L’argomento “Novel food” è di grande interesse per la comunità scientifica e per la società in generale. Ancor più perché, da qualche tempo, si è iniziato seriamente a parlare dell’eventualità di consumare farina di grillo anche in Europa (sono circa 110 i paesi nel mondo in cui si consumano insetti). L’opinione pubblica, come spesso accade, ha reagito portando avanti diverse opinioni: da chi ne è totalmente spaventato perché teme che a lungo andare grilli, blatte, larve, e cavallette diventeranno il nostro alimento principale, obbligandoci a nutrirci solo di insetti; ai politici che usano il tema “Novel food” come nuova moda che può minare la “gastronazionalità” tutta made in Italy: “In questo Governo non ci sarà nessuno spazio per carne sintetica e farina di grilli. Il nostro obiettivo è difendere i cittadini dalle degenerazioni che vogliono far passare l’idea che basta nutrirsi, a prescindere da dove e come viene prodotto il cibo. Ma noi non possiamo accettarlo”, rimarcava all’inizio del suo mandato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale, Francesco Lollobrigida, passando per quelli a cui semplicemente fa un po’ ribrezzo l’idea di avere una larva nel piatto, fino ad arrivare a chi è pronto a provare ed è aperto a questa nuova frontiera alimentare. È anche vero, però, che storicamente arrivano sempre nuovi tipi di alimenti che poi diventano di uso comune. Il concetto di “nuovi alimenti” non è nuovo. Nel corso della storia, nuovi tipi di alimenti, ingredienti o metodi di produzione alimentare sono arrivati in Europa da ogni parte del mondo. Banane, pomodori, pasta, frutta tropicale, mais, riso, una vasta gamma di spezie: tutti sono arrivati in Europa come “Novel food”. La crescente globalizzazione, la diversità etnica e la ricerca di nuove fonti di nutrienti sono i fattori chiave. Tra gli ultimi arrivati ci sono i semi di chia, gli alimenti a base di alghe, il frutto del baobab e il physalis (l’uva da tavola peruviana o l’uva spina del Capo), l’olio ricco di acidi grassi omega-3 del krill (crostaceo invertebrato), gli insetti commestibili, gli steroli vegetali o le nanotecnologie come nuovo modo di produrre alimenti.

Per conoscere meglio l’argomento, in modo da farsi un’idea chiara senza farsi prendere dagli allarmismi, cerchiamo di approfondire l’argomento in modo completo di ciò che si intende per “novel food“, spiegando come viene valutata la sicurezza dei prodotti alimentari nuovi e innovativi prima di poter essere autorizzati per la commercializzazione nell’UE, menzionando l’importanza dell’etichettatura per i consumatori e fornendo i vari esempi di novel food autorizzati i loro valore nutrizionale, il costo e il sapore.

Il via libera dell’UE alla commercializzazione della farina di grillo, ora consentita come “Novel Food”. Il grillo non è stato il primo insetto

Il 3 Gennaio 2022 è entrato in vigore il nuovo Regolamento dell’Unione Europea 2023/5 che norma, e quindi permette, la commercializzazione della farina di grillo. Questo significa che, a partire dal 24 gennaio 2023, per un periodo di 5 anni, possono essere venduti e comprati alimenti prodotti con polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus. Gli alimenti per cui si richiedeva l’inserimento della farina di A. domesticus sono: il pane e i panini multicereali, cracker e grissini, barrette ai cereali, premiscele secche per prodotti da forno, biscotti, prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, salse, prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza, siero di latte in polvere, prodotti sostitutivi della carne, minestre concentrate o in polvere, snack a base di farina di granturco,  bevande tipo birra,  prodotti a base di cioccolato, snack diversi dalle patatine e preparati a base di carne. L’autorizzazione è avvenuta a seguito dell’adozione del parere scientifico positivo da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare_ EFSA circa la sicurezza delle condizioni e ai livelli d’uso proposti. Comunque, per ogni 100 g di pane, panini multicereali, cracker e grissini, il livello di polvere di Acheta domesticus ammissibile è di 2 g; per le barrette ai cereali e per le premiscele per prodotti da forno 3 g; per i biscotti 1,5 g, per le salse 1 g. Pertanto, la polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus è stata inserita nell’elenco dell’Unione dei nuovi alimenti.

EFSA launches platform to help SMEs with novel food applications

La richiesta di valutare scientificamente la commercializzazione e l’uso della farina di grillo è giunta all’EFSA quando, il 24 luglio 2019, la società Cricket One Co. Ltd ha richiesto formalmente all’Unione l’autorizzazione al commercio dei loro prodotti. Non era la prima volta che le aziende richiedevano l’autorizzazione all’UE di commercializzare alimenti a base di insetti. Il grillo, infatti, è solo il terzo insetto che ha superato l’esame. Il 3 luglio 2018 l’EFSA ha ricevuto dalla CE la richiesta di un parere scientifico sulla sicurezza delle larve della tarma della farina (Tenebrio molitor) per il consumo umano, presentata dall’azienda francese  Agronutis, da usare intera o macinata in vari prodotti alimentari come pasta, biscotti o snacks. Nel novembre 2021 della locusta migratoria, congelate, essiccate e in polvere, le quali domande di immissione sul mercato è stata richiesta dalla società olandese Fair Insects BV. Alcuni stati membri dell’UE, infatti, hanno addirittura escluso dalla definizione di “Novel Food” gli insetti poiché, dopo alcune valutazioni del rischio, la distribuzione nel loro territorio è ammessa da tempo. In Olanda e in Belgio, ad esempio, i prodotti base di insetto sono in vendita nei supermercati già da diverso tempo. Ma allora, una delle prime domande da porsi, a cui dare una risposta univoca, è: cosa si intende nello specifico con il termine “Novel Food?”

Definizione di Novel Food e la “Novel Food Regulation”

La definizione esatta della dicitura “Novel food” (nuovi alimenti) si riferisce a quegli alimenti o ingredienti alimentari che non sono stati consumati in misura significativa dall’uomo nell’Unione Europea (UE) prima del 15 maggio 1997.

Il termine “Novel food” si riferisce a quegli alimenti o ingredienti alimentari che non erano comunemente consumati nell’Unione Europea (UE) prima del 15 maggio 1997 e si riferisce a qualsiasi prodotto alimentare che non era comune consumare prima di questa data, compresi ingredienti derivati da piante, alghe, funghi e insetti, ma anche alimenti prodotti tramite nuove tecnologie come i prodotti ottenuti tramite nanotecnologie.

 Questa non è una data scelta a caso perché è il giorno in cui è entrato in vigore il primo regolamento sui nuovi alimenti. Sebbene esistano prove aneddotiche di insetti consumati come cibo in passato, nessuno Stato membro ha confermato il consumo umano in misura significativa prima del 15 maggio 1997, per nessuna specie di insetto. Le innovazioni in campo alimentare hanno portato alla creazione di una vasta gamma di prodotti, alcuni dei quali potrebbero non essere noti alle persone o non essere stati utilizzati come ingredienti alimentari prima della data sopra menzionata. Ad esempio, prodotti derivati da alghe, insetti, piante tradizionalmente usate come rimedi erboristici, nuovi estratti e concentrati, nonché alimenti prodotti mediante tecniche innovative come la nanotecnologia o l’ingegneria genetica sono considerati novel food. Un esempio è la carne sintetica, prodotto di laboratorio, che origina dalle cellule staminali animali che vengono alimentate con sieri proteici e coltivate in bioreattori fino a diventare tessuto muscolare. È carne a tutti gli effetti, ma non prevede l’allevamento e la macellazione degli animali, quindi è cruelty free, oltre ad avere vantaggi ambientali, come la riduzione delle emissioni di Co2, del consumo di energia, acqua e suolo. Questi alimenti sono regolamentati dalla “Novel Food Regulation“, regolamento dell’Unione Europea che regola la commercializzazione e l’utilizzo di alimenti e ingredienti alimentari nuovi o “novel”, cioè prodotti che non erano comunemente consumati nell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997, appunto. L’obiettivo principale della normativa è garantire la sicurezza alimentare e proteggere la salute dei consumatori europei. Secondo il regolamento, qualsiasi alimento o ingrediente alimentare che non sia stato consumato in modo significativo nell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997 è considerato un “novel food” e deve essere autorizzato prima di poter essere commercializzato nell’UE.

Processo di autorizzazione

L‘autorizzazione al commercio viene concessa solo se si dimostra che il prodotto è sicuro per il consumo umano, a seguito di una rigorosa valutazione scientifica effettuata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). La regolamentazione è stata aggiornata nel 2015 per semplificare e accelerare il processo di autorizzazione, ma la valutazione della sicurezza alimentare da parte dell’EFSA rimane un prerequisito essenziale ed obbligatorio per la commercializzazione dei nuovi alimenti e ingredienti nell’UE.

Con Regolamento di esecuzione (UE) 2018/456 sono state stabilite le fasi procedurali del processo di consultazione per la determinazione dello status di nuovo alimento. In particolare, è previsto che l’operatore del settore alimentare consulti che intenda immettere sul mercato dell’UE un nuovo alimento deve presentare una richiesta di autorizzazione alla Commissione europea. Dopo averne verificato la validità, la Commissione la mette a disposizione degli Stati membri, provvedendo alla pubblicazione su apposita pagina web, e incarica l’EFSA, tramite mandato, di una valutazione scientifica L’Autorità adotta il proprio parere entro 9 mesi dalla data di ricevimento di una valida richiesta della CE.

EFSA greets the new year with a new logo! | EFSA

Un richiedente che intenda immettere sul mercato dell’UE un alimento tradizionale proveniente da un Paese terzo (nazione o un territorio che non fa parte dell’Unione Europea) può scegliere di presentare notifica della sua intenzione alla Commissione europea. In questo caso e dopo averne verificato la validità, la Commissione trasmette la notifica agli Stati membri e all’EFSA. Entro quattro mesi da questa data, lo Stato membro o l’Autorità possono presentare alla CE obiezioni debitamente motivate in termini di sicurezza all’immissione sul mercato dell’alimento tradizionale in questione. Se alla Commissione sono state presentate obiezioni in termini di sicurezza debitamente motivate, l’alimento tradizionale in questione non viene autorizzato all’immissione. In tal caso il richiedente può presentare una richiesta alla Commissione includendo i dati documentati relativi alle obiezioni sollevate in termini di sicurezza. In questo caso L’EFSA emetterà un parere entro 6 mesi dal ricevimento di una richiesta ritenuta valida.

Valutazione del rischio

La valutazione della sicurezza dei novel food è un passo fondamentale per la loro commercializzazione nell’UE. La legislazione richiede che tutti i novel food siano valutati prima di essere autorizzati per la commercializzazione. Il Regolamento sui nuovi prodotti alimentari riguarda solo l’approvazione di un prodotto, a seguito delle valutazioni scientifiche dell’EFSA. L’Autorità verifica che l’alimento non rappresenti un rischio per la salute umana prima valutandone la sicurezza sulla base dei dossier forniti dai richiedenti. I produttori devono dimostrare la sicurezza con analisi chimiche e studi tossicologici; infatti, i dossier devono contenere dati sulle proprietà compositive, nutrizionali, tossicologiche e allergeniche del nuovo alimento, nonché informazioni sui rispettivi processi di produzione e sugli usi e livelli di utilizzo proposti. Contemporaneamente, si serve di una serie di linee guida e protocolli per la valutazione della sicurezza dei novel food, come il Protocollo di valutazione della sicurezza degli alimenti della FAO/OMS e il Regolamento CE n. 258/97. L’approccio della valutazione è basato sul rischio servendosi di dati presenti nella letteratura scientifica internazionale e il parere di un Panel di esperti accademici esterni all’Autorità. Per questa specifica tematica il nome del Panel è “Panel on Nutrition, Novel Foods and Food Allergens (NDA)”. L’Autorità verifica, alla luce delle prove scientifiche disponibili e dei pareri degli esperti, che l’alimento non rappresenti un rischio per la salute umana e produce un documento, una scientific opinion, che deve passare al vaglio dell’autorizzazione da parte di tutto il Panel di esperti. A seguito della valutazione positiva data dal Panel, il documento viene pubblicato sull’Efsa Journal, viene reso consultabile per tutti i cittadini, e la valutazione del rischio può definirsi completata.

Dopo che l’EFSA ha completato la valutazione della sicurezza, la Commissione europea recepisce il documento e tramite l’analisi di questo valuta se autorizzare o meno il novel food per la commercializzazione nell’UE. Se il novel food viene autorizzato, viene incluso nell’elenco degli alimenti autorizzati nell’UE. Se non viene autorizzato, non può essere commercializzato nell’UE. Il processo di autorizzazione dei novel food è molto rigoroso e richiede una quantità significativa di dati scientifici per dimostrare che il prodotto è sicuro per il consumo umano. Questo processo può richiedere diversi anni e può essere costoso per le aziende alimentari che cercano di commercializzare i loro prodotti.

Opportunità e sfide per i consumatori e l’industria alimentare

Quando si apprende che l’UE ha autorizzato la commercializzazione di un insetto come alimento, spesso si assiste a reazioni di preoccupazione. Tuttavia, è importante sottolineare che spetta ai consumatori decidere se vogliono o meno includere gli insetti nella loro dieta. Nessuno obbliga nessuno a farlo. Può essere considerata come una delle opzioni per risolvere l’annoso problema della sostenibilità, ad esempio. Non vi è alcuna imposizione: semplicemente, la volontà dei cittadini e delle aziende che sostengono l’uso di insetti come fonte proteica è sostenuta da fatti concreti. Questa scelta può portare gli stessi benefici nutrizionali della carne rossa, con un impatto positivo sull’ecosostenibilità, sui costi di produzione e sul benessere animale, essendo meno dispendioso allevare un grillo piuttosto che un manzo. L’OMS e le autorità europee hanno esaminato la questione dell’uso degli insetti come fonte alternativa di proteine e hanno stabilito che alcuni insetti non rappresentano un rischio per la salute umana se consumati. Pertanto, coloro che scelgono di mangiare insetti non corrono rischi per la loro salute e chi non li vuole mangiare, non sarà perseguito legalmente. Tra l’altro in Italia non è ancora così facile trovare prodotti a base di grillo o tarme nei supermercati. Anche se l’uso degli insetti come fonte proteica alternativa potrebbe essere una novità in alcune parti del mondo, è una pratica comune in altre paesi da millenni. I novel food offrono nuove opportunità per l’innovazione nell’industria alimentare e possono rappresentare una fonte di prodotti alimentari più diversificati e sostenibili, fornendo anche una soluzione sostenibile al problema della scarsità di cibo in futuro.

Tuttavia, il loro impatto sui consumatori può essere complesso. Da un lato, i novel food possono offrire opzioni alimentari più sostenibili, come l’uso di insetti come fonte proteica o l’utilizzo di piante meno note come alternative alle fonti alimentari tradizionali. Questo può portare a una maggiore varietà nell’offerta di prodotti alimentari, ma anche a una maggiore complessità nella scelta dei prodotti per i consumatori. D’altra parte, alcuni consumatori potrebbero essere preoccupati per la sicurezza dei novel food, specialmente se si tratta di prodotti derivati da tecniche innovative come la nanotecnologia o l’ingegneria genetica. Inoltre, alcune persone potrebbero avere preoccupazioni etiche riguardo all’uso di insetti o altre fonti alimentari non tradizionali. Per affrontare queste preoccupazioni, l’UE ha adottato norme rigorose per la valutazione della sicurezza, come detto, e ha sviluppato un sistema di etichettatura per informare i consumatori sulla presenza di novel food nei prodotti alimentari. Ciò significa che i consumatori possono fare scelte informate sui prodotti che desiderano acquistare e consumare. A esempio, dal 1° gennaio al 19 ottobre del 2020 il Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rasff) ha trasmesso 87 notifiche riguardanti la presenza di novel food non autorizzati nel cibo. La normativa europea serve a tutelare i cittadini anche e soprattutto in questo senso, perché tutti i prodotti a base di insetti e tutti gli alimenti che presentano un novel food come ingrediente, devono rispettare i requisiti di sicurezza alimentare e di etichettatura previsti dalla normativa europea, che prevede la necessità di indicare chiaramente l’ingrediente a base di insetti sulle etichette dei prodotti, la sua origine, la sua composizione o le sue condizioni d’uso previste; specificare il valore nutrizionale, informare adeguatamente i consumatori sulla natura e sulla sicurezza del nuovo alimento, in particolare per quanto riguarda i gruppi vulnerabili della popolazione (ad esempio, le persone allergiche).

Fucibo - Corn cookies with insect powder

Tuttavia, la lista dei prodotti autorizzati è in continua evoluzione e potrebbe variare in futuro in base alle valutazioni della sicurezza e all’approvazione delle richieste di autorizzazione presentate dalle aziende. Al momento, l’Autorità sta valutando sedici richieste in tutto. L’EFSA dichiara che undici sono entrate nel processo di valutazione del rischio, mentre le altre cinque sono in fase di verifica di idoneità.

Valori nutrizionali, di ecosostenibilità ed economici

Tra tutti gli insetti allevabili, il grillo domestico è considerato una delle specie più promettenti grazie al suo profilo nutrizionale e l’efficiente tasso di conversione alimentare, cioè la sua capacità di trasformare l’alimento ingerito in aumento di peso vivo (ottimo quindi per chi vuole aumentare la massa muscolare).

La polvere parzialmente sgrassata proposta dall’azienda Cricket One Co. Ltd è composta al 100% da grilli appartenenti alla specie Acheta domesticus, ottenuta attraverso un processo di trasformazione caratterizzato da una fase di essiccazione e una fase di macinazione. Dopo la raccolta, i grilli adulti vengono abbattuti mediante il congelamento e conservati a -18 °C. In seguito, vengono risciacquati, scottati in acqua calda (> 90 °C per almeno 10 minuti), liofilizzati e macinati. Il trattamento termico contribuisce alla riduzione della carica microbica degli insetti e all’eliminazione di virus e parassiti potenzialmente presenti. La farina si ottiene macinando meccanicamente i grilli e setacciando poi la polvere per ridurre la dimensione delle particelle al di sotto di 1 millimetro. Per quanto riguarda i valori nutrizionali, la farina di A. domesticus è una “bomba di vitamine”:

  • Il valore proteico degli insetti in generale è di circa il 65%, più del doppio della carne di manzo. Per quanto riguarda la farina di grillo, la concentrazione di proteine copre, all’incirca, il 60-74% della massa totale (la carne contiene circa 22 grammi di proteine su 100);

  • Ha un alto tenore di grassi polinsaturi (i grassi buoni, esempio: Omega 3) e vitamina B12;

  • Secondo alcune analisi, ha 3 volte il contenuto di ferro rispetto alla carne di manzo;

  • La farina di grillo è più calorica rispetto alla farina di grano tenero: come detto, ha un’ottima percentuale di grassi polinsaturi, anche se la farina viene sgrassata, si aggira intorno al 15% di grassi. Ma questi sono tutti lipidi che contengono acidi grassi “nobili” come l’Omega 3, Omega 6 e 9. Omega 3 e 6 sono cosiddetti “essenziali” perché il nostro corpo non è in grado di produrne e quindi devono necessariamente essere introdotti tramite la dieta.

  • Ha una percentuale proteica molto più elevata rispetto al grano: le farine cosiddette per le “lunghe lievitazioni”(le farine forti utilizzate per panificare), hanno il 15% di proteine. La farina di grillo dal 70 al 74%.

Secondo esperti dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, il consumo d’insetti è tutt’altro che un prodotto da demonizzare e la farina parzialmente sgrassata di grillo domestico potrà essere consumata senza controindicazioni, escluso per chi è allergico ai crostacei, “perché può contenere la chitina”, proteina contenuta nel carapace dei grilli. Le norme Ue includono infatti requisiti specifici di etichettatura per quanto riguarda l‘allergenicità, poiché le proteine da insetti possono causare reazioni soprattutto nei soggetti già allergici a crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, ai molluschi.

 

Allevamento ecosostenibile

L’allevamento di insetti può essere sostenibile, poiché richiede meno spazio, acqua ed energia rispetto all’allevamento di altri animali da reddito. Risulta che il loro allevamento possa mitigare l’inquinamento generato da quello super intensivo del bestiame. In particolare, l’allevamento dei grilli produce 10 volte meno metano e 300 volte meno azoto rispetto agli allevamenti di bestiame, in più richiede meno risorse come acqua, mangime e suolo. A parità di contenuto in proteine, e quindi a parità di peso, allevare 100 g di grillo consuma fino a duemila volte meno acqua rispetto quella che servirebbe per produrre 100g di manzo. Inoltre, e’ un allevamento super produttivo: il ciclo vitale del grillo si sviluppa in 3 stadi: uovo, neanide e adulto e dura dai 2 ai 3 mesi, se allevato a 25-30 °C. Ogni femmina riesce a deporre fino a 100 uova al giorno. In Thailandia, dove l’allevamento di grilli è molto comune, ci sono delle piccole fattorie a conduzione familiare in cui i piccoli agricoltori non producono la farina, compito che viene invece affidato ad aziende specializzate. Comunque, la produzione annuale di grilli nelle piccole fattorie Thailandesi è compresa tra le 3mila e le 7mila tonnellate di grilli. In occidente, come per esempio in Olanda o in Canada, le aziende agricole che stanno nascendo sono più grandi e la farina è prodotta nello stesso stabilimento. In Europa ci sono diverse aziende che si stanno specializzando nell’allevamento di grilli, principalmente in Paesi come Paesi Bassi, Regno Unito, Germania e Francia. Ad esempio, la società olandese Protifarm è uno dei principali produttori di grilli in Europa.

Per quanto riguarda i costi a carico degli allevatori di insetti destinati al consumo alimentare umano, questi dipendono da molti fattori, come il tipo di insetto, la dimensione dell’allevamento, il tipo di alimentazione e la tecnologia utilizzata per l’allevamento. In generale, è meno costoso rispetto all’allevamento di altri animali da reddito, come polli o maiali. Gli insetti richiedono meno spazio, acqua ed energia. Tuttavia, l’investimento iniziale nella creazione dell’allevamento e l’acquisto dell’equipaggiamento possono essere significativi. Il grillo è onnivoro quindi il mangime è generalmente completamente vegetale. Ad esempio, se gli insetti vengono alimentati con scarti di produzione alimentare o di biomassa, il costo dell’alimentazione può essere più basso rispetto all’utilizzo di alimenti di alta qualità, anche se questo ad oggi non è ancora possibile perché sarebbe necessario un grande controllo per essere considerato “sicuro” dalle agenzie alimentari. Alcuni studi hanno dimostrato che è anche possibile utilizzare erbe infestanti e sottoprodotti agricoli come mangime. Ultimamente i costi dell’allevamento di insetti sono in fase di riduzione, grazie all’aumento della domanda e alla diffusione della tecnologia dell’allevamento.

Prezzo per il consumatore

Il costo di una dieta a base di insetti dipende da diversi fattori, come il tipo di insetto, la regione geografica, la disponibilità degli insetti e la loro lavorazione. In generale, i prodotti alimentari a base di insetti sono ancora considerati di nicchia, e quindi possono essere più costosi rispetto ad altre fonti di proteine come la carne o il pesce. Per quanto riguarda il prezzo unitario, non è definibile come “competitivo” perché, in base a dove si acquista, per la farina di grillo ci si aggira tra i 50 e gli 80 euro al kg. Ovvio che bisogna anche considerare l’utilizzo che se ne fa, che è diverso rispetto a una farina di grano tenero perché non si può impastare un pane al 100% di farina di grillo (per ogni 100 grammi di pane il valore ammissibile di farina di grillo è di 2 g). Viene consigliato di usarne un 10% rispetto al quantitativo totale di farina usata per la preparazione di un alimento. Quindi, per un quantitativo di 1 kg di pane dovrebbero essere usati 50 grammi di farina di grillo. Questo corrisponderebbe a 5/6 euro di farina di grillo a infornata. Tuttavia, con l’aumento della produzione e della domanda di alimenti a base di insetti, i prezzi stanno gradualmente diminuendo e diventando più accessibili. Ad esempio, il prezzo di una barretta proteica a base di insetti può variare da 1,50 euro a 3 euro o più, a seconda del tipo di insetto utilizzato e della marca. Allo stesso modo, il prezzo di una confezione di pasta a base di farina di insetti può variare da 3 euro a 6 euro o più.

 

Sapore

Chi l’ha provata afferma che la farina di grillo ha un sapore leggermente nocciolato o terroso, simile a quello delle noci o dei semi. Tuttavia, il sapore della farina di grillo può essere influenzato anche dalla modalità di cottura o preparazione. Ad esempio, la tostatura può conferire alla farina di grillo un sapore più intenso e croccante, mentre la lavorazione a basse temperature può preservare il sapore originale. Se viene scaldata, libera degli aromi più intensi: pesce essiccato, o farina di canapa. Pare che, grazie al profilo nocciolato, si abbini bene con i dolci. Il proprietario dell’hamburgheria milanese “Pane e trita” è balzato agli onori della cronaca perché nel suo locale è possibile gustare il Grillo Cheeseburger d’Italia, primo burger a base di farina di insetti, il cui sapore viene descritto come: dolciastro, gradevole e delicato.

polvere di grillo Alia Insect FarmAbbiamo provato il Grillo Cheeseburger: il panino con farina di grilli

Il futuro degli insetti come alimento e la situazione in Italia (Sì, arriveranno anche gli spaghetti di farina di grillo)

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha valutato positivamente l’immissione sul mercato di un quarto insetto, Alphitobius diaperionus (verme minore), come alimento (in seguito a richiesta della società Ynsect NL B.V.). Il termine “verme minore” si riferisce alla forma larvale un insetto appartenente alla famiglia dei Tenebrionidae (coleotteri scuri). Il nuovo alimento consiste in forme congelate, in pasta, essiccate e in polvere. È destinato anch’esso ad essere commercializzato come ingrediente alimentare in una serie di prodotti per la popolazione. In Italia, è possibile acquistare prodotti alimentari con farina di insetti. Tuttavia, sono prodotti ancora nuovi sul mercato italiano e non sono ancora molto diffusi. Sono disponibili in alcuni negozi specializzati in alimenti naturali, biologici e sostenibili, ma anche online.

Pasta con farina di insetti

Grilli essiccati sono disponibili in rete, distribuiti dalla ditta Eurocrickets che li descrive come: “Deliziosi e ricchi di proteine. I grilli essiccati sono una prelibatezza unica, in cui 100 grammi croccanti con l’odore dei semi di girasole e delle noci: 60% di proteine dell’insetto combinate con fibre alimentari, vitamine e oligoelementi.” È anche possibile mangiare le Cricket Protein Chips, 80gr di chips con percentuale di farina di grillo prodotte dalla Sens e distribuite da Healthy Food Italia, per 2 euro a confezione. ALIA insect farm, all’interno del complesso dell’Agrifood Park di Blu Martesana, in provincia di Milano, produce alimenti a base di grilli della specie Acheta domesticus 100% made in Italy. Esistono anche le chips non fritte di mais biologico della veneta Fucibo . Negli snack proposti nei gusti pizza e formaggio con un 15% di farina di lenticchie, sono presenti anche, in una quota del 10%, le larve delle tarme della farina (Tenebrio molitor), essiccate e polverizzate (sul sito online che le distribuisce sono momentaneamente esaurite, vista la grande richiesta). La materia prima a base di T molitor proviene dall’azienda francese Agronutri. La Fucibo commercia anche le penne con farina di insetto e i biscotti.  Arriveranno sul mercato anche i primi spaghetti prodotti a Torino a base di farina di grillo, realizzati da Italian Cricket Farm, La pasta sarà realizzata a chilometro zero e costerà 4 volte di più rispetto a quella tradizionale, ma sarà un prodotto ecologico ad alto contenuto proteico, adatto alle diete degli sportivi.

Insetti nel piatto: ne mangiamo già, senza saperlo

In sintesi, i novel food rappresentano una sfida e un’opportunità per l’industria alimentare e per i consumatori. Questi prodotti possono offrire soluzioni innovative e sostenibili per l’alimentazione, ma richiedono anche una rigorosa valutazione della sicurezza prima di essere commercializzati. I consumatori possono sentirsi preoccupati per la sicurezza e l’etica dei novel food, ma la normativa dell’UE prevede norme rigorose per la valutazione e l’etichettatura dei prodotti alimentari, che consentono ai consumatori di fare scelte informate. Il problema associabile al consumo alimentare di insetti è, in gran parte, di matrice culturale. Quando furono introdotte le patate in Europa c’erano molte persone contrarie perché si pensava fossero velenose. Ogni volta che si incontra un cibo nuovo si è “spaventati”, a maggior ragione se questo nuovo cibo zampetta e saltella. Ovviamente è un gusto personale non biasimabile. Fatto sta che il motivo per il quale il grillo, in particolare, è il portabandiera del Novel Food da considerare come spauracchio del made in Italy, è un aspetto che andrebbe riconsiderato se pensiamo che secondo la Food and drug Administration risulta che mangiamo circa mezzo kg di insetti tutti gli anni. Alcuni nei modi più insospettabili. Nel concentrato di pomodoro sono stati trovati 35 parti di insetto ogni 100g di concentrato. Un esempio emblematico è quello dei coloranti: un bicchiere di aranciata può contenere fino a 5 moscerini e una barretta di cioccolato fino a 8 parti di insetti; oppure, nelle marmellate, nei succhi di frutta, nelle passate di pomodoro, sono presenti parti di insetti perché tutti quanti contengono il colorante alimentare rosso E120, che viene estratto dalla cocciniglia (il parassita del cactus).

Numero di Cocciniglia per Colorante E120

Insomma, i novel food possono offrire una vasta gamma di opportunità per l’industria alimentare e per i consumatori, a condizione che la sicurezza sia garantita e che i consumatori siano informati in modo adeguato sui prodotti che acquistano. E ricordate: se non sapete cosa state mangiando, potrebbe essere un insetto, ma potrebbe anche essere un superfood del futuro!