamento poiché si credeva che potesse uccidere o inibire l’agente patogeno responsabile, il batterio Treponema pallidum. In particolare, le pastiglie di arsenico ricoperte di cioccolato erano un metodo di somministrazione utilizzato per la cura poiché il cioccolato contribuiva a nascondere il sapore amaro della sostanza. Inoltre, l’arsenico veniva utilizzato anche per il trattamento di altre condizioni come l’asma, l’epatite e l’artrite, sebbene l’efficacia di tali trattamenti fosse spesso controversa. Successivamente, con lo sviluppo degli antibiotici nel XX secolo, è stato fortunatamente abbandonato come trattamento primario per la sifilide, ed è stato sostituito dagli antibiotici.
Sterco di coccodrillo come contraccettivo
Gli antichi Egizi e Mesopotamici mescolavano lo sterco di coccodrillo con altri ingredienti per ottenere un pessario, un blocco che veniva inserito nella vagina per scongiurare l’instaurarsi di una gravidanza. Questo non è l’unico caso di feci animali utilizzate come contraccettivi. Nell’antica India e nel Medio Oriente, le persone usavano le feci di elefante in modo simile per prevenire la gravidanza.
Talpa sopra la testa per curare l’emicrania
Nel decimo secolo, Ali ibn Isa, un medico e astronomo arabo molto rinomato in oftalmologia e oculistica, suggerì un trattamento insolito per l’emicrania che prevedeva di mettere una talpa morta sulla testa del paziente. Secondo la credenza dell’epoca, si riteneva che l’infelicità della talpa potesse assorbire il mal di testa e quindi alleviarlo. Nel corso dei secoli, sono stati sviluppati molti altri trattamenti per l’emicrania che si sono rivelati molto più efficaci. Oggi, i farmaci antidolorifici da banco e quelli da prescrizione sono spesso prescritti per il trattamento dell’emicrania. Ci sono anche altri approcci terapeutici, come la terapia farmacologica specifica per l’emicrania e le tecniche di gestione dello stress, che possono essere utilizzati per alleviare il dolore e prevenire gli attacchi.
Starnuto come contraccettivo
In passato, sono stati proposti vari metodi stravaganti di controllo delle nascite, e uno di questi era l’uso dello starnuto come metodo contraccettivo. Si credeva che uno spasmo di starnuto potesse espellere lo sperma dalla vagina, prevenendo così la gravidanza.
Un bagno nell’alcol ai bambini con la febbre
Un tempo si usava l’alcol come cura per diversi problemi di salute. È infatti riportato da più fonti, che era un’abitudine diffusa fare il bagno ai bambini con l’alcol diluito in acqua tiepida per combattere la febbre. Naturalmente, questo spesso finiva per provocare irritazioni cutanee, soprattutto nei bambini più piccoli e nei neonati.
Oro per curare l’orzaiolo
Un orzaiolo è un’infezione delle ghiandole sebacee nella zona delle palpebre, solitamente causata da batteri. Da tempo esiste un mito medico che riguarda il connubio oro e orzaiolo. Si pensa che strofinare un anello d’oro su un orzaiolo riesca a trasmettere gli elettroni curativi che fanno svanire l’infezione. Ovviamente, questa pratica non è supportata dalla medicina moderna.
Sanguisughe per curare la gengivite e la mortalità nei bambini
Le sanguisughe posizionate sulle gengive dei bambini erano considerate un trattamento comune per prevenire la mortalità infantile nel passato. All’epoca, la mortalità infantile era molto elevata e si credeva che la comparsa dei denti fosse una delle principali cause delle malattie e dei decessi in tenera età. I medici ritenevano che le sanguisughe potessero aiutare a eliminare le presunte tossine presenti nel sangue del bambino e che queste tossine fossero responsabili delle malattie associate alla dentizione. Si credeva che l’uso delle sanguisughe riducesse l’infiammazione e promuovesse la guarigione delle gengive durante la crescita dei denti. Sebbene possa sembrare qualcosa che le persone hanno smesso di fare centinaia di anni fa, le sanguisughe per tagliare i denti sono state incluse nei libri di testo di odontoiatria fino alla fine degli anni ’30, ovvero meno di 100 anni fa. Tuttavia, nel corso del tempo, sono stati fatti progressi significativi nella pratica medica. È emerso che la mortalità infantile era principalmente dovuta a una combinazione di fattori come l’igiene inadeguata, la mancanza di accesso a servizi sanitari adeguati, la malnutrizione e le infezioni. Negli anni successivi, la prevenzione della mortalità infantile si è concentrata su misure come l’accesso a migliori servizi igienici, l’educazione sanitaria, la vaccinazione, l’acqua potabile pulita e una migliore nutrizione.
Risciacqui con urina per sbiancare i denti
La terapia dell’urina, che consiste nel consumo o nell’applicazione topica dell’urina come forma di medicina, è una pratica che risale a secoli fa ma, fortunatamente, non ha mai guadagnato ampia accettazione o diffusione nel campo medico. Nel XX secolo, il medico britannico John W. Armstrong divenne un sostenitore noto di questo tipo di terapia. Egli credeva che l’urina avesse proprietà curative e che applicarla su punture di insetti o mal di denti potesse alleviare i sintomi e favorire la guarigione. Armstrong stesso affermò di aver vissuto bevendo esclusivamente acqua e urina per 45 giorni durante una malattia. È comunque piuttosto interessante scoprire che già nell‘antica Roma l’urina veniva utilizzata in alcuni contesti come strumento di bellezza, incluso per il trattamento dei denti. L’urina raccolta negli orinatoi, chiamata “lixivium” o “aqua fortis“, era ricca di ammoniaca, che era considerata una sostanza utile per la pulizia e la sbiancatura dei denti. È vero che l’ammoniaca è un composto chimico che può avere proprietà sbiancanti e disinfettanti e gli antichi romani la utilizzavano sui denti per rimuovere le macchie e migliorare l’aspetto del sorriso. Tuttavia, è importante notare che queste credenze e pratiche erano basate su conoscenze limitate della chimica e della medicina dell’epoca. L’uso dell’urina come agente sbiancante per i denti non è stato supportato da prove scientifiche solide ed è stato superato nel corso dei secoli da metodi più efficaci ed efficienti.
Xenotrapianto
Lo xenotrapianto, o trapianto interspecifico, è un procedimento chirurgico che coinvolge il trapianto di cellule, tessuti o organi viventi da una specie animale a un’altra specie. La pratica dello xenotrapianto ha avuto inizio nel XX secolo e ha suscitato interesse come possibile soluzione all’insufficienza di cellule, tessuti e organi disponibili per il trapianto umano. Uno dei primi esperimenti di xenotrapianto documentati fu condotto dal dottor Serge Voronoff, che trapiantò una ghiandola interstiziale di uno scimpanzé su un uomo di 80 anni. Le ghiandole interstiziali sono ghiandole formate da gruppi cellulari isolati o raccolti in piccoli gruppi. Ne sono esempi le ghiandole interstiziali del testicolo e dell’ovaio, le cellule endocrine della mucosa gastro- intestinale. Voronoff affermava che questa ghiandola fosse vitale per il sistema riproduttivo maschile e che era impossibile trapiantarla da un uomo all’altro. Quindi, si rivolse alla specie di scimmia più vicina per eseguire l’intervento, utilizzando procedure simili su ghiandole come la tiroide. Tuttavia, nonostante alcuni risultati positivi iniziali, lo xenotrapianto ha affrontato numerose sfide e problemi. Uno dei principali ostacoli è rappresentato dal problema del rigetto iperacuto, in cui il sistema immunitario del ricevente attacca rapidamente e distrugge l’organo o il tessuto trapiantato, a causa delle differenze immunitarie tra le specie. Inoltre, sono emerse altre preoccupazioni relative alla sicurezza, come il rischio di trasmissione di malattie zoonotiche o l’attivazione di processi infiammatori e immunologici indesiderati nel ricevente. Nonostante gli ostacoli, la ricerca sullo xenotrapianto continua ancora oggi. Gli scienziati stanno studiando approcci innovativi per superare le sfide immunologiche e di compatibilità tra specie, come la modifica genetica degli organi da trapiantare o l’utilizzo di animali appositamente allevati per ridurre le reazioni immunitarie avverse. Tuttavia, al momento attuale, lo xenotrapianto non è ancora una pratica clinica consolidata e ampiamente utilizzata. Rimane un campo di ricerca in evoluzione che richiede ulteriori studi, sperimentazioni e sviluppi tecnologici per affrontare le sfide, ancora presenti, prima di poter essere considerato una soluzione affidabile e sicura per l’insufficienza di organi nei trapianti umani.
In questa terza e ultima parte della nostra serie, abbiamo esaminato ulteriori esempi di pratiche mediche insolite e discutibili utilizzate in passato per curare o prevenire diverse malattie o disturbi. Come abbiamo visto nelle parti precedenti, queste pratiche si basavano spesso su idee errate, superstizioni e spesso erano inefficaci o addirittura dannose per la salute. Fortunatamente, grazie ai progressi della scienza e della tecnologia, queste pratiche sono state sostituite da metodi più efficaci e sicuri. Speriamo che questa serie vi abbia fornito una maggiore comprensione di come la medicina sia progredita nel corso del tempo.