Nella giornata di ieri Apple ha comunicato i risultati finanziari dell’ultimo trimestre. Come ci si aspettava, per la prima volta dal 2019 l’azienda ha riportato un calo del fatturato. Sempre in linea con le aspettative degli analisti, ad andare particolarmente male sono state le vendite degli iPhone e dei Mac, mentre i servizi sono andati molto meglio. Curiosamente, e già più inaspettatamente, sono andati piuttosto bene gli iPad.
Il CEO di Apple, Tim Cook, ha affrontato l’elefante nella stanza. Anche Apple si accoderà agli altri big del tech annunciando una pioggia di licenziamenti in tutto il mondo? La risposta dell’amministratore delegato non esclude nessuna possibilità, ma al momento l’azienda non ha in programma nuovi esuberi.
«Mai dire mai», ha spiegato Cook, rifiutandosi di fare promesse che rischia di non poter mantenere. «Ad ogni modo, vediamo ai licenziamenti come l’ultima spiaggia».
Amazon, Google, Twitter, PayPal e Microsoft hanno lasciato a casa decine di migliaia di dipendenti. In larga parte i licenziamenti dipendono dalle campagne di assunzioni incessanti degli scorsi anni, quando il settore tech si trovava in una posizione di crescita apparentemente inarrestabile. Ora che la crescita si è arrestata (e che il peggio potrebbe ancora dover venire), le aziende non hanno più bisogno di così tanti dipendenti e il licenziamenti ne sono la diretta conseguenza. A differenza degli altri, Apple non ha mai assunto più di quanto non si potesse permettere e, per quanto in calo, i suoi numeri sono ancora in relativa salute: il crollo delle vendite nel mercato degli smartphone, ad esempio, è stato piuttosto contenuto. Per questi motivi, molti analisti sostengono che Apple potrebbe non dover annunciare degli esuberi.