Gli hacker del team NoName colpiscono ancora una volta l’Italia. Per la seconda giornata di seguito, gli hactivisti filo russi hanno sferrato un violento attacco DDoS contro il portale informatico di un’importante istituzione italiana. Ieri era toccato al MIT e all’ATAC (l’attacco aveva messo KO le biglietterie dell’azienda), oggi è il turno della Corte Costituzionale.
NoName è un gruppo di hacker vicino al Cremlino. Nell’arco delle ultime settimane ha colpito più e più volte istituzioni e aziende italiane con attacchi DDoS: dal Ministero della Difesa all’Arma dei Carabinieri. “I nostri razzi DDoS contro l’Italia russofoba”, avevano scritto ieri gli hacker sul loro canale Telegram ufficiale.
La modalità d’attacco è sempre la stessa: i siti vengono bombardati con centinaia di migliaia, e in alcuni casi milioni, di richieste d’accesso simultaneamente. Semplificando: gli hacker riescono a generare un traffico estremamente elevato usando delle botnet, cioè delle reti di PC, stampanti e altri device IoT infettati e spesso appartenenti ad utenti ignari. Il traffico improvviso manda ovviamente in panne i sistemi del sito attaccato, con il risultato che gli amministratori sono costretti a mandarli offline, talvolta per diverse ore, per mitigare possibili danni.
Gli hacker di NoName057 non hanno mai fatto mistero della loro ostilità contro l’Italia. Gli attacchi sono una forma di rappresaglia contro il sostegno fornito dal Governo Meloni all’Ucraina. Insomma, la colpa imperdonabile dell’Italia è di star sostenendo il popolo ucraino nella sua resistenza contro un aggressione militare.