Lo strato di ozono, che protegge la vita sulla Terra dai dannosi raggi ultravioletti (UV) del sole, è stato gravemente danneggiato negli anni ’80 e ’90 a causa dei clorofluorocarburi (CFC), sostanze chimiche utilizzate negli aerosol e nella refrigerazione. Grazie a un’azione coordinata a livello mondiale e alla legislazione, lo strato di ozono è ora sulla buona strada per la guarigione. Nonostante questo, non bisogna abbassare la guardia e i ricercatori dell’Università di Canterbury (UC) hanno riassunto le minacce che i lanci di razzi rappresenterebbero per lo strato di ozono protettivo della Terra, in un nuovo articolo pubblicato sul Journal of the Royal Society of New Zealand. “L’impatto attuale dei lanci di razzi sullo strato di ozono è stimato essere modesto, ma ha il potenziale di crescere man mano che le aziende e le nazioni aumentano i loro programmi spaziali”, afferma la dottoressa Laura Revell, professore associato di fisica ambientale. “Il recupero dell’ozono è una storia di successo globale. Vogliamo garantire che i lanci spaziali continuino questo recupero sostenibile”.
Negli ultimi 5 anni i lanci annuali globali sono passati da 90 a 190, soprattutto nell’emisfero settentrionale. Si prevede che l’industria spaziale crescerà ancora più rapidamente: le stime finanziarie indicano che l’industria spaziale globale potrebbe crescere fino a 3,7 trilioni di dollari entro il 2040. I razzi sono un esempio perfetto di “tecnologia carismatica”, in cui la promessa di ciò che la tecnologia può consentire determina un profondo investimento emotivo, che va ben oltre gli effetti della tecnologia stessa”, afferma Michele Bannister, borsista di Rutherford Discovery e docente senior di scienze planetarie dell’UC. Le emissioni di carburante per razzi non sono attualmente regolamentate, sia in Nuova Zelanda che a livello internazionale.
Serve sempre l’azione globale coordinata
L’analisi presenta piani d’azione dettagliati per le aziende e per la comunità di ricerca sull’ozono, con un appello ad un’azione globale coordinata per proteggere l’ambiente dell’alta atmosfera. Le azioni che le aziende possono intraprendere comprendono la misurazione delle emissioni dei veicoli di lancio sul banco di prova e in situ, durante il volo, la messa a disposizione dei dati ai ricercatori e l’inserimento degli effetti sull’ozono nelle migliori pratiche di progettazione e sviluppo dei razzi. “La comunità internazionale di ricerca sull’ozono ha una solida storia di misurazione dell’ozono atmosferico e di sviluppo di modelli per capire come le attività umane potrebbero avere un impatto su questo strato critico della nostra atmosfera. Lavorando con i fornitori di lanci, siamo nella posizione ideale per capire quali impatti potremmo vedere”, afferma il dottor Revell. “I razzi hanno un potenziale entusiasmante per consentire l’accesso a livello industriale allo spazio vicino alla Terra e l’esplorazione di tutto il sistema solare. Per creare lanci di razzi sostenibili a livello globale è necessario un coordinamento tra aziende aerospaziali, scienziati e governi: è possibile, ma dobbiamo iniziare ora”, afferma il dottor Bannister. “Questa è la nostra occasione per essere all’avanguardia”.